27 agosto 2001
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Beh, la Sicilia torna ad essere divertente e sembra avere
tutta
l'intenzione di restarlo per i prossimi anni, senza piu'
quelle storie
noiose di capitani Ultimi e Borsellini Falconi che veramente
avevano
cominciato a scocciare (e ormai i ministri dicono in pubblico
che si
puo' benissimo convivere con la mafia) sia i palermitani
che i
milanesi.
Il presidente della regione, Cuffaro, ha deciso di valersi
dei poteri
del (fin qui negletto) vecchio statuto regionale per attribuirsi
la
carica di capo della polizia in Sicilia, in relazione all'ordine
pubblico a partire dall'anno nuovo. Nell'isola operano gia'
(come anche
in Lombardia) diverse "polizie provinciali" con
tanto di divisa,
istituite per controllare il territorio montano e utilissime
ai
cercatori di funghi.
Nel caso della regione siciliana pero' (e domani lombarda,
nordestese e
cosi' via) di polizia vera e propria si tratta, compresi
i carabinieri.
Se la dovoluscion fosse arrivata prima, responsabile dell'ordine
pubblico in Sicilia sarebbe potuto essere direttamente Ciancimino.
* * *
A Catania, sempre nel quadro della devoluscion, i consiglieri
provinciali decretano: "A partire dal corrente momento,
non vogliamo
essere piu' chiamati consiglieri provinciali. La provincia
di Catania,
terra illustre che comprende Mascalucia, Sant'Alfio, Nicolosi,
Belpasso
e cent'altri nobili paesi che fulgono nella storia delle
lettere e
delle arti (applausi) non puo' piu' essere governata da
banali
consiglieri. Da oggi, ci nominiamo Onorevoli, con decorrenza
immediata.
Onorevoli colleghi, al secondo punto dell'ordine del giorno...".
* * *
Ai Templi, ad Agrigento, manca l'acqua: un'ora alla settimana,
quando
va bene, e dunque nei (pochi) servizi igienici ad uso dei
turisti la
scritta dice "Chiuso". La Sovrintendenza: "Ci
deve pensare il Comune".
Il Comune, pero', ha cose piu' serie a cui pensare. L'ex
sindaco Sodano
(eletto plebiscitariamente deputato nazionale) e' impegnatissimo
a
rimettere al suo posto i giudici che, ogni tanto, sequestrano
una
costruzione abusiva (fra cui le sue). E' giu' furibonde
interpellanze
al governo: "Mandate immediatamente un'ispezione a
questi giudici
communisti e amici di legambiente che reprimono la liberta'
edilizia
dei cittadini!". E il governo (il governo, in Italia,
e' un posto dove
fanno entrare anche gli Sgarbi) senza por tempo in mezzo
esegue e
manda. E il giudice De Francisci, che era nel pool antimafia
insieme
con Falcone, deve perdere il suo tempo a spiegare pazientemente
agli
ispettori ministeriali che forse costruire una villa abusiva
accando a
un tempio dorico non e' tanto legale...
Nel frattempo, i disgraziati (e incoscienti: perche' non
s'informano
prima su chi sono gli abitanti di Akragas oggi?) turisti
continuano a
far la fila davanti all'unica toilette dell'unico bar della
zona,
sforzandosi eroicamente di trattenerla. Perche' sono turisti:
fossero
stati agrigentini, non avrebbero esitato un attimo a fare
i loro
bisogni fra le colonne del primo tempio.
* * *
A Taormina, invece, un regista teatrale ultramoderno aveva
deciso di
mandare in scena al Teatro Antico un'Aida con le ballerine
del coro a
seno nudo. Beddamatri! Sollevazione dei genitori delle artiste
("A
picciridda mia ch'i minn'i fora? Dionescanselibberi!")
e Aida
regolamentare come Ammon comanda, coi pepli fino alle caviglie.
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Italia. E' rientrata anticipatamente dalle ferie in Tirolo
Annalise
Krukkendorf, l'infermiera professionista incaricata di vegliare
sulla
salute dell'ex presidente della Repubblica, e di Gladio,
Francesco
Cossiga.
