2 dicembre 2001
In trecentomila manifestano a Madrid contro la riforma scolastica
di Aznar, diecimila a Roma contro la Moratti. E' un titolo
del Manifesto di oggi.
martedì 11 dicembre 2001
Tema del giorno: la riforma dei cicli - i ragazzi stanno
occupando la scuola per questo e noi insegnanti abbiamo
domani una riunione sindacale in vista dello sciopero del
pubblico impiego di Venerdì. Ho salvato sul dischetto
la proposta del Grl (il gruppo ristretto di lavoro nominato
dal ministero con a capo Bertagna) e adesso sto leggendo
la rivista Carta, dedicata alla Moratti e alla sua riforma.
Meglio del documento: 80 pagine di parole di tecnici - tutti
maschi bianchi cattolici e tutti provenienti dall'università.
Pare che si ispiri al modello tedesco. Mi viene in mente
il racconto di una mia collega, figlia di emigranti, emigrante
anche lei negli anni settanta in Germania. Nel Nordrhein-Westfalen
i figli degli emigranti - italiani e altro - frequentavano
per lo più la Hauptschule o la Sonderschule (avviamento
professionale). Il disegno era chiaro: ai figli degli emigranti
erano riservate queste scuole perché questo potevano
fare da grandi: gli operai delle aziende tedesche, quando
andava bene. In ogni caso frequentarle significava marcare
ulteriormente le differenze, l'estraneità a una cultura
e a una società che li tollerava a malapena come
forza-lavoro. E da noi oggi, cosa significheranno le scuole
di avviamento professionale?
Si prevede anche la creazione dell'ordine degli insegnanti.
Come direbbero le Jene: una grande, strepitosa cazzata.
Mercoledi 12 dicembre
Appunti dal libro L'ultima lezione. La
solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più
ritrovato. Einaudi, 1992 . Federico Caffè è
un economista. E' nato a Pescara, nel 1914 ma è vissuto
quasi sempre a Roma, passando metà della sua vita
in via del Castro Laurenziano, sede della facoltà
di economia e commercio, come professore di Politica economica.
Ed è a Roma che è scomparso la notte tra il
14 e il 15 aprile del 1987. Lo cercarono per tre mesi, i
suoi allievi. Poi si arresero e rispettarono il mistero
- suicidio, chiusura volontaria in un convento, semplice
scomparsa? - che così passa alla storia, anche attraverso
questo libro.
Si comincia dalla fine dunque in questa ricostruzione che
Ermanno Rea fa della figura di Federico Caffè. Figura
d'altri tempi. Figura di un professore che ha dedicato tutta
la sua vita, e forse anche la sua scomparsa, al suo ruolo
e all'alto significato che gli conferiva. Il periodo sul
quale Rea si concentra va dall'ultima lezione - 1984 - alla
sua scomparsa - 1987.
E' il periodo in cui il welfare state in Italia viene progressivamente
(craxianamente) e "ottimisticamente" demolito.
Le idee di Caffè, di una politica economica dello
Stato che non si arrendesse al gioco della borsa e che tenesse
presente l'elementare diritto di tutti a una vita dignitosa,
venivano sconfitte e derise. Caffè si sentiva sempre
più un sopravvissuto.
14 dicembre 2001
Giornata di vacanza, aderisco allo sciopero dei cobas. A
difesa dell'articolo 18.
La mia collega mi confessa: sciopero semplicemente per potermi
guardare allo specchio senza sputarmi in faccia non
che possa servire a qualcosa, ma almeno posso dire che mi
sono opposta, che non sono stata complice
18 dicembre 2001
Oggi ho parlato con i miei alunni, indecisi se essere in
autogestione o in assemblea permanente, mentre alcuni di
loro erano impegnati in un sit-in di protesta per lo sgombero
e le denunce ai ragazzi che hanno occupato il liceo per
una settimana. Avevo con me il documento Bertagna. Abbiamo
parlato di cosa significa pubblico e cosa significa privato,
abbiamo parlato di buoni scuola - pochi di loro sapevano
cosa fossero, li confondevano con i buoni libro. Forse mi
sono accalorata un po' troppo a spiegare il giro geniale
dei soldi pubblici che attraverso i buoni scuola finiscono
alle scuole private venendo così, forse, sottratti
alle scuole pubbliche. Esattamente nello stesso momento
in cui nella loro mente si chiariva il meccanismo semplice
e geniale del sistema dei buoni libro, è scattata
l'autodifesa, bonaria, ironica, ma comunque autodifesa:
professoressa, ma lei sta facendo politica! Eh, eh nella
mia mente in un lampo i manifesti di Forza Nuova e gli articoli
sul telefono azzurro - quello istituito da un deputato di
Forza Italia per invitare a denunciare i professori di sinistra
19 dicembre 2001
Partono gli Stati generali della scuola. A Roma Letizia
Moratti col suo bel taier e la faccia di plastica, intimorita
e stupita; a scuola gli insegnanti senza alunni - sit-in
prefettura - assistono con Rai-sat all'evento, imboscati,
disillusi, sotto sotto contenti che ci abbiano pensato i
ragazzi a fare un po' di casino. Loro sono troppo stanchi.
