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Pera parafrasa Falcone per fare un favore al Cavaliere

Alla commemorazione del 12° anniversario dalla strage di Capaci,il presidente del senato attacca la magistratura invece di condannare la mafia

di Giovanni Battaglia - mercoledì 26 maggio 2004 - 6924 letture

La mafia ha paura dell’indipendenza dei magistrati, e la morte di Falcone e Borsellino ne furono prova lampante.

Il governo Berlusconi ha paura dell’indipendenza dei magistrati, e la riforma dell’ordinamento, varata dal ministro Castelli, ne è prova inconfutabile. Questo terrore che alberga da tempo all’interno della "casa delle libertà", si è insinuato come un serpente tra le sterpi a turbare le notti degli esponenti della maggioranza.

Fini invoca "vendetta" per le inchieste contro gli abusi del G8 di Genova da parte dei poliziotti. Castelli, da buon ministro della giustizia, propone di "schedare" i magistrati che scioperano: "fuori i nomi". Ma chi ha davvero superato ogni limite è senza dubbio il presidente del senato Marcello Pera.

Domenica 23 maggio, la seconda carica dello stato era presente, a Palermo, alla commemorazione del 12° anniversario della strage di Capaci,in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone. Nel suo discorso, Pera distorce le parole e gli scritti del giudice, per attaccare duramente la magistratura, e in particolare per criticare lo sciopero dell’associazione nazionale magistrati in programma. Sostiene che l’autonomia della magistratura non è messa in discussione "dall’esterno", ma è minata dai "comportamenti individuali e di gruppo assunti all’interno della magistratura stessa". L’interpretazione del pensiero di Falcone è quantomeno singolare, e mira a lanciare un chiaro monito ai magistrati alla vigilia dello sciopero generale.

La propaganda antigiudici del Polo e di Berlusconi è ripartita, e le associazioni antimafia sono sconcertate e, nello stesso tempo, allarmate. Insieme a Pera, il governo ha avuto la brillante idea di inviare un uomo-simbolo: tale Pietro Lunardi che circa due anni fa aveva dichiarato: "La mafia c’è e dobbiamo conviverci". Questo, a Palermo, nessuno lo ha dimenticato, e il saggio ministro è stato accolto a dovere dalla folla presente. Un membro della sinistra giovanile ha esposto uno striscione con scritto: "Falcone è morto per non convivere con la mafia". La polizia ha cercato di censurare lo striscione ma ha ceduto (forse per non dare troppo risalto all’episodio) di fronte alla resistenza del ragazzo, che si appellava alla memoria di Falcone. Lunardi si dilegua in fretta e furia, e senza rilasciare dichiarazioni, subito dopo la conclusione della cerimonia di inaugurazione della stele, eretta in memoria di Falcone e della sua scorta: probabilmente si è reso conto di essere assolutamente fuori contesto.

Il segretario dei DS, Piero Fassino, ha inviato una lettera alla fondazione Falcone, per esprimere la solidarietà del partito e per assicurare un orientamento politico atto a garantire una profonda e totale autonomia della magistratura nella lotta alla criminalità organizzata.

Alla fine della giornata si troverà anche il modo di rispondere a tutti quei politici siciliani di centrodestra (Cuffaro su tutti), indagati dalla magistratura, che chiedono una "tregua giudiziaria" in vista delle elezioni: il procuratore Pietro Grasso ha risposto con una provocazione, invocando di rimando una tregua "a chi ci da tutto questo lavoro". Le indagini di Palermo, Trapani e Agrigento, dimostrano come le istituzioni siano ancora fortemente esposte al pericolo Cosa Nostra, e i contatti tra Totò Cuffaro e i pezzi da novanta dell’imprenditoria mafiosa non fanno altro che avvalorare questa tesi.

Mafia e politica. Politica e mafia. Proprio come ai tempi di Falcone questo incubo che sembrava finito, è riapparso in tutta la sua ferocia.

Dodici anni fa c’erano due uomini, due come noi, solo un po’ meno strafottenti, che donarono la propria vita per una causa, un ideale: la mafia è un cancro che si può asportare, basta solo abbattere il grosso muro dell’omertà. Quei due uomini normali erano riusciti, con i loro sforzi, a creare degli squarci in questa muraglia, ma chissà cosa pensano adesso, guardando dall’alto questo governo "operaio" pronto a chiudere i buchi con colate di cemento armato..


- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> Pera parafrasa Falcone per fare un favore al Cavaliere
8 gennaio 2005, di : pirata

caro ministro Pera non deve parlare , in questo modo e non si nasconda dietro il Presidente Berlusconi, perchè lui non è un mafioso ma il principale mandante della morte di giovanni falcone una persona delle mani di sangue che ha diretto assieme alla cupola che portava fastidio ai suoi interessi alla fine gli interessi non li poteva cautelare il min Bettino craxi insieme al pres. Andreotti allorche quando lei parla di falcone e borsellino si lava la bocca con l’acido muriatico e non ammazzate i bambini dei pentiti bastardo governo o meglio la P2, , state portando il progetto della rinascita democratica. avrei tante cose da dirvi ma non è il momento giusto per parlare si parlera in aula di tribunale a palermo ci saranno prove che non può tornare indietro si ricorda il computers toshiba e l’ agenda elettronica casio!!!!!!!! Presidente ancora lei non ha vinto la guerra ma qualche battaglia non fare l’errore di Napoleone sei un figlio di buttana non sei degno di rappresentare l’italia e gli italini vergogna hai fatto votare anche i morti e non parliamo degli affari chiesa massoneria politica e mafia nel tuo progetto hai delle pecche e persone soggette a farti sbagliare il potere può cambiare ricordati che la magistratura deve essere indipendente perchè lei ha paura ancora oggi di falcone e borsellino sei sicuro che sono morti...........!"!!!!!!!!!!!
    > Pera parafrasa Falcone per fare un favore al Cavaliere
    26 aprile 2006, di : SEb

    Ma sei sicuro che il mandante sia lui o sei tu? Ma quando scrivete certe cazzate siete convinto o vi hanno fatto vedere qualche prova??? State attenti a diffamare la gente! Io posso dire in giro che il mandante sei tu, ok?
> Pera parafrasa Falcone per fare un favore al Cavaliere
3 febbraio 2005, di : francesca

l’unica parola omessa in questo esaustivo articolo è: vergogna! Invece di prendere esempio da ciò che di più grande hanno fatto i giudici Falcone e Borsellino si manipolano le loro parole a favore di un governo che probabilmente, per onestà, avrebbero odiato. Borsellino era uomo di destra ma a prescindere da qualunque ordinamento politico odiava la falsità e l’illegalità. Non umiliamo in questo modo magistrati che hanno dato la loro vita per fare dell’Italia un paese migliore...paese che Berlusconi da un po’ di anni a questa parte sta contribuendo ad infangare grazie alle sue scorrettezze e alle sue leggi ad hoc!