Approfittando dell'assenza di frau Annalise, infatti, l'ex
presidente
si era imposto facilmente sul restante personale sanitario,
rifiutandosi di prendere la dose quotidiana di Valium e
proclamando "Io
sono statto un presidente, io! Adesso glielo spiego io,
a quei quattro
dilettantti che fanno finta di fare un governo, come si
fa a tenerre al
suo posto i communistiii!". E senza por tempo in mezzo
s'e' affacciato
al balcone in pigiama a righe e ciabatte: "Lasciateli
fare tutto quello
che voglionno - ha proclamato al popolo - a quei blacchiblocchi,
cosi'
loro sfasciano tutto e poi la gente s'incazza! Allora arrivo
io col
carro armato e la gente non s'incazza no con me ma mi batte
le mani!
Perche' la gente e' stuffa! E allora arrivo io col carrarmatto!
Come
sono arrivato a Roma! Come sono arrivato a Bologna! Perche'
io si' che
lo so come si trattano i communi..." (infermiere).
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Ordine pubblico. I poliziotti lamentano, tramite sindacato,
che "cosi'
l'ordine pubblico lo decidono le Procure". I questori
denunciano per
"notizie false e tendenzione" i giornalisti sopravvissuti
alle legnate
di celerini impazziti e black block. Quello a cui hanno
sfasciato la
telecamera a sprangate non solo e' rimasto senza telecamera,
ma gli
tocca anche cercarsi un avvocato. Dell'Utri e' a piede libero,
e Sgarbi
fa il viceministro del ministero da cui era stato condannato
per
truffa.
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Informazione 1. E' ufficiale: nel caso della contessa Augusta
c'entrano
i soldi di Craxi, e anzi stanno cercando di farli sputar
fuori a chi se
l'e' fregati. Perche' queste notizie arrivano a Ferragosto
e,
soprattutto, perche' sui giornali italiani di questa storia,
prima di
Ferragosto, non e' uscito quasi niente?
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Informazione 2. Il tono ufficiale e vagamente schifato dei
telegiornali
quando usano il termine "la donna" per indicare
la moglie di Milingo.
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Informazione 3. Rientro. "Milioni di italiani si sono
messi in viaggio"
eccetera e "viaggiano con tempo buono e carburante
meno caro".
Rileggere ad alta voce questa frase, cercando di imitare
il tono di
entusiasmo e di riconoscenza (per la fortuna climatica e
per il
benefico governo) dei telegiornali.
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Monarchico. La storia della ragazza madre che diventa principessa
(il
principe azzurro e' un gran bravo ragazzo con gli occhiali)
e che
disarma tutti gli stronzi del regno con la sua gentilezza.
E' una gran
bella storia. Ahime', temo di essere monarchico, per Dna,
nel profondo
del cuore. Meno male che ci sono i Savoia a tenermi repubblicano
(Ma
sentite: e se facessimo regina la Bianca Berlinguer? Cosi'
si risolve
in un colpo il congresso dei Ds, si sfila la poltrona da
sotto il culo
di Berlusconi (che vuol diventare presidente, con Fini primo
ministro),
si va in culo ai savoiardi e si fa pure bella figura: fra
mandare
all'estero la Bianca e mandarci un Bossi o un Dell'Utri...).
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Oddio. Bisogna imitare Schroeder e Tony Blair, comincia
a dire qualcuno
dentro i Ds. "Non piango perche' mio figlio perde a
poker, piango
perche' si vuole rifare".
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Autunno. Alla fine dell'estate, oltre a qualche centinaio
di migliaia
di gatti e cani, ci si accorge che e' stato dimenticato
in casa o per
la strada anche un numero imprecisato di vecchi, che era
impossibile
portarsi dietro in vacanza. Ne sono morti quattro, mi sembra;
date le
circostanze, non molti. Sono circa tre milioni gli anziani
che vivono
in completa solitudine in Italia.
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America. Arrestato per truffa il capo della societa' che
si occupa
della sicurezza alla McDonald's, John jacobson. Con alcuni
complici
distribuiti nelle principali sedi della catena aveva organizzato
un
meccanismo per fregarsi i premi (teoricamente destinati
ai clienti) del
concorso "Chi vuole essere un milionario?" organizzato
dalla McDonald's
per ovviare alla diminuzione dei clienti.
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Pianeta. Il sultano di Brunei, "l'uomo piu' ricco del
mondo", e' finito
sui giornali italiani per una sua lite miliardaria con un
suo fratello.
Particolari pittoreschi, sorriso da storia esotica, ovviamente.
Ma cosa
vuol dire "l'uomo piu' ricco del mondo" al tempo
della globalizzazione?
