Giro85
/ Movimento Parte la carovana antimafia Girodivite è stato negli anni
scorsi nella "Carovana antimafia". Da quest'anno
la Carovana è nazionale
LIBERA, Associazioni nomi e numeri contro
le mafie, ARCI e AVVISO PUBBLICO, Enti locali e Regioni
per la formazione civile contro le mafie, danno vita alla
prima Carovana Nazionale Antimafia.
Un programma già fitto di appuntamenti:
sei mesi ininterrotti di impegno da
febbraio a luglio, migliaia le persone coinvolte, centinaia
i comuni, le
scuole, gli enti locali e le associazioni che saranno incontrate.
Si parte
il 25 febbraio dalla Lombardia, che sarà interessata
per circa un mese da
ben 17 tappe della Carovana: da Milano a Bergamo, da Mantova
a Cremona.
Ci si sposterà poi in Emilia Romagna
e poi ancora in Sardegna, che
quest'anno ospiterà a Nuoro la VII Giornata della
memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime delle mafie. Il calendario della Sardegna
è
ricchissimo e prevede oltre 40 tappe. La Carovana attraverserà
anche la
Sicilia, la Calabria, la Puglia, il Piemonte e la Liguria;
mentre ulteriori
tappe in altre regioni sono in via di definizione.
"Oggi afferma don Ciotti, presidente
nazionale di Libera - dire che
"L'Italia esiste. Ma anche le mafie" può
suonare affermazione scomoda - può
risultare imbarazzante, può sembrare fuori luogo.
Però è vero ed è
necessario dirlo".
La prima edizione della Carovana antimafia
risale al 1994. "Dopo le stragi
del 1992 e 1993" ricorda Alfio Foti, presidente dell'Arci
Sicilia e
referente regionale di Libera - si riscontrava un affievolimento
dell'impegno antimafia, e fu Rita Borsellino a proporre
di andare di nuovo
incontro alle persone'. Nacque così l'idea della
Carovana, un viaggio con e
tra le persone, a partire dai luoghi tristemente famosi
per fatti di mafia,
da Corleone a San Giuseppe Jato; per fare proprio lì,
negli insediamenti
storici delle cosche, animazione territoriale, informazione,
sensibilizzazione, promozione sociale".
Oggi, dopo otto anni, la Carovana diventa
nazionale, interessando dieci
Regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna, Liguria, Piemonte,
Calabria,
Campania, Puglia, Toscana e Sicilia. E' un fatto di grande
valore e di forte
significato, in un momento in cui si tenta in tutti i modi
di considerare
superati i problemi concernenti la mafia e la corruzione,
assegnando ad essi
una collocazione decisamente residuale.
La dittatura della mafie continua - sostiene
Tom Benetollo presidente
nazionale dell'Arci - in forme nuove, spesso molto sofisticate.
E torna a
pesare, a condizionare, a permeare. Non solo in Italia,
ma
internazionalmente, questo potere sta crescendo, e stringe
alla gola i
diritti dei cittadini. E' parte integrante dell'universo
orrendo di Paesi
martellati da guerre e oppressioni.
La Carovana vuole assolvere a questo dovere,
richiamando ognuno all'impegno contro la mafie, dalle associazioni
alle istituzioni, dai cittadini alla
politica. "E la politica - come sostiene Enza Rando,
presidente nazionale di
Avviso Pubblico - deve avere il compito di costruire progetti
di governo
del territorio ascoltando i cittadini, e osservando i mutamenti
sociali, ma
guidata sempre dall'etica della responsabilità.
Le migliaia di cittadini, di associazioni,
di enti locali coinvolti e
partecipi nella Carovana dimostrano il coraggio di andare
controcorrente
ricorda ancora don Ciotti. Un coraggio non gridato, non
eroico, non esibito.
Semplicemente civile.