2. Il Seminario di Rimini

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Giovanni Cristofano Amaduzzi e la scuola di Iano Planco, di Antonio Montanari

2. Il Seminario di Rimini

Sulla scorta di quanto annota Isidoro Bianchi [1] , possiamo collegare questo sentimento alla scelta famigliare, che immaginiamo suggerita da don Giovanni Francesco, di inviare il nipote in Seminario a Rimini.

Qui Giovanni Cristofano ebbe come «colto Maestro» [2] il sacerdote Pietro Mussoni. Secondo Carlo Tonini [3] , Mussoni è «annoverato tra i buoni professori di umane lettere», e tra gli scrittori riminesi per un manoscritto di Frasi italiane, datato 1750. Come allievi, oltre Amaduzzi, don Mussoni ebbe il futuro cardinal Giuseppe Garampi (1725-1792), a cui la vita della Chiesa settecentesca e la cultura italiana moderna debbono tanto per capacità politica, sagacia diplomatica e solida dottrina [4] ; ed il santarcangiolese Gaetano Marini [5] , campione massimo dell’«erudizione nuova» [6] : insomma, una bella compagnia che educava se stessa a grandi imprese, per realizzare degnamente le promesse intraviste dai loro educatori.

Pietro Mussoni era succeduto ad Antonio Maria Brunori (1701-1758) il quale era subentrato al padovano Felice Palese, docente di Latino e Arte oratoria. Palese era stato compagno di studio di Lingua greca di Giovanni Bianchi, di cui sia Brunori sia Mussoni sono stati invece allievi. Di Brunori, Planco si dimentica quando nel 1751 pubblica, in calce ad una breve ed anonima autobiografia [7] , il «catalogo degli scolari, che più si sono distinti, e che sono usciti» negli anni precedenti dalla sua scuola «in Rimino» [8] . Brunori è ricordato da un altro ex alunno di Planco, Giovanni Paolo Giovenardi [9] , come «soggetto di merito, ed elegante Poeta» che «fu per molti anni valente Maestro di Belle Lettere in questo Seminario».


[1] «Il cielo, che veglia al destino delli uomini grandi, volle che Cristofano alla età delle debolezze e dei piaceri fosse sol divorato dall’amor del sapere. Questo fu il fuoco secreto, che incominciò a divorarlo sino da suoi più teneri anni, fuoco che essendosi ben conosciuto dall’accorto suo genitore, e massimamente da un ottimo suo zio, che reggeva in Patria una Chiesa, questi non lasciò intentato alcun mezzo di promoverlo, e di fomentarlo»: cfr. il cit. Elogio dell’abate G. C. Amaduzzi, pp. 6-7.

[2] Ibid., pp. 8-9.

[3] Cfr. C. Tonini, Storia di Rimini, VI, II, Rimini 1887-88, ed. an. Rimini 1995, p. 732.

[4] Anch’egli, come si vedrà nella nota 17, fu tra gli allievi di Planco. Amaduzzi fu in ottimi rapporti con Garampi: «Quest’ottimo Porporato mi ha fatto quasi da infermiere in questa mia malattia, colmandomi di mille bontà, ed attenzioni», scrive al poeta Aurelio Bertòla il 5 aprile 1786 (Fondo Gambetti, Miscellanea Manoscritta Riminese, Amaduzzi G. C. [FGMR, AGC], Biblioteca Gambalunghiana di Rimini [BGR]).

[5] Cfr. C. Tonini, La coltura letteraria e scientifica in Rimini, Rimini, Albertini 1884, ed. an. Rimini, 1988, a cura di P. Delbianco, II, pp. 324-25, e p. 344 (Mussoni è «annoverato fra i buoni indirizzatori agli studi di quella divinissima delle umani arti»).

[6] Ibid., p. 489. Assieme ad Amaduzzi, scrive Tonini, Marini «diede opera alle umane lettere sotto la disciplina del Mussoni».

[7] Il testo è intitolato Recapiti del dottore Giovanni Bianchi di Rimino. La parola «recapito» ha il significato di considerazione, reputazione, stima. Sulla paternità dei Recapiti, cfr. Novelle letterarie di Firenze, tomo XIX, n. 30, 28 luglio 1758, col. 480.

[8] Da tale «catalogo» riporto solamente i singoli nominativi, mettendoli in ordine alfabetico e numerandoli. Tralascio ogni altra notizia in esso inserita da Planco, e segnalo con (*) i dieci medici presenti nell’elenco: 1. Baldini Giuseppe (*); 2. Barbari Innocenzo; 3. Barbette Gregorio (*); 4. Bartoli Giuseppe; 5. Battaglini Andrea; 6. Battarra Giannantonio; 7. Bentivegni Girolamo; 8. Bentivoglio Davìa Laura; 9. Bonelli Innocenzo; 10. Bonioli Antonio; 11. Brunelli Giambattista (*); 12. Bufferli Pier Crisologo (*); 13. Buonamici Niccola; 14. Cella Giovan Maria; 15. Cenni Lucantonio; 16. Colonna Daniello (*); 17. Draghi Paolo Andrea (*); 18. Fabbri Francesco; 19. Fabbri Giovanni; 20. Fosselli Mauro; 21. Galli Celestino; 22. Galli Stefano; 23. Garampi Giuseppe; 24. Ghigi Pietro; 25. Giovenardi Gianpaolo; 26. Giovenardi Mattia; 27. Godenti Pietro; 28. Graziosi Ubaldo; 29. Lapi Pier Paolo; 30. Legni Francesco (*); 31. Marcaccini Francesco; 32. Massa Niccolò; 33. Mastini Severino; 34. Mussoni Pietro; 35. Pasini Francesco Maria; 36. Pecci Carlo; 37. Piceni Giuliano; 38. Pizzi Gian Carlo (*); 39. Righini Cassiano (*); 40. Santini Lorenzo Anton (*); 41. Serpieri Giulio Cesare; 42. Torri Cesare; 43. Vitali Giuseppe; 44. Zampanelli Marino. Degli studenti planchiani presenti nel 1751, possediamo pure un altro elenco: v. alla nota 24.

[9] Cfr. la sua Orazion funerale in lode di Monsig. Giovanni Bianchi, Venezia 1777, p. XXX. Qui si ricorda anche don Pietro Mussoni, «successor del Brunori per le Belle Lettere in questo Seminario».

 

Giovanni Cristofano Amaduzzi e la scuola di Iano Planco, di Antonio Montanari

1. La formazione di Giovanni Amaduzzi: fanciullezza

2. Il Seminario di Rimini

3. La scuola di Planco

4. Amaduzzi alla scuola di Planco

5. Amaduzzi e i Lincei

6. L'insegnamento filosofico di Planco

7. Amaduzzi e l'"elogio" di Planco

8. Differenze generazionali

9. Amaduzzi e l'esperienza romana.

 



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