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Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa

Il Vicariato di Roma ha negato la sepoltura religiosa alla salma di Piergiorgio Welby. Con dolore l’anziana madre ha accettato tale decisione e Piergiorgio è stato sepolto con una cerimonia laica...

di Ornella Guidi - giovedì 28 dicembre 2006 - 11083 letture

Il Vicariato di Roma ha negato la sepoltura religiosa alla salma di Piergiorgio Welby.

Con dolore l’anziana madre ha accettato tale decisione e Piergiorgio è stato sepolto con una cerimonia laica.

Welby, malato terminale di una patologia implacabile quale la distrofia muscolare progressiva, ha sofferto un autentico calvario, ha sopportato di vedersi paralizzato, di sentir perdere goccia a goccia la propria sensibilità ma non la lucidità della propria mente che, attenta, registrava il peggioramento, costante, giorno dopo giorno; una mente libera in un corpo immobile.

La sofferenza della mente, dell’anima ma anche e soprattutto di quel corpo silente, protagonista assoluto nel suo "sottrarsi" continuo, e quando la sofferenza è stata troppa per un semplice uomo, lui stesso ha ceduto al dolore, si è arreso laddove gli zelanti ministri religiosi vorrebbero che tutti riuscissero a vincere battaglie di cui nessuno sa quantificare la forza necessaria per lo sforzo, fintanto che non si prova.

Ne è scaturito e si è rafforzato lo scontro che conosciamo: eutanasia, sì o no. Detto così può sembrare un dire sbrigativo ma alla fine di qualsiasi decisione anche la più delle più profonde, alla fine l’uomo si trova a decidere sempre fra il sì e il no.

In questo caso il problema etico è diventato un problema politico e i problemi politici cercano la soluzione anche attraverso i ricatti.

Oggi la Chiesa Cattolica Romana rifiutando di dare la sepoltura religiosa a Piergiorgio Welby ha di fatto ricattato tutti noi.

Io voglio credere in un Dio talmente misericordioso da avere misericordia non solo di tutti quegli uomini che di fronte ad una terribile sofferenza fisica e morale invocano un’agonia abbreviata, non è viltà, è un’umile condizione umana, ma anche per chi nel Suo nome non ha pena né compassione e abbandona un uomo nel suo ultimo viaggio senza dare alcun conforto religioso neppure per la sua famiglia.

A cosa ci serve dunque avere come papa un finissimo teologo che da mane a sera ci istruisce di catechesi e Dio solo sa quanto ne avremmo bisogno, chiusi nel nostro egoismo di aridi borghesi, e poi ci dimostra come chiudere le porte alla solidarietà, al "patire insieme", all’amore per il prossimo, al porgere l’altra guancia.

Secondo la Chiesa, Piergiorgio ha sbagliato? Un motivo di più per amare un fratello che cade, e neppure un solo motivo per "condannarlo" dall’alto della propria arrogante politica che niente ha a che vedere con i nobili sentimenti cristiani.

La Chiesa di Roma negando al sepoltura a Piergiorgio gli ha negato il perdono mentre perdonare non significa condividere una determinata posizione.

Io non pretendo che la Chiesa approvi l’eutanasia, ma chi come Piergiorgio non ce la fa più, se sbaglia deve essere perdonato perché il perdono è del Signore.

Il nostro bravo papa tedesco vuole essere ferreo e le lance dell’Inquisizione ancora brillano negli arroccamenti segreti della potente Opus Dei, ma se la chiesa perde affiliati è perché nel suo interno non c’è abbastanza amore ma desiderio di potere, di cavalcare la storia a fianco degli stati più potenti.

Con questa decisione la Chiesa pensa di difendere la vita, ma prima della vita la Chiesa deve difendere l’amore, l’amore per l’altro, perché la vita nasce dall’amore di Dio per l’Uomo e, senza amore non ci può essere la vita.