Il computer con cui sto scrivendo mica sara' stato fabbricato
da
un'azienda di proprieta' del sultano? E il telefonino? Siamo
sicuri che
non possano esserci quote sue, che so io, nella Montedison
o nella
Deutsche Telecom? E in Rete Quattro? E nel Corriere?
Tecnicamente, oggigiorno e' difficile essere solo il sultano
del Brunei
e non anche di qualche altra cosa. Un nababbo all'altro
capo del mondo
oggi in realta' e' come averlo qui a Milano.
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Cronaca. Napoli. Aldo Cerbone, incensurato, sessantenne,
arrestato dai
carabinieri dopo una serie di tentate rapine ai danni di
alberghi del
litorale. Il Cerbone si presentava ai rapinandi armato di
una
draghinassa del Cinquecento. Dovra' rispondere di rapina
aggravata e
porto abusivo di arma bianca.
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Cronaca. Lamezia. Incursione notturna nell'ufficio appalti
del comune.
Distrutte le buste con le offerte delle cooperative "Vita
nuova" e "La
scolastica". Lasciata integra quella della cooperativa
"Five".
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Okkupazione. <Si e' svolto domenica 19 agosto presso
il centro sociale
occupato autogestito (CSOA) "Valle Faul" di Viterbo
un incontro di
studio dedicato alla figura e all'opera del poeta latino
Catullo. Si e'
proseguita la lettura integrale e commentata dell'opera,
utilizzando
anche, e mettendo a confronto, alcune delle piu' note e
pregevoli
traduzioni italiane, tra cui quella di Salvatore Quasimodo.
In
relazione al centenario della nascita di Quasimodo sono
state lette
anche varie poesie sia del periodo ermetico che della fase
dell'impegno
civile, e traduzioni non solo da Catullo ma anche dai lirici
greci.>
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Angelo wrote:
<Oddio e' vero che certe posizioni una volta non si sentivano
ma, anche
se minoritarie c'erano. Quello che spaventa in queste persone
e'
l'assoluta ignoranza di tutto quello che e' la storia passata
del ns
paese. Io credo che la colpa piu' grande di questi ultimi
vent'anni sta
nell'aver permesso che si affermasse la cultura delle tv
della
pubblicita' del formaggino mio come dice grillo. E la colpa
di questo
e' della sinistra che ha smesso di avere valori. Comunque
c'e' anche da
dire che il livello dei nostri politici e' da repubblica
delle banane
leggiti l'intervista di cossiga sui vertici Fao e Nato parla
di usare
carrarmati e a uno cosi' che ormai ha perso (ammesso che
l'abbia mai
avuto) l'uso della ragione i giornalisti continuano ancora
a
intervistarlo anziche' aprire una petizione per mandarlo
in una casa di
cura.>
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Marco wrote:
<Io dico solo una cosa: le lettere pubblicate da parte
di sedicenti
giovani di destra dimostrano una volta di piu' che essere
di destra
oggi non e' credere nei valori dell'autoritarismo o del
liberalismo, ma
semplicemente riportare in modo ottuso e pedissequo la versione
Mediaset della storia e della vita. Usano le stesse parole
di Emilio
Fede, degli speciali di Canale 5 e dei fondi del Giornale.
Essere di
destra e' ben diverso. Io sono di sinistra ma con due omologati
come
roberto e erre19 non c'e' neanche gusto a rispondere. Non
c'e' nessuno
di destra all'ascolto? Qualche bel fascistone col quale
colloquiare di
patria, nazionalismo, militarismo, etc? Qualche vecchio
buon liberale
alla Montanelli? Siete tutti berlusconizzati?>
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P. wrote:
<Caro Riccardo sono un servo dello stato orgoglioso di
essere servo
dello stato sai noi siamo servi una volta dei rossi una
volta dei
centristi e alcune volte della destra, o ora va di moda
dei due poli. i
polizziotti sono incazzati non con la gente che manifesta
o va a
manifestare ma con i governuccoli precedenti che ci hanno
abbandonato
su tutto, hanno tentato anche di dividere il sindacato Siulp
con una
nuova sigla (silp per la cgl) solo per farci dividere e
smorzare i
malcontenti all'interno delle forze dell'ordine.
Si prende uno stipendio non dico da fame perche' molti italiani
sono
ancora sotto la soglia della poverta'.
