Giro83
/ Tanto per abbaiare Tanto per abbaiare - n.110 riccardo orioles <ricc@libero.it>,
21 gennaio 2002
Ciampiiiiiiiii!
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La gioiosa autorizzazione a procedere. Un giudice l'ha riproposta
per
ischerzo, e immediatamente tutti i politici ci si sono buttati
su a
pesce come un assetato appena uscito da una lunghissima
traversata del
deserto del Sahara.
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Meno sei mesi. Il panico (diversamente inspiegabile) deriva
dal fatto
che inopinatamente un pedone - un processo - e' riuscito
a sgusciar via
fra tutti ed e' a pochissime mosse dall'arrivare a regina.
Essi non si
fanno illusioni perche', seppur per una volta distratti,
sono degli
scacchisti. Escludono assolutamente di poter essere assolti,
primo
perche' sanno come sono andate le cose, e secondo perche'
attribuiscono
ai magistrati il proprio ("politico") modo di
pensare. La prospettiva
piu' realistica e' dunque - essi lo percepiscono con estrema
nitidezza
- che prima di questa estate egli venga formalmente condannato.
E
poiche' la carica che egli ricopre e' quella in ultima analisi
di
pubblico ufficiale, la decadenza di legge (pena accessoria)
lo
colpirebbe in quanto tale.
* * *
Tre ipotesi: dimissioni spontanee, dimissioni forzate, resistenza.
La
prima e' tanto probabile quanto una conversione di massa
al
francescanesimo, o una mia nomina alla presidenza della
Banca d'Italia.
Dimissioni forzate: ma forzate da chi? Il re, o non ha i
poteri o non
ha le palle. L'opposizione e' parte in causa, e comunque
ricade nella
seconda caratteristica del re. Spontaneamente, il popolo?
E' diviso;
meta' granfratellizzato, meta' ai giardinetti. E non ha
capi.
E dunque, resistenza: in violazione alla legge, si continuera'
a
governare. Da quel momento, pero', essendo il governo assolutamente
illegale, sara' da considerarsi decaduto il patto sociale.
Governera'
chi potra' - legge o non legge - e obbedira' chi vorra'.
Tutto sara'
reciprocamente giustificato. E sara', grosso modo, l'Argentina.
In effetti, gia' in questo momento, il governo non riconosce
piu' nelle
loro funzioni i magistrati. Un esponente autorevole, ministro
dell'interno, e' gia' stato mandato avanti ad avvertire
che dopo la
condanna penale il capo del governo continuera' a governare
lo stesso.
E' meglio non commentare, prima che le cose concretamente
si
verifichino, le mosse preparatorie come questa. Aspettiamo
di vedere
che cosa succedera' in caso di condanna. Poi valuteremo
se ci sara'
ancora l'obbligo giuridico di obbedire a questo governo.
E dovra'
essere una valutazione di massa.
* * *
In realta', il dopoberlusconi e' gia' cominciato. Tutti
lo sanno,
almeno i principali attori del dramma. Il protagonista,
in particolare,
sa che nel momento piu' acuto della crisi non potra' contare
su un
particolare sostegno ne' da parte del vice (che ha i suoi
programmi)
ne' da parte del polo neo-democristiano, che anch'esso ha
le idee molto
chiare. Potra' contare solo sulle debolezze della sinistra,
e sulla
latitanza del re: le une e l'altra, tuttavia, non necessariamente
eterne.
* * *
Se il capo del governo, nonostante la condanna penale, continuera'
a
governare, sara' un colpo di stato. Se il capo del governo,
in seguito
a una condanna penale, sara' impedito di governare, sara'
un mezzo
colpo di stato: un presidente legittimamente eletto (in
ossequio alla
democrazia) dai cittadini ma legittimamente cacciato (in
ossequio alla
legge) da un tribunale. Non se ne esce bene, in nessuno
dei due casi.
In ogni caso, siamo gia' a meta' strada dal Sudamerica,
e dovremo
remare parecchio per tornare in Europa.
La colpa, in ultima analisi, non e' del presidente ne' dei
giudici, ma
dei cittadini che hanno esercitato con leggerezza i poteri
che non
sapevano piu' d'avere. Essi infatti si considerano ormai
molto piu'
un'audience che un popolo sovrano.