Dov’è allora il sacerdote che raccoglie il dolore di Piergiorgio e della sua anziana madre, una madre dal volto di madonna pasoliniana, una donna che ha perso il proprio figlio morto da sé o morto non da sé, e che viene lasciata sola.

Dov’è il sacerote che avrebbe confortato gli amici e tutti quelli che hanno amato Piergiorgio?

Dove non ci sono sacerdoti le chiese sono chiuse, e dove non c’è la chiesa, spesso c’è il vuoto, un vuoto difficile da riempire anche dalle più brillanti e forbite catechesi di giovani prelati in cerca di audience, spesso attivi nelle radio private religiose italiane.

Benedetto XVI ha detto che un uomo anche se laico dovrebbe vivere come se credesse in Dio per vivere in modo giusto.

Nella piena consapevolezza della mia impertinenza mi piace ricordare una frase che amo: " Amor omnia vicit", ... l’amore vince ogni cosa ... anche la paura della morte, anche i laici a volte possono insegnarci qualcosa, soprattutto quando si chiamano Virgilio.


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Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
28 dicembre 2006, di : Alberto Giovanni Biuso

L’articolo è molto interessante per ciò che dice e per il modo in cui lo dice, per la prospettiva nella quale si pone.
    Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
    30 dicembre 2006

    La vergogna della Chiesa è l’istituzione attuale della chiesa stessa. Il signore nostro Dio nella sua vita ha perdonato tutti coloro che hanno sbagliare e poi in quelle condizioni il perdono era veramente inevitabile.

    Vergognatevi voi; e che il signore possa perdonarvi anche perchè chi deve giudicare non siamo noi ma è solo lui, Dio nostro signore.

    Cmq spero e mi auguro che succeda qualcosa, che possa far cambiare quest’attuale istituzione della chiesa che a mio parere non è affatto a favore del ceto basso e indifeso.

Grazie, Ornella, grazie di esistere.
30 dicembre 2006, di : Stefania Tiezzi

Cara Ornella, le tue parole dovrebbero essere urlate al mondo. Grazie per aver parlato a nome di tutti quelli che si sono indignati per il comportamento vergognoso della Chiesa. Ancora una volta, grazie Ornella, grazie di esistere.
Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
30 dicembre 2006, di : Passaporto

Ottimo articolo!Condivido.
L’anima della verità
31 dicembre 2006, di : ornella guidi

Ritengo doveroso ringraziare per gli apprezzamenti positivi ricevuti, avrei comunque preferito non ci fossero state mai le condizioni per scrivere questo articolo.

Appena ho saputo delle decisioni del vicariato di Roma ho avvertito un dolore, un dolore condiviso da tante persone sia pure forse con motivazioni diverse.

Una decisione che fa pensare ad una secolarizzazione sì, ma non solo della nostra società come Benedetto XVI ci ricorda a tamburo battente, purtroppo anche della Chiesa.

Una decisione ignobile che oltre a raccogliere tante aggettivazioni non si sottrae neppure a quella di reiterato esempio anacronistico del potere religioso.

Chi detiene il potere disprezza la gente eppure la gente nella sua "ignoranza" conosce l’anima della verità, un uomo conosce sempre in fondo a se stesso il bene e il male anche quando "riesce" a darsi tutte le giustificazioni del mondo.

Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
2 gennaio 2007, di : emanuele

Mi sento di intervenire su due versanti:

01) Come cattolico mi reputo offeso dalla Chiesa Ufficiale che ha negato alla salma di Piergiorgio Welby la "pietas" e la "caritas", due strumenti che Dio attiva per rendere manifesta la "gratia Dei" nel Mondo.

Una domanda alla Chiesa Ufficiale: come mai avete acconsentito che un noto espondente della Banda della Magliana Enrico de Pedis fosse sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare?

02) Vorrei puntualizzare che quell’anziana signora sempre accanto a Piergiorgio Welby non è l’anziana madre, bensì Mina sua moglie.

A questa donna, esile e minuta, deve andare tutto il nostro rispetto per una straziante lezione di "humanitas" sempre più rara in tempi dominati dall’imbroglio e l’ipocrisia.