Ma guardare lo stipendio (anche se non e' corretto ) di
un operatore
delle poste che dopo 6 anni di servizio prende quanto un
operatore di
polizia che ha quasi 18 anni di servizio, che le divise
quasi le
dobbiamo comprare noi le autovetture le laviamo noi (autovetture
inidonee al servizio di polizia) alcune volanti escono con
la stessa
auto che ha fatto gia' 24 ore di servizio, che la domenica
dobbiamo
andare a manganellare idioti che si rompono e ci rompono
la testa per
una palla o un colore di una maglietta, soldi dello stato
spesi
assurdamente innutilmente.
BE' CI SONO ANCORA 1000 MOTIVI PER DIRTI CHE LA BASE NON
E' INCAZZATA
SIAMO SERVI DELLO STATO MA SAI ANCHE LE FORMICHE OGNI TANTO
NEL LORO
PICCOLO MORDONO SAPPIAMO CHE CI SONO "COLLEGHI"
chiamiamoli cosi' che
si sono fatti prendere la mano non li giustifico come le
sinistre hanno
giustificato anni dietro alcune persone chiamandole solamente
"compagni
che sbagliano" se hanno sbagliato pagheranno sai e'
piu' facile far
pagare a uno delle forze dell'ordine che ad un omucolo con
la mazza o i
sassi che si nasconde dietro i pacifisti e che i pacifisti
nascondono
(con tutto il rispetto dei pacifisti veri)
La polizia anzi le forze dell'ordine sono civili democratici
sai che
eravamo cosi' impreparati che il venerdi' sera sono dovuti
andare a
prendere delle divise e dei lacrimogeni, vuol dire che le
forze
dell'ordine credevano in una manifestazione pacifica, ma
poi di
pacifico c'e' stato solo la pace dei sensi di quel ragazzo
morto ma i
vari agnoletto e casarini hanno sulla coscienza non solo
lui ma altre
cose e poi poi......va be' noi siamo servi dello stato ti
saluto pace e
bene>
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Perche' la new-economy va a ramengo e perche' l'internet
"ufficiale"
diventa sempre piu' bolsa? Perche' le grandi compagnie che
ci hanno
messo le mani si comportano come l'elefante nel negozio
di cristallerie
e riescono a sfasciare e rendere terrificantemente texane
persino le
innovazioni piu' interessanti.
Prendiamo - tanto per fare un esempio - il libro elettronico,
l'e-book.
E' un aggeggio - una specie di computerino dedicato, leggerissimo
- che
serve:
1) a leggere libri in formato elettronico;
2) a farli viaggiare in rete.
Punto uno: quale formato? Esiste da tempo un formato standard,
universalmente accettato sia in Win che in Mac, per le pagine
"editate", ed e' il formato PDF. Quando il signor
Gates o il signor
Jobs hanno bisogno di dirvi qualcosa ("vogliamo soldi
da te", "giu' le
zampe da questa release", "sarai mica un pirata
brutto stronzo?"), in
genere ve lo dicono con un bel file Acrobat PDF. Tanto e'
pacificamente
accettato e diffuso questo standard, che tutti i computer
sia Win che
Mac vengono forniti con un lettore Acrobat gratis compreso
nel prezzo
(vi sembra un po' un ossimoro, "gratis" e "prezzo"?
Non so che farci,
bellezze. Cosi' va il mondo).
Uno si aspetterebbe quindi che il naturale formato del libro
elettronico sia dunque, per non creare complicazioni, il
buon vecchio
PDF. Neanche per idea. Intanto, c'e' il solito Gates, come
da copione,
che deve assolutamente inventarsi un formato proprietario
tutto suo, in
modo che tutti gli utenti di Windows siano portati a usare
solo quello,
per non correre il rischio - uscendo, per una ragione qualunque,
da
casa Microsoft - di essere adescati da una qualunque concorrenza.
Vabbe'. Gates e' cattivo e si sapeva. Ma PDF non e' di Gates,
e' di
un'azienda - la Adobe - che nasce fuori e contro i monopoli
gateschi e
che ha nel suo pedigree un bel quattro quarti di nobilissimi
antenati
macchintosciani. E allora... Allora un tubo, perche' Adobe,
di fronte
al libro elettronico, prende il suo efficiente e riconosciuto
da tutti
PDF, lo impacchetta, lo getta nella spazzatura e poi mette
in azione il
trituratutto.
Insomma, come formato di libro elettronico Adobe non sta
sostenendo
affatto Adobe Acrobat, ma anzi lo sta sabotando in tutti
i modi.
