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Permessi di soggiorno: il giorno della vergogna

Giornate interminabili per le persone, che pur di regolarizzare il rapporto di lavoro, sono state, per ore, in fila davanti agli uffici postali.

di Vincenzo Raimondo Greco - giovedì 2 marzo 2006 - 4790 letture

Giornate interminabili per le persone, che pur di regolarizzare il rapporto di lavoro, sono state, per ore, in fila davanti agli uffici postali. File di esseri umani, lasciati senza nessuna assistenza, costretti a presidiare i cancelli delle Poste nella speranza di ottenere il sospirato permesso di soggiorno. Ad essere presi d’assolato gli sportelli postali delle grandi città. Ma anche nei centri più piccoli le file non sono mancate.

Un’immagine non bella per un Paese civile; una dimostrazione di inefficienza da parte del Governo. “Una vergogna indegna di un paese civile”, la definisce Paolo Ferrero, responsabile economia e lavoro della segreteria nazionale di Rifondazione comunista, che auspica il “ superamento della Bossi Fini”. Sulla stessa lunghezza d’onda il comunista Musolino che sottolinea “la ferma opposizione ad un sistema di quote che, prevedendo la possibilità di ingresso solo per una piccola parte di lavoratori stranieri, di fatto legalizza l’illegalità, condannando migliaia di immigrati a vivere in quella zona di confine che genera razzismi e delinquenza”.

Ma la condanna incondizionata arriva da tutto il centro sinistra. “La Bossi-Fini si è dimostrata una legge inumana e dannosa per l’economia. Le code davanti agli uffici postali sono il simbolo del suo fallimento”, dichiara il presidente dei deputati della Rosa nel Pugno, Ugo Intini. “La criminalizzazione di chi è rimasto in fila anche per tre notti di seguito con la speranza di rientrare in uno dei 170 mila posti previsti dal decreto flussi è inaccettabile soprattutto da parte di chi ha imbavagliato gli ingressi in Italia, ha complicato l’accesso al mercato del lavoro con una normativa penalizzante e ha favorito la crescita di ampie sacche di irregolarità”. E’ il commento, a freddo, di Oberdan Ciucci, responsabile del Dipartimento per le politiche migratorie della Cisl, che boccia senza mezzi termini “l’operato del Governo incapace di valutare realisticamente l’ampiezza del fenomeno del lavoro nero e il fabbisogno di manodopera del mercato italiano con una quota delle domande di ingresso per lavoro al di sotto delle necessità e aspettative”.

Un milione di persone in fila e 170 mila posti disponibili: questi i numeri contestati. “Il governo - dichiara Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci - ha ancora una volta risposto in maniera inadeguata, con un decreto che fissa una quota ridicola rispetto alla portata della domanda”. Situazione che spinge l’Arci a chiedere “un provvedimento d’urgenza che allarghi la quota prevista fino al completo assorbimento delle domande”. D’altra parte si tratta di persone che, “sfidando i rischi legati alle loro condizione di irregolari”, hanno deciso di “mettersi in fila per vincere la lotteria della regolarizzazione” dimostrando di avere “un lavoro e un datore di lavoro pronto a farli emergere dal sommerso”. Non conviene a nessuno ributtarli nella “clandestinità”.

Eppure il ministro Maroni, sottolineando che non si era in presenza di una “sanatoria”, non ha esitato a chiedere l’espulsione degli extracomunitari presenti in Italia clandestinamente che “hanno presentato la domanda per il permesso di soggiorno”.

Immediata la reazione. “Altro che cacciarli via come propone la Lega, semmai ora per gli immigrati che non sono rientrati nei 170 mila permessi di soggiorno, si preveda una sanatoria”, ha dichiarato Il coordinatore dei Verdi Paolo Cento che ha aggiunto: “dopo la vergogna delle file davanti agli uffici postali, ora la Lega cavalca la solita intolleranza pensando di prendere qualche voto in più cacciando gli immigrati che non rientrano nei flussi migratori concordati”.

Una vicenda che lascia scontenti e preoccupati gli stessi italiani. Se da un lato “Imprenditori e famiglie hanno bisogno dei lavoratori stranieri già occupati presso di loro”, afferma Intini, dall’altro gli “stessi lavoratori stranieri hanno bisogno di uscire dalla illegalità” e il “Paese di normalizzare una consistente quota di economia in nero”. Una convenienza reciproca che non può essere ignorata. Uno “scandalo” e una “vergogna nazionale” che, per Intini, vanno superati nel modo migliore senza pagare dazi “alle esigenze propagandistiche della Lega”.

Sullo sfondo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del ministro Pisanu in seguito all’esposto denuncia presentato da Elettra Deiana ed altri 29 parlamentari. “Pisanu - dichiara Tana de Zulueta, una delle firmatarie - ha l’obbligo di riferire la verità” in Parlamento. “Qui parliamo - aggiunge la senatrice -di esseri umani che sono stati drammaticamente giudicati e sommariamente respinti dal nostro esecutivo, senza procedere alle identificazione e negando loro i diritti umani fondamentali”.

Secondo de Zuluetail respingimento forzato verso la Libia, paese dove non ci sono garanzie sul rispetto dei diritti umani, è una pratica illegale e soprattutto inumana”.

Non a caso la Corte Europea dei Diritti dell’uomo aveva avuto modo di richiamare l’Italia a comportamenti coerenti con la Carta europea dei diritti. “Noi siamo stati più volte a visitare il Cpt di Lampedusa, abbiamo raccolto numerose testimonianze, abbiamo assistito e denunciato vere e proprie ‘espulsioni collettive’. E, grazie anche al contributo di alcuni giornalisti - conclude - la verità è venuta alla luce. La magistratura sta facendo il suo lavoro”.


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Permessi di soggiorno: il giorno della vergogna
25 novembre 2006, di : Adlig Italiana discriminata a Londra

Ci risiamo, La Corte dei Diritti Umani Europea,, come del resto La Commissione Europea si occupano solo esclusivamente dell’Italia questa malandrina.

Infatti degli Italiani, discriminati , trattati da Criminali (senza aver commesso nessun crimine ) qui a Londra non gliene importa niente, ma si sa per gli Italiani LOndra non si tocca, ma oggi con Internet dove tutti come me, possono costruire un loro sito fino a quando possono nascondere che qui hanno un sistema di Parking Tickets, da Gestapo? Agli Italiani si manda al macero la macchina in 28 giorni , non ti danno MAI in mano la mULTA, non la vedi mai, non puoi sapere cosa vi hanno scritto niente, senza Corti niente rifiutano di parlare con il Consolato, ai Francesi invece, gli inviano la multa direttamente sul conto corrente in Francia!!! Vogliamo parlare veramente di cosa sta succedendo a Londra? Cordialmente Adlig