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  Giro85 / Un altro mondo è possibile
I giornalisti già pensano come i padroni del potere
Intervista collettiva con Noam Chomsky. La tesi del linguista è stata confermata: non è neanche necessario che ci sia la censura, i giornalisti già pensano come i padroni del potere. - di André Deak, Em Crise (data di pubblicazione 4 Febbraio 2002)

L'intervista collettiva del professore di linguistica dell'Istituto di Tecnologia del Massachussets (MIT) Noam Chomsky non ha fornito rivelazioni sorprendenti, ma è servita a dimostrare una delle teorie dello stesso professore. Chomsky aveva già scritto che "un abile sistema di propaganda (...) cerca di promuovere il dibattito animato, senza restringere le premesse che rimangono implicite, con l'aspettativa che le persone diano credito al fatto che le questioni in oggetto siano realmente discusse in modo serio. Questo è il metodo generalmente adottato da coloro che cercano di irreggimentare le menti degli uomini all'interno di società più libere". Questo giovedì abbiamo potuto assistere ad un buon esempio di tutto ciò.

La sala del Palazzo Piratini, sede del governo dello Stato di Rio Grande do Sul, era completamente piena. Giornalisti da tutto il mondo si sforzavano tentando di trovare un angolo per una buona immagine o semplicemente una posizione per ascoltarlo. Quando nessuno poteva continuare più a muoversi, a rischio di disorientare qualche lente fotografica posizionata millimetricamente fra varie teste, Chomsky ha iniziato, passando però la responsabilità ai giornalisti: "Questi microfoni non dovrebbero essere girati verso di me, ma dall'altra parte. Passo a voi la parola". Sfortunatamente, le domande fatte dalla Globo/ RBS, Financial Times, Valor e tanti altri non hanno prodotto nuove risposte di Chomsky né hanno portato avanti alcun dibattito sollevato dal linguista.

Una delle caratteristiche riconosciute di Chomsky è quella di essere un grande critico dei media, principalmente della cosiddetta grande stampa che, secondo lui, è al servizio ed è controllata dai grandi gruppi di potere - in altre parole, il denaro. Chomsky già sostenne, nel sito Z Magazine, del quale è collaboratore, che nessuno ha bisogno di dire ai giornalisti cosa domandare o cosa non domandare (ciò che chiameremmo censura); "esistono tutti i tipi di dispositivi di filtro per disfarsi di gente che ragiona in modo indipendente e possa creare problemi". Quindi, teoricamente, i reporter presenti all'intervista avevano già interiorizzato i concetti ed i preconcetti dei veicoli per i quali lavorano e, peggio ancora, di tutto il sistema di informazione dei grandi gruppi di potere.
Il grande confronto, media contro critico dei media, alla fine non è avvenuto

Le domande sono rimaste in torno agli argomenti attesi: 11 settembre, globalizzazione, II Forum Sociale Mondiale e Alca. "Nessuno è contro la globalizzazione. I lavoratori hanno iniziato la globalizzazione con la prima Internazionale, molto tempo fa. I sindacati più grandi sono internazionali. Questo è ciò che è la globalizzazione, nell'interesse del popolo. Questo è l'autentico Forum della globalizzazione; l'antiglobalizzazione sta avvenendo in un'altra parte del mondo".
Il linguista ha argomentato che "parte delle lotte ideologiche consiste nel rubare terminologie".
Per lui, quella che oggi è conosciuto come "globalizzazione" è solamente un suo carattere specifico, buona appena per un gruppo e non nei confronti dei popoli.

Riguardo al Forum, Chomsky ha ricordato che una grande attuazione dell'anno passato fu la presa di decisione contro la creazione della Alca, sebbene i grandi gruppi di potere tentassero di nasconderla. "Quella discussione non fu portata ai media, né era presente nella campagna presidenziale di alcun candidato statunitense, semplicemente perché era chiaramente lo scontro tra due politiche: quella del popolo e quella del potere". Quest'anno, tuttavia, il Forum ha il compito di frenare la militarizzazione mondiale: "O teniamo un mondo senza guerre, o semplicemente non avremo un mondo. La tecnologia per distruggere la vita umana già esiste, ma l'uso speciale di questa tecnologia è una novità".

Anche l'attacco terrorista dell'11 settembre è stato argomento di domande. "Loro hanno già familiarizzato con questo tipo di attacco. L'Europa non ha conquistato ciò che possiede oggi chiedendolo educatamente. Però solamente adesso i ricchi sperimentano un poco di quello che sono abituati a fare con gli altri". Il problema, ha affermato, è che prima dell'attacco non esisteva tanta libertà per la repressione: "Uscendo di qui andrò ad assistere ad una sentenza in Turchia, di un editore che è stato arrestato perché osò pubblicare alcune mie frasi. Scommetto che prima dell'11 settembre questo non sarebbe successo".

Alla domanda se esiste alcun esempio concreto di qualche luogo dove esista una democrazia economica, Chomsky ha risposto: "Domandare se esiste qualche esempio di qualsiasi cosa è pericoloso, perché se tornassimo due secoli indietro, qualcuno potrebbe domandare: ma esiste qualche esempio di una società senza schiavi? 150 anni fa però già esistevano schiavi che affermavano che i mezzi produzione sarebbero dovuti appartenere a loro, i lavoratori, senza mai aver visto un esempio o conosciuto Marx".

Alla fine, solamente, una giornalista ha sollevato il tema del media indipendente, ma era già troppo tardi. Chomsky ha affermato che "se è vero che oggigiorno esiste una stampa libera, si dovrebbe mostrare quello che Barak e Clinton vogliono per la Palestina, che è la stessa cosa che hanno fatto con il Sud Africa 40 anni fa". Stampa alternativa? "Occorre solo uno sforzo ed energia per realizzare ciò che è necessario. Quanto più si sviluppa un media che appoggi il popolo, tanto più il media sarà costretto a cedere e tanto più le dittature, o i tiranni che vivono in società dette libere dovranno soccombere.
E non c'è differenza tra il vendersi ad un tiranno o l'andare a lavorare per lui alla giornata".

Traduzione a cura di Francesco Volpicella

Zoom 85
in questo numero:

"Un altro mondo è possibile":
speciale Girodivite su Porto Alegre

Girodivite scrive a Letizia Moratti...

Consigli per la dieta...
(in collaborazione con MacDonald's)
Rosso o blu: la riforma fiscale del governo...
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Micromega / Un referendum contro la legge sulle rogatorie. Come aderire.

Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621...

Bologna / Il Forum Sociale nazionale: sì allo sciopero generale, di gaetano mangiameli.
Addio alla lira... ma siamo già europei?, di alessandro calleri
Le cifre del "villaggio globale"

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Un altro mondo è possibile... non in Italia: Scaloja, Sgarbi, Rai, i komunisti...
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[StopBus]
Voci catturate aspettando il bus, a cura di angelo l. pattavina
StopBus two

[Segnali di fumo]
a cura di Pina La Villa

[ZeroBook]
La banda dei (giro)brocchi (Coe)
Una stanza chiusa a chiave (Mishima)
Nick Horby narratore dei nostri giorni

[Kaoticamente]

[Risonanze]
Michael Gira
Visioni: Dazeroadieci (Ligabue)
Jimmy Grimble (Hay)

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L'attacco a Indymedia...
Parla la madre di Carlo Giuliani
Lo sciopero nazionale del 5 aprile.

[Catena di san Libero, di Riccardo Orioles]


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