O sono contrari. Oppure vogliono capire prima cosa dice
il documento Bertagna forse c'è qualcosa di
buono ricordate la riforma Berlinguer?
23 dicembre 2001
Sul Manifesto, oggi, Franco Carlini, in un articolo dal
titolo L'altruismo conviene, prosegue il discorso
iniziato nel numero del due dicembre con un articolo dal
titolo L'altruismo del pinguino, sottotitolo: Il pacifismo
non va più di moda. E ora anche gli osservatori
più aperti e democratici cominciano a pensare che
la natura umana sia essenzialmente aggressiva. Eppure ci
sono esempi opposti. Basta fare un giro in Internet, dalle
parti di Linux.
Molto interessante seguire il ragionamento di Carlini in
questi due articoli. Si parte dalla guerra: la natura umana
è aggressiva, la guerra è ineliminabile, sembra
la conclusione dei dibattiti sui giornali in questi mesi
(Carlini cita Scalfari e Ostellino). Ma, dice Carlini, "natura
è termine metafisico e indefinito, trattandosi di
un originale risultato di ereditarietà, cultura,
ambiente, conflitti: un prodotto storico insomma, sia che
si tratti di uomini che di piante di pomodoro". Rivolgiamoci
allora agli esempi concreti. Carlini si occupa di economia
e di rete. Parla di Bill Gates e Linus Torvalds, il confronto
è tra il software protetto e quello aperto - Open
Source - cioé fra la difesa a oltranza della proprietà
e un'esperienza che si muove fuori dalla logica di mercato.
( Confronto che viene poi chiarito dalla recensione di Raffaele
Mastrolonardo al libro di Mariella Berra e Angelo Raffaele
Meo Informatica solidale, Bollati Boringhieri, 2001).
Linus Torvalds e altri come lui non sono dei benefattori,
- "Non scambiatemi per Madre Teresa di Calcutta"
dice Linus Torvalds nella sua autobiografia Rivoluzionario
per caso, Garzanti, 2001 - e ha ragione, conclude Carlini,
"Le ragioni dell'altruismo da tempo sono terreno d'indagine
degli studiosi e il caso del software aperto le ripropone,
mettendole in nuova luce".
Tornando oggi sull'argomento Carlini spiega perché.
Dice: "si può sostenere che : .1.il comportamento
altruista e cooperativo non è solo residuo di società
arcaiche e preindustriali; 2. che esso non è solo
l'altra faccia dell'egoismo umano; 3. ma invece è
un elemento modernissimo e essenziale del nuovo mondo che
si va plasmando e che, in quanto tale, dovrebbe semmai risultare
interessante anche per i più lungimiranti tra i capitalisti
- la qual cosa del resto si va già verificando".
Carlini passa in rassegna alcune teorie, quella biologico-determinista,
quella basata sul comportamento, le teorie sull'operatore
razionale che tanto affascinano gli economisti, ma particolarmente
interessante è, alla fine, l'uso della teoria matematica
dei giochi.. Se n'è occupato, negli anni ottanta,
Robert Axelrod, applicandola ai comportamenti cooperativi
o egoistici. Una conclusione: "la strategia migliore
tra quelle scese in gara era molto semplice e relativamente
poco egoista; si chiama "Tir for tat" che si potrebbe
tradurre "Colpo su colpo" e consiste nel cooperare
in linea di principio, ma nel defezionare (restituire il
tradimento) se nella giocata precedente l'altro ha tradito;
si riprende poi a collaborare fino a nuovo tradimento".
Questi studi sono poi proseguiti con Martin A. Nowak, biologo
e matematico viennese . Certo, si tratta di sistemi matematici
e i risultati sono di tipo statistico, ma sono "comunque
significativi perché possono gettare qualche luce
su una caratteristica tipica solo degli umani, ovvero sulla
ricchezza della socialità e sulla complessità
delle azioni umane che non è possibile piegare ai
modelli deterministici più stretti".
Vale la pena riflettere su questi temi. Forse davvero "un
altro mondo è possibile?"