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Secondo me ha due cervelli.

recensione dello spettacolo "Rosa fresca e aulentissima ed altre giullarate", di Dario Fo e Franca Rame, venerdì tre e sabato quattro settembre, Castello Maniace di Siracusa.

di Serena Maiorana - mercoledì 15 settembre 2004 - 6554 letture

Il pubblico siracusano ha accolto con entusiasmo le due serate (venerdì tre e sabato quattro settembre) che, nell’ambito dell’Ortigia Festival, hanno visto il premio Nobel Dario Fo protagonista nella splendida cornice del Castello Maniace. E non avrebbe potuto essere altrimenti.

Lo spettacolo in questione era infatti "Rosa fresca e aulentissima ed altre giullarate", scritto proprio da Dario Fo e dalla moglie Franca Rame, rappresentazione splendida di tutta una parte di storia italiana e letteraria spesso snobbata o fraintesa dalla critica classica. Quella fetta di storia che affonda le sue radici nel medioevo, e che è fatta di giullari e saltimbanchi, di sensualità grottesca e goliardie. Un periodo insomma che gli accademici vorrebbero solo ascetico, e che invece si caratterizzava anche per tutt’altro.

Lo spettacolo di Fo (che dovrebbe comunque essere presto trasmesso dalla rai) si struttura come una vera e propria lezione dalle forme teatrali, sui risultati delle sue scrupolose ricerche circa le origini del teatro popolare e della riconciliazione con esso nella sua forma vera di festosa trivialità.

Così sul palco Dario Fo ha messo in scena per due sere, e con l’indiscusso talento mimico e comico che lo contraddistingue, le storie di Ciullo d’Alcamo, San Francesco, Federico II e di un’Italia tutta da riscrivere, o meglio ancora da lui riscritta. Un’Italia recitata e da seguire restandone affascinati, resa ancora più completa dai disegni proiettati alle spalle dell’attore (dipinti da lui medesimo o originali ottenuti dopo lunghissime ricerche). Il tutto inoltre interpretato nella forma più congeniale all’attore-letterato, quella del "grammelot", lingua da lui ideata e parlata, miscuglio di neologismi ed arcaismi presi in prestito da tutti i volgari della penisola. Uno spettacolo insomma all’insegna dell’allegria, dell’unione e della cultura.


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