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Mestiere. Una delegazione di esponenti del secondo piu'
antico mestiere
del mondo e' stata ricevuta ieri dal Presidente del Consiglio
su
iniziativa di don Benzi. "Il Presidente - ha raccontato
uno dei
partecipanti all'incontro, il giovane P.L.D. - si e' commosso
moltissimo nell'ascoltare le nostre storie. Quando gli ho
detto che
gia' a sedici anni ero stato violentato da un assegno di
parecchi
milioni mi ha interrotto: Basta, basta! Non voglio farvi
soffrire
oltre".
Nel congedare la delegazione, il Presidente ha ficcato in
mano a
ciascuno dei suoi componenti un mucchio di bisunte banconote,
per un
totale di cinque milioni a testa. Il che ha provocato le
proteste del
giovane P.L.D.: "Oh, Presidente! - ha cinguettato -
ma io per lei lo
faccio anche gratis!". "Bisogna capirlo - ha borbottato
don Benzi - non
e' colpa sua. La colpa' e' di quei vecchi marpioni che hanno
approfittato di lui da ragazzo e l'hanno avviato al mestiere.
Ma io non
ho paura a fare i loro nomi: Pintacuda, Curzi e Ferrara".
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Sondaggi. Secondo Eurisko (su Repubblica) l'ottanta per
cento dei
ragazzini non ha assolutamente alcuna idea (ne' gl'interessa
averla) di
quel che sta succedendo fra governo e giudici.
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Karakiri. Il supermegamanager Cecchi Gori e' finito sotto
inchiesta per
faccende legate alla sua gestione della Fiorentina. Con
tutto il
rispetto per gli amici di Firenze, non me ne importa granche'.
M'interessano invece due altre sue curiose faccende di cui,
chissa'
perche', i giornali non parlano piu'.
La prima e' l'indagine per riciclaggio (novembre 2000) a
carico di due
dirigenti del gruppo Cecchi Gori, Luigi Barone e Paolo Cardini.
L'indagine riguardava le posizioni personali dei due manager
e non
coinvolgeva il gruppo in quanto tale.
I due, sicuramente, saranno stati assolti con tante scuse.
Ma il fatto
e' che da allora non se n'e' saputo piu' niente, e anche
allora questa
notizia era stata ripresa quasi solo da noi.
La seconda e' l'indagine, a carico stavolta di Cecchi Gori
in persona,
per voto di scambio con mafiosi aperta dalla magistratura
siciliana
qualche tempo fa, e di cui pure non s'e' saputo piu' niente.
Cecchi
Gori, candidato del centro sinistra ad Acireale vicino Catania,
avrebbe
contattato dei mafiosi per cercare voti.
Va bene, siamo piu' sul Franchi e Ingrassia che sulla Piovra:
m'immagino il Cecchi Gori che sulla piazza del paese avvicina
un
signore con baffi e coppola indicatogli da qualche galoppino
locale e
con aria disinvolta gli fa: "La mi scusi, ocche' lei
e' un maffioso?".
Ugualmente, pero', vorrei sapere come sono andate le cose,
e
soprattutto vorrei sapere che fine hanno fatto quei dirigenti
di Ds e
Margherita che hanno avuto la brillante idea di candidare,
in zona di
mafia, non un antimafioso ma un Cecchi Gori. Immagino che
avranno fatto
karakiri al tramonto, sulla riva dello Ionio, a cio' sollecitati
da una
perentoria lettera pervenuta da Roma. Oppure e' bastato
il karakiri
elettorale?
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Promemoria. Il presidente operaio, in realta', e' un muratore.
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Pianeta. Studio americano: l'adolescenza termina a 34 anni.
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Cina. Centosedicimila morti sul lavoro fra il gennaio e
il novembre del
2001.
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Cronaca. Palermo. Rivolta dei genitori alle elementari di
Pallavicino,
uno dei quartieri piu' poveri della citta', contro l'iscrizione
a
scuola di sette bambini zingari.
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Cronaca. Roma. Centro d'accoglienza per adolescenti immigrati,
a pochi
chilometri dalla capitale, preso d'assalto con mazze e bastoni
da un
branco di ragazzi locali fra i sedici e i venticinque anni.
