Protesta per chiusura Rai a Mosca

Ucraìna: giornalisti italiani e giornalisti uccisi – Mosca: giornalista zittita e multata – Non gradimento per vicedirettora a “La Stampa” – Nuovo sito online de “il manifesto” – Vanno male romanzi e saggi

di Adriano Todaro - mercoledì 23 marzo 2022 - 1630 letture

PROTESTA E MOSCA ‒ Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che ha protestato in diretta sulla Tv di Stato contro la guerra in Ucraìna, ha annunciato che lascia il lavoro, ma non la Russia, rifiutando così l’offerta di asilo dalla Francia. Lo riferisce ripreso da Ansa il Guardian. La donna, che si è definita una patriota, ha fatto irruzione nei giorni scorsi in diretta tv con un cartello contro la guerra. Subito arrestata, è stata rilasciata dopo un fermo di 14 ore e condannata a pagare una multa di 30 mila rubli (circa 255 euro).

PROTESTA PER CHIUSURA RAI SEDE DI MOSCA ‒ La Rai continua a non informare su cosa accade dall’altra parte del conflitto. Con una nota, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini protesta con l’ad Fuortes per il bavaglio «imposto dall’ad Fuortes e dai vertici aziendali su improprie pressioni arrivate dai partiti». La nota di protesta continua chiarendo che «Da oltre dieci giorni la Rai non trasmette corrispondenze dalla Federazione Russa. Dopo che le principali Tv europee hanno ripreso a trasmettere regolarmente da Mosca e anche i maggiori quotidiani italiani informano dalla capitale della Federazione Russa con i loro inviati sul posto, la Rai continua a non informare su cosa accade dall’altra parte del conflitto». «Ormai ‒ lamentano ‒ lo stop ai servizi giornalistici dalla sede di Mosca più che di un provvedimento cautelare a tutela dei giornalisti del servizio pubblico assume la forma di un bavaglio imposto dall’ad Fuortes e dai vertici aziendali su improprie pressioni arrivate dai partiti a danno di uno storico e prestigioso presidio giornalistico della nostra azienda». Marc Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai nella capitale della Federazione russa, accusato a suo tempo da alcuni giornali italiani di essere dalla parte di Putin, ha dichiarato alla AdnKronos che la Rai «avrà le sue buone ragioni, noi siamo dei dipendenti obbedienti e rispettiamo gli ordini, pur talvolta non capendoli. Io sono a Mosca e constato che ci sono altre testate internazionali che hanno ricominciato ad operare già da tempo, e sono tantissime, dalla Bbc a France Press, Associated Press, Washington Post, giapponesi, indiani, arabi, cinesi. La Rai no. Per me questo stop è una lacuna grave anche perché come presìdi stabili di corrispondenza della stampa italiana a Mosca siamo rimasti solo in due, la Rai e l’Ansa».

ANCORA GIORNALISTI UCCISI ‒ Mentre un giornalista italiano con giubbotto PRESS e albergo incorporato, ci deliziava con i suoi servizi da Odessa, altri giornalisti ‒ purtroppo ‒ venivano uccisi. La scorsa settimana avevamo scritto della morte del freelance americano Brent Renaud. Disgraziatamente l’elenco dei morti tra gli operatori dell’informazione che cercano di raccontare il conflitto in Ucraìna aumenta. Si tratta del cameraman irlandese Pierre Zakrewski, che lavorava per l’emittente americana Fox News e la producer ucraina Alexandra Kuvshinova. Insieme a loro c’era anche il corrispondente della Fox News Benjamin Hall, rimasto ferito in modo grave e sottoposto a diverse operazioni. I tre erano insieme nella parte nord-est del villaggio di Gorenki, nella regione di Kiev, sulla strada per Irpin, quando sono stati colpiti dall’attacco russo. Zakrzewski, 55 anni, era un profondo conoscitore dei teatri di guerra e aveva coperto le guerre in Iraq, Afghanistan, Siria. Il primo giornalista a morire è stato Viktor Dudar, giornalista investigativo di Leopoli, morto lo scorso 6 marzo a Mykolaiv. Il secondo reporter caduto dall’inizio della guerra è stato, appunto, lo statunitense Brent Renaud, ucciso domenica 13 marzo.

SCOMPARSI DUE GIORNALISTI UCRAINI ‒ Due giornalisti ucraini, Oleg Baturin e Serhiy Tsyhypa, risultano dispersi a Kakhovka e Nova Kakhovka. Lo comunica il sito di news ucraino Suspilne News. Entrambi hanno coperto le notizie sullo stato della guerra nelle loro città e in altre regioni, fin dal primo giorno dell’invasione russa in Ucraina.

DIFFICOLTÁ PER VICE DELLA STAMPA ‒ Avevamo già scritto delle difficoltà della nomina della nuova vicedirettrice de La Stampa, Annalisa Cuzzocrea. Lunedì 14 marzo, solo 77 giornalisti su 186 aventi diritto al voto hanno partecipato al gradimento per la nuova vicedirettrice. Un segnale del malumore che c’è in redazione per il direttore Massimo Giannini, poco presente e poco interessato alle vicende di Torino e Piemonte, che sono il punto qualificante degli interessi dei lettori de La Stampa. L’arrivo di un altro rappresentante romano, e per dì più con la specializzazione in politica ai vertici del giornale, preoccupa i giornalisti de La Stampa che con il voto dì non gradimento hanno lanciato un segnale all’editore.

IL MANIFESTO: NUOVO SITO ‒ Il Manifesto ha annunciato di aver rilasciato la versione beta del suo nuovo sito, disponibile in anteprima all’indirizzo https://beta.ilmanifesto.it/. Lo ha annunciato con una email lo stesso quotidiano, invitando i lettori a sperimentare la nuova versione del sito: «Gentile lettrice/lettore, Ti scriviamo per farti sapere che uno dei progetti che avevamo annunciato sta per diventare realtà: è ormai pronto il nuovo sito. Attualmente è online nella sua versione di prova ma ci teniamo a mostrarlo in anteprima per capire insieme se siamo sulla strada giusta o meno. Sappiamo già che c’è ancora tanto da fare per realizzare quello che abbiamo in mente».

VANNO MALE ROMANZI E SAGGI ‒ Secondo i dati rielaborati dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) su rilevazioni di Nielsen BookScan, nei primi due mesi del 2022 l’editoria italiana di varia, ovvero romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, è in flessione del 4,1% a valore e del 3% a numero di copie rispetto ai primi due mesi del 2021, che avevano registrato un andamento particolarmente positivo.

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