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Per il reintegro immediato della scorta al Col. Sergio De Caprio

E’ stata tolta la scorta al Colonnello Sergio di Caprio, il Capitano Ultimo che ha arrestato Totò Riina. La Mafia ora può brindare contenta. Ridiamo la scorta al Capitano Ultimo, non abbandoniamo chi ha combattuto la criminalità.

di Redazione - mercoledì 23 ottobre 2019 - 2590 letture

La mafia, prima ti lascia solo, e poi ti uccide. Evidentemente i Superiori del Colonnello De Caprio, che vogliono dietro ad una scrivania, demansionato, dequalificato e senza giusta tutela, non lo ritengono un bersaglio facile. Ma qui siamo di fronte a colui che ha arrestato un pericoloso latitante esponente di Cosa Nostra. E non solo.

Ultimo non è un lacchè, un paggio, o un inserviente. È un servitore dello Stato. E la diffidenza che lo circonda, la sfiducia nei suoi confronti, i sospetti fatti circolare ad hoc da troppi anni ci devono preoccupare moltissimo. Essi lambiscono la sua reputazione. Mirano a distruggerlo personalmente e professionalmente. Bisogna sgombrare il campo, liberare da equivoci spiacevoli e insopportabili la sua nobile figura. Ed è imperativo categorico il suo diritto ad essere difeso. È sgradevole, ripugnante e odioso il comportamento di chi ha deciso di lasciarlo solo. Si tratta di una decisione sporca, laida e suicida. Che deturpa, ferisce e umilia un grande uomo dello Stato. La sua emarginazione è un fatto gravissimo che disonora chi la sta attuando con un disegno preciso e studiato a tavolino per compiacere qualche boss che paga bene.

Petizione per il reintegro della scorta al Col. Sergio De Caprio

La tempesta, un terremoto per togliere di mezzo ed eliminare un uomo scomodo che si è speso e si è donato senza risparmiarsi per assicurare alla giustizia il boss sanguinario più pericoloso d’Italia. Questo è un vero e proprio tradimento, una diserzione e una fellonia da parte dei suoi Superiori. Un voltafaccia e una infedeltà che devono far pensare tutti gli italiani onesti. Ora, capitano, stai attento alle trappole, alle insidie e alle imboscate. Costoro con un pacca sulle spalle sanno camuffare la finta amicizia molto bene. Vogliono vendicarsi, perché sul campo li hai oscurati essendo degli incapaci o peggio dei complici. Questa è la zavorra dello Stato purtroppo! Che usa legnate e bastonate per chi non è allineato. Il complotto c’è, caro Ultimo, e l’hanno ordito bene: sono bravi, lor signori, a tramare, impartire direttive malvagie, e a congiurare. Gli affronti, gli sfregi e gli insulti che stai ricevendo, feriscono tutti i cittadini onesti. C’è, in generale, una negligenza, un menefreghismo, una noncuranza, e una trascuratezza che ci inquietano. Lo Stato è ammalato, agonizzante e malconcio nella lotta alla mafia se non è in grado di aiutare un suo fedele servitore. Nessuna decisione è irreparabile, irreversibile e irrevocabile.

L’Arma riveda presto e subito questa ignominiosa decisione. Orrenda, nefanda, e scellerata. Impedisca, nella maniera più assoluta, di intrappolare Ultimo nelle spira della mafia. Abbiamo bisogno di rettitudine, equanimità, dirittura da chi ci governa. Ora basta. Date sicurezza, fiducia, e speranza a Ultimo. Difendetelo, proteggetelo, senza condizioni. Con la consapevolezza che l’Italia ha, nei confronti di Ultimo e dei suoi uomini, un debito di riconoscenza che non può avere comparazioni. Noi continueremo a sostenere e ad appoggiare Ultimo, anche a costo di scrivere un pezzo alla settimana per rinfrescare la memoria a chi di dovere per caldeggiare un diritto inalienabile e fondamentale di Ultimo, e non una cortesia, sia ben chiaro a tutti. Ultimo non si esponga con i Superiori: a scuoterli ci pensiamo noi che nelle battaglie ci sguazziamo. Tutto ciò è indegno di un Paese civile, è una cosa abietta, vile, e immorale, che grida vendetta davanti al cospetto di Dio e davanti agli uomini.

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