La sera
prima uno degli ospiti del centro aveva detto "carina"
a una ragazza
indigena in discoteca.
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Cronaca. Mestre. Fermati a capodanno dalla Finanza, al casello
dell'autostrada, con quindici chili di una misteriosa polvere
bianca,
sarebbero rimasti in carcere quindici giorni in attesa delle
analisi
della sostanza sospetta; scarcerati, alla fine, perche'
si trattava di
citrosodina. L'episodio viene segnalato dall'Aduc (Associazione
per i
diritti degli utenti e consumatori).
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Cronaca. Roma. Pestato dentro il suo studio a colpi di mazza
un
avvocato, ebreo. Prognosi di una settimana. Si occupava
di processi
riguardanti "formazioni di estrema destra e legate
all'integralismo
cattolico". Nessuna parola durante il pestaggio, condotto
da due
picchiatori professionisti. (Nello stesso palazzo, una settimana
prima,
devastato appartamento di inquilina ebrea).
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Cronaca. Palermo. "Ammonito" con una serie di
lettere minatorie il
funzionario del comune di Licata (Palermo) che aveva firmato
l'ordinanza per la demolizione di 68 villini abusivi costruiti
sul
litorale.
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Cronaca. Roma. Sulla base di un Regio Decreto del 1925 il
preside del
liceo Virgilio ha costituito il corpo insegnante in Commissione
d'inchiesta per individuare i responsabili della recente
occupazione
dell'istituto. La Commissione, che agisce in stretto coordinamento
con
le Forze dell'Ordine e il Tribunale dei minori, ha finora
individuato
una ventina circa dei caporioni dell'occupazione, a carico
dei quali
verranno individuamente prese tutte le misure che saranno
ritenute
opportune. Non sono per il momento previste, per motivi
burocratici
legati al mancato aggiornamento delle leggi, pene corporali.
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Cronaca. Caltanissetta. Prosegue la protesta dei giovani
del call
center Alenia (un sub-appalto telecom) licenziati tre settimane
fa con
una procedura estremamente moderna e innovativa: il due
gennaio,
accendendo il computer all'inizio della loro giornata di
lavoro, si
sono visti comparire a monitor il messaggio: "Il vostro
contratto e'
scaduto. Cordiali saluti. Game over!".
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Cronaca. Torino. Proseguono le indagini per le tangenti
all'ospedale
delle Molinette, arrestati i manager Luigi Odasso e Mario
Chiesa.
Regali ad esponenti politici, mazzette per 390 milioni,
milleseicento
tessere comprate per un partito di governo. Gli imputati,
che saranno
ascoltati domani dal sostituto procuratore Antonio Di Pietro,
sarebbero
secondo indiscrezioni orientati a collaborare con la giustizia.
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Cronaca. Messina. Cinque condanne per le "infiltrazioni
mafiose"
all'universita', dove il traffico di droga e quello degli
esami si
affiancavano con tranquilla regolarita'. La notizia e' data
con
pochissimo risalto dai giornali siciliani.
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Cronaca. Palermo. Nell'ambito delle manovre tese a favorire
il
passaggio dalla lira all'euro, una simpatica iniziativa
e' stata presa
dagli spacciatori di droga del rione Settecannoli, dove
i prezzi delle
dosi sono stati arrotondati verso il basso per tutti gli
acquirenti che
pagheranno in contanti e in euro.
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Cronaca. Roma. E' degenerata in lite, con conseguente intervento
dei
carabinieri, l'accesa discussione fra uno spacciatore e
un cliente
sulla valuta di pagamento di un piccolo quantitativo di
droga.
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Cronaca. Agrigento. Rinviato a giudizio il costruttore Demokratos,
reo
di aver costruito un (ingombrante) tempio dedicato agli
dei in una zona
di fatto destinata dagli abitanti, sia pure con qualche
migliaio d'anni
di ritardo, a uso speculativo e residenziale.
