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Siamo in piena Guerriglia elettorale

Siamo entrati in piena campagna elettorale. La guerriglia della comunicazione politica è nel pieno della sua attività propagandistica. Finalmente le facce dei candidati a qualsiasi cosa (europee, amministrative, comuni…) sono disponibili per gli sguardi dei futuri elettori.

di Tano Rizza - mercoledì 2 giugno 2004 - 4514 letture

Siamo entrati in piena campagna elettorale la guerriglia della comunicazione politica è nel pieno della sua attività propagandistica. Finalmente le facce dei candidati a qualsiasi cosa (europee, amministrative, comuni…) sono disponibili per gli sguardi dei futuri elettori. Sono ovunque, dappertutto e numerosissimi i volti sorridenti di questo o quell’altro politico o sedicente tale che c’invita a scegliere, votare e optare per lui. Scegli tizio, scegli caio, vota e fa votare per il sigor X per la lista y. Le facce sono sorridenti, incravattate e ci invogliano proprio ad andare alle urne, ci sono politici navigati che pensano di aver fatto bene nelle legislature passate, loro, i "veterani della cosa pubblica" sono convinti che una volta eletti possono continuare a fare bene per la collettività o sperano di poter continuare a fare bene per loro stessi. La linea di demarcazione non è poi cosi invisibile.

Poi ci sono le giovani leve, i novizi della politica, ci dicono di votare per loro perché credono nel cambiamento e nell’innovazione intanto sono canditati in partiti che d’innovativo e nuovo anno ben poco. Anche loro sono in giacca e cravatta con il sorrisino in faccia e assicurano che è meglio votare per la loro compagine che ci darà un futuro più roseo. Speriamo bene.

Intanto i media sono monopolizzati dalla campagna elettorale, i telegiornali iniziano ad essere seriamente inguardabili (non che prima fossero leggeri) le tematiche trattate sono sempre le stesse: il Governo afferma che l’opposizione è nelle mani di nessuno, l’opposizione afferma che il paese è nelle mani di nessuno. Questi in sintesi i principali argomenti, farciti poi da interminabili polemiche e strascichi di vicende passate che adesso (chi sa perché) sono tirati fuori. Gli scheletri negli armadi escono tutti per partecipare alla campagna elettorale. È un tradizione storica del nostro amato paese. Ma i contenuti dei programmi elettorali dove sono? Sono ben nascosti dall’interminabile chiacchierio che ruota attorno a questo simpatico periodo pre-elettorale.

La comunicazione elettorale è sempre uguale a se stessa da quando se ne ha memoria. Cartelloni giganti a adornare le principali strade delle città, pannelli montati per l’occasione (si chiamano spazi per la campagna elettorale) con su tutti i candidati che sorridono, e gli immancabili volantini tascabili da portare dietro dentro le urne.

Quest’ultimo mezzo di comunicazione è senza dubbio il più fastidioso di tutti, ma chiunque da destra a sinistra ne fa un larghissimo uso. Ce ne sono per tutti i gusti e di tutti i tipi. I "santini" elettorali, presentano il nome del candidato, il simbolo d’apparenza, l’immancabile foto e un piccolo spot di presentazione. Sono tantissimi quanto inutili e dannosi.

Se si fa un giro in qualsiasi città italiana in questo periodo, non si può non notare il tappeto di volantini elettorali che copre il manto stradale. Centinaia di migliaia di santini sono adagiati dappertutto ad arrecare un indubbio danno ambientale alle strade. In ogni angolo si trovano queste facce sorridenti in cartaceo che ci guardano e invitano ad essere raccolti da terra. Sono lì sempre e ovunque a centinaia, fanno rivivere un’atmosfera carnevalesca, sembrano coriandoli colorati ancora da tagliare ma la mole di carta dispersa non ha nulla da invidiare al più allegro periodo festivo. I presupposti sono questi;invasione cartacea, mediatica e popagantistica. Le pospettive post-elezioni sono per lo meno inquietanti.

I candidati iniziano cosi ad intrufolarsi nelle vite e nella città, e da semplici pezzi di carta inquinanti diventeranno a poco a poco persone reali alla guida della collettività. Intanto, nell’attesa, non abbiamo che da cogliere da terra i "santini" e buttarli nell’immondizia cosi tanto per ripulire un po’ le nostre città.


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