Un regalo di Dio
2 gennaio 2007, di : ornella guidi

Come cattolici non dobbiamo solo essere offesi ma anche e soprattutto "preoccupati".

Preoccupati per il futuro di una Chiesa che opera delle scelte politiche e non più religiose; arrivare a negare la sepoltura e i conforti religiosi ad un uomo, significa abbandonare il cammino della fede, significa il tentativo, attraverso questo odioso "ricatto", di lavorare solo per il proprio potere e non più per il risveglio delle coscienze.

Al di là poi di un corretto chiedersi sull’inquietante comportamento tenuto dalle gerarchie vaticane in merito alla sepoltura del famoso Renatino della banda della Magliana, credo che il caso Welby non debba sottostare a paragoni leciti quanto "riduttivi".

La Chiesa ha il diritto di accettare la salma del peggiore dei delinquenti, chiunque ha diritto ad un riscatto che può avvenire anche nell’ultimo istante della vita.

La grandezza del cattolicesimo rispetto ad altre religioni sta proprio in questa estrema libertà lasciata alla coscienza dell’uomo che anche senza intraprendere cammini preordinati può in ogni momento della propria vita "riscattarsi" andando incontro a Dio.

Il caso Welby non ha bisogno dunque di paragoni, la sua gravità è assoluta.

Per quanto riguarda invece la sua precisazione, la stessa moglie ha parlato del dolore dell’anziana madre di Welby per l’impossibilità di dare la sepoltura religiosa al figlio.

Averle unite e scambiate non sia offensivo per la signora Mina, essendo le figure di moglie e di madre l’amore terreno più vicino per Piergiorgio e il viso segnato della signora Mina rimarca il suo dolore profondo, un dolore che ci auguriamo possa sciogliersi in una trasparente serenità anche per aver, infine, rispettato la volontà del proprio compagno nella piena libertà del libero arbitrio umano, anch’esso prezioso regalo di Dio.

una significativa correzione
3 gennaio 2007, di : ornella guidi

desidero correggere questa frase: "la grandezza del cattolicesimo..." con "la grandezza del cristianesimo", era questo il mio pensiero.
Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
3 gennaio 2007

La mia non vuole essere una risposta, ma una adesione alle tue parole nella quasi totalità di ciò che dici. Ogni frase in più o in meno sul caso Welby da parte mia finirebbe con il togliere vigore al tuo discorso.

Al di là del caso Welby ritengo però che debba restare impregiudicata la libertà di scelta del singolo. E che una qualsiasi legge fatta dallo Stato italiano avrebbe il significato di una pretesa assurda: regolare una scelta che per sua stessa natura appartiene alla volontà individuale. Spero che una siffatta legge non venga mai proposta e che si abbia la sensibilità di continuare a discutere e a giudicare i casi singoli, ciò in nome dell’individuo e della sua libertà di scelta: a volte le leggi sono gabbie della coscienza che minano alle fondamenta il senso e il valore dell’individuo. Se Welby ha deciso di porre fine al suo calvario, Dio era con lui nella sua scelta e parlava alla sua coscienza di uomo sofferente. In altri casi, ed ogni caso è singolare, altri potrebbero decidere di continuare sulla strada del loro calvario.

Se nessun legislatore deve dunque permettersi di autorizzare ciò che spetta all’individuo decidere è però anche vero che una legge che autorizzasse in astratto potrebbe togliere a costoro il coraggio di resistere. Quel coraggio che Welby ha avuto fino a quando la sua coscienza, stremata dalla sofferenza, gli ha suggerito di dire basta.

Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
18 gennaio 2007, di : stefano

18-01-2007

riguardo la sepoltura cristiana di Welby la quale non gli è stata possibile penso sia una vera e propria mancanza di rispetto per un malato di distrofia muscolare come quest ultimo. riguardo la scrittura dell articolo è scritta in modo comprensibile e fatto bene. stefano

Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
18 gennaio 2007, di : Evangelico

Vero che non c´era un sacerdote, ma c´erano presente le autorita delle chiese protestante come si puo leggere sul NEV:

PRESENTI AI FUNERALI DI PIERGIORGIO WELBY LE PASTORE ANNA MAFFEI E MARIA BONAFEDE Bonafede: "Welby ha sofferto la violenza dell’accanimento terapeutico"

Roma (NEV), 10 gennaio 2007 - "Sono sollevata dalla conclusione della vicenda di Piergiorgio Welby che ha finito di soffrire e di subire la violenza dell’accanimento terapeutico e di una legislazione che non riconosce il diritto alla dignità della persona anche nel punto di morte". Lo ha affermato il 21 dicembre scorso la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste). Piergiorgio Welby è deceduto nella notte del 20 dicembre in seguito al distacco del ventilatore polmonare effettuato da Mario Riccio, medico anestesista dell’ospedale di Cremona. Bonafede, che era più volte intervenuta sul caso, ha aggiunto: "Come moderatora della Tavola valdese e come cittadina italiana, oggi mi sento ancora più impegnata, nella mia chiesa e nella società italiana, a promuovere un dibattito etico, culturale e politico sul testamento biologico. Al tempo stesso questa tristissima vicenda ci dice quanto sia importante riaffermare il carattere laico dello Stato; uno Stato che approva le sue leggi nell’interesse generale dei suoi cittadini e non dei vertici di una particolare confessione religiosa". Dopo il rifiuto del Vicariato di Roma a celebrare secondo il rito cattolico i funerali di Welby, si è tenuta domenica 24 dicembre una cerimonia civile davanti alla chiesa Don Bosco di Roma, alla quale hanno partecipato sia la pastora Maria Bonafede, nonché la pastora Anna Maffei, presidente dell’ Unione cristiana evangelica battista d’Italia: "Come cristiane esprimiamo fraterna compassione per un uomo che, laicamente, ha voluto aprire un caso a beneficio di quanti altri si trovano nella sua condizione. Partecipiamo a questo funerale con spirito di solidarietà umana e cristiana". Alla madre di Welby hanno voluto esprimere la propria vicinanza, così come a tutti gli amici e a quanti hanno condiviso la capacità di lottare e di sperare di Piergiorgio. "Cristianamente, non comprendiamo l’indisponibilità del Vicariato cattolico di Roma a celebrare un funerale cristiano per Welby. Crediamo infatti, come cristiani evangelici, che la Parola della grazia e dell’amore di Dio possa essere annunciata di fronte ad ogni morte".

Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
3 novembre 2007, di : zio G

oggi tutti parlano per mostrare agli altri quanto sono bravi e intelligenti..così gli uomini, così i preti, certi almeno. ogni tanto qualche mosca bianca, qualcuno che ha recepito il messaggio di Cristo e non quello dei vescovi si,minuscolo).Consoliamoci pensando che il rifiuto della cerimonia religiosa è una forma di ricatto,di quei poveri di spirito ed aridi di cuore che si dicono cristiani ma che gonfiano i loro portafogli vendendo ceci a quelli che gia muoiono di fame. Questi,Welby,lassù , non li vedrà.
Piergiorgio Welby e la vergogna della Chiesa
5 marzo 2008, di : Antonio

L’articolo umanamente è da condividere, però faccio osservare che ogni religione obbedisce a precetti che sono immutabili perché scritti nelle sacre scritture. Welby nel chiedere di porre fine alle sue sofferenze credo che fosse consapevole di violare un camandamento cristiano: sapeva che quella richiesta lo poneva fuori della Chiesa. Grosso modo immagino sia questa la logica della Chiesa cattolica che ha negato i conforti religiosi praticamente ad un suicida. Però adesso mi vengono in mente altri casi di suicidi in cui gli stessi conforti non furono negati. O mi confondo io o questo Papa è troppo rigoroso. Il problema sollevato è di quelli che non possono risolversi con la mente o col cuore. Antonio