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fausto<fcaffa@tin.it> wrote:
<Caro Riccardo, qualche tempo fa hai scritto che "nel
centro di Catania
tutt'e cinque le edicole espongono un solo quotidiano, La
Sicilia
dell'editore Ciancio; tutti gli altri non vengono esposti,
ma
semplicemente forniti a richiesta; "Repubblica"
viene fornita senza le
cronache regionali per non fare concorrenza a La Sicilia".
Ho girato il tuo pezzo a Gianni Riotta: "Caro Riotta
- gli ho scritto -
ma questo e' il suo amico Ciancio, di cui lei ha parlato
su Specchio a
proposito di sicilitudine?"
Ed ecco cosa mi ha risposto Riotta: "Caro amico, non
conosco la
situazione che descrive ma certo sono per la vendita di
tutti i
giornali sempre e comunque, anche a Catania. Lo diro' ai
Ciancio. Un
caro saluto, Riotta".>
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Palestina/Israele. Il sito www.palestinanelcuore.it, curato
da
un'esponente autorevole dell'Autorita' palestinese, e' linkato
fra
l'altro col sito di Radio Islam; il quale ultimo, fra i
suoi link,
ospiterebbe anche materiali antisemiti, fra cui concetti
tratti dai
Protocolli dei Savi di Sion, il famoso pamphlet antisemita
a suo tempo
inventato dalla polizia zarista.
La segnalazione e' di un'amica ebrea che, dopo averla mandata
a
numerose testate giornalistiche e televisive ("Ho spedito
un centinaio
di mail denunciando questo") che l'hanno rimossa, si
e' infine rivolta
alla "Catena" perche' questa notizia non risultasse
ignorata. La
riprendiamo, com'e' nostro dovere, e ci permettiamo tuttavia
di
aggiungere delle considerazioni.
1) Se quanto segnalato e' vero, non e' la prima volta che
la lotta di
liberazione palestinese viene inquinata da rigurgiti antisemiti.
Non
sono mai stati, a mio parere, determinanti; e tuttavia ci
sono. Su
questo bisogna essere chiarissimi: la politica del governo
israeliano
e' una cosa, il rispetto per il popolo ebraico un'altra.
"Ebreo" e
"israeliano" sono due parole diverse. Questo vale
per tutti: ne' gli
israeliani possono invocare la Shoa per giustificare il
diritto a una
politica coloniale; ne' i palestinesi possono dimenticare
la Shoa nel
momento in cui i figli delle sue vittime agiscono con violenza
contro
di loro. Molto di piu' questo dovere incombe sugli intellettuali
europei delle due parti, che non hanno - come israeliani
e palestinesi
- l'attenuante delle violenze patite in passato o adesso.
2) Antisemitismo (tecnicamente: ostilita' per i popoli semiti)
e', a
mio parere, sia l'odio che si rivolge contro gli ebrei in
quanto tali,
sia quello che si rivolge contro gli arabi in quanto tali.
Fallaci, in
questo senso, equivale esattamente a Interlandi. In Europa
e in America
(perche' nessuno mai nota questo?) i gruppi, le culture
e i partiti che
oggi si esprimono *razzialmente* contro gli arabi sono esattamente
gli
stessi che ieri (ma anche oggi) si esprimevano contro gli
ebrei.
3) La follia, l'egoismo e la barbarie delle classi dirigenti
delle due
parti sono ormai pressoche' equivalenti. Entrambe tradiscono
i
rispettivi popoli. Sharon tradisce l'Exodus, tradisce Israele.
Hamas
tradisce le Mille e una Notte e il Saladino, tradisce la
lunghissima
tolleranza mediorientale fra le religioni. Entrambi si giustificano
(in
buona fede, purtroppo) con la ferocia del nemico. Entrambi
scherniscono
e cacciano, o uccidono addirittura, i propri esponenti non-fanatici
e
meno votati alle stragi. Entrambi preparano altre stragi,
entrambi
giustificano o negano le stragi passate. Entrambi.
Entrambi: e' questa la parola-chiave, oggigiorno, per capire
la
Palestina/Israele. Entrambi ormai sono terroristi. Entrambi
sono ormai
privi della capacita' di gestire razionamente se stessi.
Questo
significa che una terza parte - io auspico che sia l'Europa
- prima o
poi dovra' intervenire sugli uni e gli altri, prescindendo
dalle loro
volonta', esattamente come si fa per i bambini o i pazzi.
