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"Poesia riflessiva"

Quella di Franco Arminio come Wislawa è "poesia riflessiva", dove realtà e immaginazione possono e spero ancora coesistere al di la dei "canoni letterari" e non solo.

di Enzo Maddaloni - mercoledì 30 settembre 2020 - 3074 letture

Nel 1996 fu accolto con stupore, misto a ironia l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura alla poetessa polacca Wislawa Szymborska, considerata da più un’illustre e imbarazzante sconosciuta.

Altro saluto imbarazzante lo ebbe ancora prima ad ottobre del 1980, per lo stesso premio assegnato, un’altro poeta polacco: Czeslaw Milosz.

Entrambi accusati di aver violato i "canoni letterari" facendo reagire un po’ tutti i "canonisti letterari" con fastidio e sconcerto.

La stessa Wislawa, già prima del Nobel, aveva fatto registrare una straordinaria presenza di pubblico ai suoi incontri di lettura di poesia e anche dopo in Italia.

Dentro le sue poesie c’è sempre una vena tragico-ironica, detestando in egual misura il sublime ed il banale.

Le sue poesie si potrebbero definire "quotidiane" "socialista" "libertarie".

Leggendo le sue poesie, come ora quelle di Franco Arminio – forse -, si comprende anche il rischio di come l’amore per l’umanità, possa essere pericoloso e possa manifestarsi (traducendosi) in manifestazioni di: rancore, invidia, accidia, solitudine.

Andrebbe di più considerato che ogni nostra reazione negativa rappresenta uno specchio di ciò che di noi non ci piace e sul quale provare a riflettere.

In tal senso la "comunità provvisoria” (prima gruppo poi associazione culturale no profit) con la “Casa della Paesologia", creatasi molti anni fa’ intorno a Franco Arminio, è stata un “luogo fisico” (oltre che mentale), una "struttura aperta" "socio-realistica-immaginaria" tesa a costruire una "tribù", un "recinto", una "comunità", una "protezione", un "cerchio della parola" per "soggetti smarriti e sognatori pratici", come me.

Per tutto ciò, ne sono testimone dal lontano 2008, ne sono grato a tutti per avermi accolto.

Franco non è solo letteratura; né tanto mi permetto di esprimere: giudizi, critiche letterarie se non citarne qui una ad esempio possibile, o meglio, essere testimone della mia personale esperienza comunitaria, ponendo in evidenza qui, cosa per me Franco Arminio e non solo ha-hanno rappresentato in tutti questi anni: la possibilità di ritrovarsi partecipe non solo di un "movimento letterario" che non raccoglie solo poesie, prose, etc; ma, partecipe di una più grande occasione di “accoglienza”, attraverso tutto ciò per "confrontarsi e riflettere" sul proprio futuro, con rinnovata speranza di liberazione politica e culturale.

Quella di Franco Arminio come Wislawa è "poesia riflessiva", dove realtà e immaginazione possono e spero ancora coesistere al di la dei "canoni letterari" e non solo.

Per il Nobel?

Le premesse ci sono: "chi viene, con rinnovata misericordia, vedrà!".


Alcune letture consigliate:

di Wislawa Szymborska: La gioia di scrivere - tutte le poesie (1945-2009)" - Ed. Gli Adelhi

di Franco Arminio: Cartoline dai Morti - Ed. Gransasso, Nottetempo; Geografia commossa dell’italia interna – Ed B. Mondadori; Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra, Ed. ChiareLettere; L’infinito senza farci caso - Ed Bompiani; Resteranno i Canti – Ed Bompiani; La cura dello Sguardo – Ed Bompiani.

Come si sta bene

con le persone semplici,

puoi parlare di abissi

in modo naturale,

non c’è bisogno di fingere nulla,

la vita è aperta come si apre una tovaglia per terra.

Si sta bene anche con gli intellettuali,

ma solo quelli che hanno il senso della morte

e della carne, gli intellettuali

che non hanno impoverito i loro istinti.

La poesia la puoi dare ai semplici,

ai complicati per dannazione

e non per posa.

Alla fine la poesia è l’unica impresa

dell’intelligenza che può esistere

solo se passa dal corpo,

dal corpo che gode e che si tormenta.

La poesia è vela e veleno.

La capisce chi ha il tremore di un passero nella neve,

chi farebbe mille chilometri per succhiare un seno.

"....c’è chi legge per trovare il guasto e chi legge per trovare lo sguardo. Ognuno trova quel che cerca."

(di Franco Arminio)


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