Artigiano della qualità

Un notaro "spertu" che aiutava mammina. E anche i pastori

di Adriano Todaro - mercoledì 20 marzo 2019 - 4211 letture

Oggi vorrei parlarvi dei notai perché sono una figura importantissima del nostro ordinamento giuridico. Dal notaio ‒ o come si diceva nel passato ‒ dal notaro, prima o poi ci dobbiamo andare per una vendita, un atto immobiliare, per l’auto, per altre mille cose. In Italia il notariato ce l’abbiamo dal 1879 e poi codificato da una legge “recente”, quella del 1913, tuttora in vigore.

Che fa il notaro? Tante cose ma soprattutto ha la funzione di garantire la validità dei contratti attribuendo “pubblica fede agli atti e sottoscrizioni apposte alla sua presenza. L’atto notarile garantisce la legittimità del negozio giuridico che contiene ed ha il valore probatorio dell’atto pubblico”.

Bon. Ora che sappiamo che fa il notaro vi dico perché ve ne parlo. I notai sono tutte persone rispettabilissime, care in fatto di onorari, ma rispettabilissime. Qualcuno è anche furbo e in Sicilia sono sperti. Leggo che uno di questi notari sperti operava ad Alia, comune del circondario di Palermo. Di nome fa Gianfranco. Di cognome Pulvino. Questo notaro ha 53 anni e la sua anziana madre è proprietaria di un’azienda agricola. Ora non è che si può pretendere che una anziana madre (ah la mamma è sempre la mamma!) sovraintenda un’azienda agricola e magari vada a portare in giro le capre. E allora ecco che interviene il figliuolo, rispettoso dell’anziana madre.

In quelle zone del palermitano c’è tanta gente che ha bisogno di lavorare e così il notaro benemerito e affettuoso, li fa lavorare. Una specie di reddito di cittadinanza. Invece che lasciarli sul divano a poltrire, il nostro Gianfranco, secondo quanto affermano i carabinieri, li assumeva nell’azienda di mammina. Lavoro ce n’era. Quindi sotto, a lavorare. Lavoravano anche 13 ore invece che starsene in panciolle e lamentarsi. Insomma, un benefattore. Anzi. Un notaro benefattore.

Certo, oggi la vita è cara e anche i notari hanno un cuore. E così, per far risparmiare mammina, il nostro notaro ai pastori che accudivano i greggi, d’inverno non passava la luce elettrica né forniva loro acqua, che tanto i pastori, si sa, si lavano poco e bevono ancora meno. Gianfranco era anche molto sensibile alle difficoltà familiari di questi pastori e così la ricerca era rivolta soprattutto nei confronti di “padri con almeno tre figli e in condizioni di analfabetismo”. Sono sempre i carabinieri che lo dicono. Questa è anche la dimostrazione che il notaro spertu si preoccupava di assumere coloro che erano in condizioni più disagiate.

Come abbiamo detto, il notaro ha la funzione di garantire la validità dei contratti. E lui, a pastori e operai assunti, garantiva 65 euro al giorno. Un bel prendere e tutte in busta paga. Sì perché un notaio “garantisce la legittimità del negozio giuridico che contiene ed ha il valore probatorio dell’atto pubblico”. Poi Gianfranco, novello Zelig, si toglieva la giacchetta da notaio, indossava una semplice camicia e si faceva restituire dagli operai assunti 40 delle 65 euro. Una specie di partita di giro.

Non è meraviglioso? Un metodo semplice semplice che risolverebbe innumerevoli problemi sia a padroni che ai lavoratori. E se mi rifiuto di restituire le 40 euro? A casa! Pussa via. Significa che non hai bisogno di lavorare o non hai voglia di lavorare come tutti i siculi. Insomma tutto funzionava per il meglio quando i carabinieri di Lercara Friddi si mettono in testa di indagare. Che poi potrebbero fare altro. Comunque, dopo undici mesi di indagini, il notaio Gianfranco Pulvino viene ingabbiato nel senso che viene posto agli arresti domiciliari. Vi sembra giusto tutto ciò? Lavorare 13 ore al giorno per 25 euro è sempre meglio che starsene a casa sdraiati sul divano. Perché, soprattutto i pastori, hanno questa mania del divano: stanno sempre sdraiati. Ecco perché gli “artigiani della qualità” fanno affari d’oro: i loro sofà sono acquistati a tutto spiano dagli operai e pastori che abitano attorno a Palermo.

Il vero artigiano della qualità era, però, Gianfranco Pulvisi. Noi peniamo saperlo ristretto, a casa, con mammina. Quello è uno da premiare, ha grandi idee, merita di più. Fra l’altro Lercara Friddi ha dato i natali a Lucky Luciano e, quindi, i carabinieri s’interessassero di Lucky, di Lercara e anche di Friddi e lasciassero in pace i notari che debbono garantire la validità dei contratti. E, Gianfranco, garantiva ben 65 euro al giorno. Beh, più o meno. Anzi. Più meno che più.


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