Costoro -
israeliani e palestinesi - sono infatti oramai molto piu'
pericolosi
per il mondo di quanto lo siano stati i talebani. Entrambi.
Mi rendo conto di quanto questa posizione sia impopolare,
di quanta
ostilita' possa attrarre dai simpatizzanti "turistici"
dell'una e
dell'altra parte. Io credo che per un intellettuale europeo
essa sia
ormai doverosa. La bestiale politica degli uni e la cupa
ferocia degli
altri hanno ormai portato a questo bel risultato, che in
quella parte
del mondo e' ormai considerato normale uccidere o fare uccidere
bambini: lo scrivono sui muri gli uni, e gli altri lo proclamano
sui
giornali. E' per questo, e non per gli squallidi "revisionismi"
gonfiati dai media di qualche professore rimbecillito, che
oggi
l'antisemitismo e' tornato fra i protagonisti della scena
culturale.
Quando i palestinesi oggi (a ragione) gridano: "Gli
israeliani
bombardano i nostri bambini", io rispondo: "Pensate
alle persone
innocenti che avete ucciso con le vostre bombe". Quando
gli israeliani
(a ragione) denunciano: "Costoro danno spazio agli
antisemiti", io
rispondo: "Ma voi, *qui ed ora*, siete una Wermacht".
Ecco. Nessuna solidarieta', ne' agli uni ne' agli altri;
che pure, per
diversi motivi, la meriterebbero entrambi. Ma la solidarieta',
oggi,
confina con l'essere complici. E' un modo di rimuovere l'insieme
della
tragedia, di parlar d'altro. Noi europei - gli iniziatori
storici, in
realta', del dramma di Palestina/Israele - non abbiamo questo
diritto.
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Italiani. "Medaglia d'oro al valor civile al signor:
Mihai Ciobanu".
Data del conferimento: 1-6-2001. Motivo del conferimento:
"Con grande
coraggio e generoso slancio, si tuffava nelle vorticose
acque del
Brenta riuscendo, dopo reiterati tentativi, a trarre in
salvo tre
bambini in procinto di annegare. Nobile esempio di umana
solidarieta' e
virtu' civiche. 15 agosto 2000 - Campo San Martino (PD)".
Bookmark: http://www.quirinale.it/onorificenze/
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I talebani incatenati, trattati da bestie e da simboli del
male. La
maggior parte di loro, probabilmente, non ha mai nemmeno
capito bene
perche' gli americani adesso li bombardassero invece di
continuare a
paracadutargli aiuti. "Signor colonnello! Ci stanno
bombardando! Chi?
Gli americani signor colonnello! Gli americani si sono alleati
coi
sovietici!" avrebbe forse riferito concitatamente al
telefono un
ipotetico tenente Ali' ben Sordi.
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(Dedicato a Campanile). Il generale Juan Domingo Peron -
sostengono i
peronisti - fu sconfitto si' dalle bieche forze della reazione,
ma
prima di morire paro' con astuti provvedimenti le manovre
di
quest'ultima, preparando cosi' abilmente le condizioni per
un ritorno
al potere dei suoi fedelissimi descamisados. I quali, fra
un cacerolazo
e l'altro, scandiscono con gratitudine nei cortei: "Peri'
Peron/ pero'
paro'/ y preparo'".
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gioachino<pasq@libbero.va> wrote:
< M'arrivo' inzino a ddi' un cherubbiggnere
Che mmo' lloro li ladri, anche a ttrovalli
Magaraddio sull'atto der mestiere,
Nun ze danno ppiu' ppena d'acchiappalli,
Perch'er Governo se pijja er piascere,
Carcerati che sso', dd'arilassalli;
E un ladro er giorn'appresso e' un cavajjere,
Che ffischia bbrigadieri e mmaresscialli.
Dimola fra de noi, for de passione,
Ner rissciojje li ladri e ll'assassini
Me pare ch'er Governo abbi raggione.
Li locali so'ss ppochi e ppiccinini,
E ssenz'ariserva' cquarche ppriggione
Dov'ha da mette poi li ggiacubbini? >
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it -- Fa'
girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?"
(Giuseppe
Fava)