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Tep Vanny è in prigione per aver coraggiosamente difeso i diritti umani

In Cambogia la vita della povera gente non conta nulla. Stanno distruggendo le loro case per far posto ad alberghi, piscine e strutture di lusso.

di Redazione - martedì 13 febbraio 2018 - 5248 letture

A guidare le proteste contro questi abusi c’è una donna che è diventata un simbolo di resistenza pacifica: Tep Vanny. Proprio a causa del suo impegno in difesa dei più poveri Tep è stata minacciata, picchiata, arrestata e detenuta.

"Il governo ci ignora. Stiamo proteggendo la foresta. Penso che quello che faccio è giusto e non ho paura di morire".

Il 7 febbraio la Corte suprema ha confermato la condanna a 30 mesi di Tep Vanny per "violenza intenzionale aggravata". Tep dovrà anche risarcire con l’equivalente di circa 2500 euro i due agenti che l’avevano denunciata. Chi la conosce, sa che Tep Vanny non è minimamente capace di usare violenza. Con il suo attivismo, infatti, è diventata il simbolo di un movimento pacifico per il diritto alla casa in Cambogia.

Da circa 10 anni è il simbolo di attivismo pacifico in Cambogia difendendo il diritto all’alloggio della sua comunità.

Il 23 febbraio Vanny è stata condannata a due anni e mezzo di reclusione per aver preso parte a una protesta pacifica nel 2013 contro gli sgomberi forzati nei pressi della casa del primo ministro, a Phnom Penh: migliaia di famiglie erano state sgomberate con la forza dalle loro abitazioni per fare spazio ad abitazioni di lusso. L’8 agosto la Corte d’appello di Phnom Penh ha rigettato l’appello della difensora dei diritti umani e confermato la sua condanna. Il 7 febbraio del 2018 la Corte suprema ha confermato la condanna a 30 mesi di carcere.

Questa è la terza volta che viene arrestata e condannata per aver preso parte o coordinato proteste pacifiche.

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Il governo della Cambogia sta cercando di metterla a tacere: Vanny è stata minacciata, picchiata, arrestata e detenuta. Un chiaro messaggio per lei e per tutti i difensori e le difensore dei diritti umani come lei.

Nonostante i rischi che corre quotidianamente e le intimidazioni già subite, Vanny ha mantenuto la sua determinazione e continua a portare avanti la sua infaticabile battaglia per la giustizia.

Firma ora e chiedi al governo della Cambogia di porre fine al giro di vite sui difensori dei diritti umani e di rilasciarla immediatamente e senza condizioni.

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