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Sola con te in un futuro aprile: Margherita Asta e Carlo Palermo

L’autobomba fatta esplodere il 2 aprile 1985 a Pizzolungo funge da spartiacque tra il prima e il dopo, tra la durezza di una vita che miete vittime innocenti e la consapevolezza che il coraggio e la lealtà di compiere il proprio dovere chiedono un prezzo troppo alto.

di Angela Allegria - mercoledì 14 ottobre 2015 - 6154 letture

Due storie, due vite che si intrecciano quelle di Margherita Asta e di Carlo Palermo, l’una costretta a diventare grande a soli dieci anni, l’altro annientato moralmente e professionalmente. L’autobomba fatta esplodere il 2 aprile 1985 a Pizzolungo funge da spartiacque tra il prima e il dopo, tra la durezza di una vita che miete vittime innocenti e la consapevolezza che il coraggio e la lealtà di compiere il proprio dovere chiedono un prezzo troppo alto.

Le storie di Carlo Palermo e di Margherita Asta pongono delle questioni fondamentali: da un lato, la problematica etica e morale di un magistrato che crede nel proprio lavoro, di chi vuole andare fino in fondo, di chi non vuole voltarsi dall’altra parte, dall’altro, una donna, una madre che accompagna a scuola i suoi due bambini, dilaniati dal tritolo assassino, un padre e una figlia distrutti dal dolore, una società sconvolta che si divide in due: la Sicilia onesta che grida “Dieci, cento Palermo” e quella di chi, nascondendo la testa sotto la sabbia, impreca contro il giudice e gli addossa la colpa di quella strage innocente.

“La morte è di nuovo qui, in quelle immagini di guerra, con la terra sventrata e il sangue dei giusti che guarda il cielo”. Così Margherita Asta commenta le stragi del ’92. Il suo è un percorso non facile: già da bambina alla vista del sangue che si propaga lungo il muro bianco di una villetta di Pizzolungo innanzi alla grande buca grigia dell’esplosione, Margherita ha sentito il suo richiamo e ha chiesto al padre: “È sangue nostro questo?”.

Carlo Palermo è un sopravvissuto: ha pagato e continua a pagare il prezzo di una mancata morte. Margherita ha capito che il dolore per quanto è accaduto è “un fatto personale, ma la magia no”. “Sola con te in un futuro aprile” è una lunga lettera alla madre: i giorni della strage, i processi, Libera, attimi di vita quotidiana in uno scenario dove la mafia, Cosa Nostra ha segnato la vita di ogni italiano. Per Carlo Palermo e Margherita Asta il prezzo da pagare è stato molto più alto.


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