Perche'? Perche' Acrobat e' diffusissimo, efficientissimo
e gratis. E
quest'ultima parola crea crisi di coscienza terrificanti
ai manager
Adobe, come a quelli di qualunque altra multinazionale.
(A proposito,
lo sapevate che i manager multinazionali in crisi tendono
sempre piu' a
rifugiarsi nelle sette fondamentaliste e nei revival religiosi?
Beh,
adesso lo sapete. Ma questo e' un altro discorso).
Allora, Adobe s'inventa un suo formato proprietario a pagamento
(naturalmente, molto piu' racchio di Acrobat: ma tanto,
degli utenti
chi se ne frega?) e parte lancia in resta per imporlo -
a pagamento -
al pubblico del libro elettronico, con abili manovre di
marketing. Che
abili manovre? Beh, per saperlo bisogna andare al Punto
Due (vedi
sopra), quello che dice "far viaggiare i libri elettronici
in rete". E
allora, siore e siori, avanti col secondo punto.
Punto due: il libro elettronico e' bello perche' un libro
di carta non
lo puoi mandare via internet (avete provato a infilare un
Sellerio nel
lettore CD?) mentre quello elettronico si'. Giusto? Il libro
elettronico garantisce dunque la massima liberta' di scambio
dei
contenuti. Ehi, ma c'e' il copyright! Certo, signora guardia,
c'e' il
copyright ma mica tutti i libri sono coperti dal copyright.
Lasciamo
perdere la Divina Commedia (una volta una ditta italiana
fece causa a
un'universita' per difendere il copyright del sig. Alighieri
di cui
essa, a suo dire, si considerava depositaria...) e andiamo
a
Cappuccetto Rosso, alla Bella Addormentata, a Biancaneve...
mica c'e'
copyright su di loro... anche perche' gli autori delle fiabe
sono morti
da centinaia di anni e dunque eccetera eccetera.
Bene, i manager dell'Adobe, nel quadro dell'astuta operazione
di
marketing di cui sopra, decidono di prendere Alice nel Paese
delle
Meraviglie (niente copyright: il povero Lewis Carroll ha
lasciato in
pace equazioni e ragazzine ormai da piu' di cent'anni) e
ci fanno un
bel libro elettronico per dimostrare le meraviglie del loro
sistema di
lettura (a pagamento).
Ok, tu prendi l'e-book che ti hanno rifilato in un momento
di
debolezza, ci carichi l'Alice nel formato Adobe, e te lo
cominci a
leggere in santa pace. Arrivato al Cappellaio Matto, sorridi
intenerito
al ricordo della prima volta in cui l'hai letto (a me succede
sempre) e
chiami il nipotino di sette anni per farglielo conoscere
anche a lui.
Ti metti l'e-book sulle ginocchia e, sempre sorridendo,
cominci a
leggere il Cappellaio Matto ad alta voce. Pausa. Arrivano
istantaneamente due guardie, e ti portano via.
Cos'e' successo? E' successo che nell'"I accept"
dell'Adobe, all'inizio
del libro, tu hai cliccato distrattamente sulle condizioni
alle quali
l'Adobe ti concede l'alto onore di leggere elettronicamente
Alice. Non
puoi copiarlo. Non puoi stamparlo. Non puoi prestarlo. Non
puoi cederlo
a terzi, nipotino compreso, per nessun motivo. E: "Non
puoi leggerlo ad
alta voce". Come non posso leggerlo ad alta voce? "You
cannot read
aloud this book": c'e' scritto proprio cosi', black
RGB su white.
Allora: il libro "normale" io lo leggo, lo racconto
al nipotino, lo
presto all'amico, me lo porto al cesso - ci faccio quello
che voglio.
Perche' l'ho pagato, ed e' mio. Il libro elettronico invece
no. O
meglio: il libro elettronico, fisiologicamnte, lo sarebbe;
non lo e',
nella versione "filtrata" da Adobe, Microsoft
e compagnia bella. Allora
e' chiaro che a questo punto io dico: bella la tecnologia,
ma vendetela
ai gonzi. Io ho gia' la mia hard-copy di Alice, universal
format,
friendly-user, high resolution, fully-compatible, no-printer
required,
e me l'ha regalata la zia Carmelina per l'esame di terza
media
trent'anni fa. Perche' dovrei andare a impelagarmi con una
stronzata
che non posso neanche leggere al mio nipotino?
