Nonna Sabella

La ministra Cancellieri fa una telefonata e allunga la vita a Giulia Ligresti. Tutti d’accordo, destra e sinistra. I detenuti un po’ meno

di Adriano Todaro - martedì 12 novembre 2013 - 2123 letture

Voi fate pure come volete: per quanto mi riguarda, credo sia giunto il momento di stringermi alla ministra Anna Maria Cancellieri.

Questa fiera e decisa rappresentante del popolo italiano, è stata messa sulla graticola dai soliti giustizialisti per quella telefonata ad una povera mamma in ambasce per la sorte della figlia in quel momento in galera, anoressica e in pericolo di vita. I figli, si sa, so’ pezzi ’ e core e poi una telefonata non allunga forse la vita? Certo che sì, soprattutto se la telefonata è fatta da un potente.

Dunque, vediamo di ricapitolare la vicenda. C’è una ministra che è amica di famiglia dei Ligresti. Alcuni membri di questa famiglia paternese, sono pregiudicati e plurindagati. Il figlio della ministra, è stato a libro paga (e che paga) di questi Ligresti. Conflitto d’interesse? Ma va! Solo amicizia disinteressata. La Cancellieri intercettata dice: "Qualsiasi cosa io posso fare conta su di me". E poi, "c’è modo e modo"; "E’ la fine del mondo"; "Sono davvero dispiaciuta". E soprattutto la frase "Non è giusto, non è giusto". E tutto questo lo dice alla compagna del vecchio Ligresti, Salvatore. Il quale Salvatore è stato arrestato per aver spolpato la Fonsai di circa 600 milioni di euro (ora rifilata alla rossa Unipol), con due figlie altrettanto arrestate e un figlio latitante. Dice queste cose alla moglie o compagna del principale del figlio del ministro che dopo un anno di Fonsai se n’è andato con 3,6 milioni di liquidazione.

Il popolo italiano si divide in due tronconi: quelli che hanno i numeri di telefono giusti e coloro che non li hanno. Nonna Sabella è andata in Parlamento e ha dimostrato, come ha affermato un senatore del Pdl, di "avere le palle". Su questo siamo d’accordo. Semmai sono gli altri, i pallidi nipotini, a non avere palle. La sua, più che una difesa, è stato un attacco.

Ne è uscita bene. Applausi per 29 secondi al Senato; 18 alla Camera. Tutti a congratularsi con lei, destra e cosiddetta sinistra (a parte 5 Stelle e Sel), da Nitto Palma a Formigoni. Congratulazioni anche da parte di Luigi Manconi, deputato Pd, uno che di carcere se ne intende, passato da Lotta Continua al Pd, passato dal volere abbattere lo Stato borghese a votare per abbattere la Costituzione.

Nonna Sabella ha rassicurato tutti quanti di aver agito per motivi "umanitari", allo stesso modo che ha agito nei confronti di 110 detenuti. I nomi? Non si possono fare, c’è la privacy. Io, visto che sono politicamente scorretto, qualche nome lo faccio. Ad esempio Egidio, 81 anni; Antonino, 61 anni; Sergio, 82 anni; Walter, 58 anni; Jacques, 66 anni? Egidio è morto nel carcere di Ferrara una quindicina di giorni fa dopo uno sciopero della fame di 10 giorni per protestare contro il rigetto della detenzione domiciliare. A Rebibbia, proprio negli stessi giorni, moriva Sergio, 82 anni per ictus. E poi a Secondigliano, Antonino, 61 anni per tumore al cervello. A Sassari è morto, invece, un cittadino belga, Jacques, 66 anni per cancro al pancres. Per cinque anni ha chiesto, inutilmente, di poter morire in Belgio. E poi Walter, ad Opera, 58 anni, paraplegico morto carbonizzato nell’incendio della sua cella.

Ora è vero che non bisogna fare demagogia. Come ci hanno spiegato illustri studiosi, il carcere fa più male ai ricchi che ai poveri. Ed è vero. Quindi è giusto che Giulia esca e che i vecchietti di 82 anni muoiano in galera. A proposito. Appena uscita dal carcere, l’anoressica è stata fotografata mentre in pieno centro di Milano faceva shopping. E’ giusto. Giulia è stata ferma per un po’ e deve rifarsi il guardaroba.

La ministra è chiamata affettuosamente la "Nonna d’Italia" ma non è vero che sia la nonna di tutti. Mia nonna, tanto per cominciare, si chiamava Carmela e, non per dire, era molto più bella di questa ‒ se non nel fisico nel timbro vocale ‒ Tina Pica del Parlamento. Comunque sia, Nonna Sabella-Pica ha fatto bene ad interessarsi di Giulia. La famiglia Ligresti aveva il suo numero telefonico. Peggio per gli altri che, sbadati, vanno in galera e non si ricordano di portarsi l’agenda telefonica. Anche perché in galera, forse la Nonna ministra non lo sa, non è permesso portarsi il cellulare e le telefonate sono contingentate.

Sono sicuro che la Nonna ministra abbia telefonato per motivi "umanitari", preoccupata della sorte dei 110 detenuti. Quelle telefonate, però, le ha fatte dopo aver conosciuto le loro condizioni disperate di salute. Con Giulia è il contrario. E’ lei che telefona alla preoccupata madre e si mette a disposizione prima di sapere dell’anoressia di Giulia.

No! Come dice la Nonna d’Italia "Non è giusto, non è giusto". Cosa "non è giusto"? Non è giusto che i Ligresti siano in galera o "non è giusto" rubare agli azionisti 600 milioni di euro? La Cancellieri non lo dice ma indovinatelo voi.

Per ora noi siamo contenti che questa vicenda sia finita in questo modo e che il "Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana" sia ben salda al governo. Che meriti abbia per avere quella decorazione non è dato sapere. Io so che nel 2009 la Nonna era commissario del teatro Bellini di Catania e fu indagata per abuso d’ufficio. Io so che il marito, farmacista, è stato anche in galera, per pochi giorni, per le fustelle false. Io so che il figlio per un anno di lavoro (o come dicono i Ligresti, dopo aver combinato disastri) se n’è andato con una bella dote di milioni. Io so, come dichiara Salvatore Ligresti, che è stata raccomandata all’Omino Ignorante per trovarle un posto in Emilia-Romagna. Forse è per tutto questo che è diventata "Gran ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana"?

I candidati alla segreteria del Pd, di questa vicenda, non parlano, impegnati come sono a contare le false tessere. L’Omino Ignorante neppure, impegnato com’è a mettere sullo stesso piano gli ebrei al tempo di Hitler e i suoi poveri figli. A questo punto a chi dobbiamo guardare?

Massì a lui, al lider maximo, all’uomo di Gallipoli. Baffetto di Ferro vuole scendere in piazza ed io mi sono sentito rimescolare dentro. Finalmente in piazza! A manifestare contro queste porcherie? Ma va! Afferma Baffetto: "Dovessimo vincere lo scudetto, scenderei in piazza. Festeggiare è obbligatorio".

Ecco fatto. Ho sempre sostenuto che lui è il migliore. Anzi, il Migliore.


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