* * *
Questo per il libro elettronico: che, infatti, non decolla.
Ma i casi
che si potrebbero elencare sono anche molti altri. Provate
a pensarci
un po': come potrebbe essere il vostro computer (e l'internet)
se a
comandarci fossero ancora gli Archimede Pitagorici dei primi
tempi e
non i supermegamanager che adesso ci pascolano dentro con
la
delicatezza e la grazia di un Tyrannosaurus Rex ai tempi
in cui il
pianeta ancora non era cablato.
Se questo sistema fosse stato in vigore un centinaio d'anni
fa, avremmo
qualche difficolta' ad accendere una lampadina (i produttori
di candele
avrebbero posto delle precise condizioni al signor Edison),
a salire su
un'automobile (che, per disposizione dei padroni delle diligenze,
dovrebbe essere cavallo-compatibile) o a prendere un aereo
(ai signori
Wright i costruttori di biciclette imposero che...). Meditate,
gente,
meditate.
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"Come va?". Rispondono altri cinquanta personaggi,
intervistati da
Carlo Gubitosa.
Cartesio: "Bene, penso".
Berkeley: "Bene, mi sembra".
Hume: "Credo bene".
Pascal: "Sa, ho tanti pensieri..."
Galileo: "Gira bene".
Leibniz: "Non potrebbe andar meglio".
Spinoza: "In sostanza, bene".
Hobbes: "Tempo da lupi".
Vico: "Va e viene".
Franklin: "Mi sento elettrizzato".
Robespierre: "C'e' da perderci la testa".
Casanova: "Vengo".
Pietro Micca: "Non ha letto che e' vietato fum...".
Beethoven: "Non mi sento bene".
Schubert: "Non mi interrompa, per Dio".
Novalis: "Un sogno".
Bellini: "Secondo la norma".
Leopardi: "Sfotte?".
Foscolo: "Dopo morto, meglio".
Manzoni: "Grazie a Dio, bene".
Sacher-Masoch: "Grazie a Dio, male".
De Sade: "A me bene".
D'Alembert e Diderot: "Non si puo'dire in due parole".
Kant: "Situazione critica".
Hegel: "In sintesi, bene".
Schopenhauer: "La volonta' non manca".
Cambronne: "Boccaccia mia...".
Marx: "Andra' meglio...".
Carlo Alberto: "A carte quarantotto".
Darwin: "Ci si adatta".
Livingstone: "Mi sento un po' perso".
Nietzsche: "Al di la' del bene, grazie".
Proust: "Diamo tempo al tempo".
Kafka: "Mi sento un verme".
Musil: "Cosi' cosi'".
Joyce: "Fine yes yes yes".
Nobel: "Sono in pieno boom".
Madame Curie: "Sono raggiante".
Dracula: "Sono in vena".
Picasso: "Va a periodi".
Lenin: "Cosa vuole che faccia?".
Hitler: "Forse ho trovato la soluzione".
Heisenberg: "Dipende".
Pirandello: "Secondo chi?".
Sotheby: "D'incanto".
Bloch: "Spero bene".
Freud: "Dica lei".
D'Annunzio: "Va che e' un piacere".
Ungaretti: "Bene (a capo) grazie".
Fermi: "O la va o la spacca".
Queneau: "Bene grazie, grazie bene, brazie gene, eeaie
bngrz, genera
zie b".
Camus: "Di peste".
Gandhi: "L'appetito non manca".
Agatha Christie: "Indovini".
Stakanov: "Non vedo l'ora che arrivi ferragosto...".
Einstein: "Relativamente bene".
Uno stronzo qualunque: "Mah, nessuno mi caga".
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Spazio. Non e' rimasto spazio per i poveracci bruciati a
Roma, durante
il rientro d'agosto, nell'incendio di un residence per poveri
e
immigrati. Anche in televisione, d'altra parte, li hanno
messi in
coda.
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Alceo<alkaios@eleutheros.el> wrote:
Combattendo fra i venti, il mare pazzo ci
sbatte
avanti e indietro, onda dopo onda.
La nera nave va fra i cavalloni
Sul naufrago equipaggio alla deriva
il tifone infierisce, e gia' e' sommersa
una parte dell'albero, e la vela
gia' senza vita pende e gia' i brandelli
con l'ancora e le cime porta il vento
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc@libero.it -- Fa'
girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?"
(Giuseppe
Fava)