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Ma tu dov’eri il 2 ottobre?

Il 2 ottobre è stata la giornata internazionale della nonviolenza voluta dall’ONU.

di Sergej - domenica 3 ottobre 2010 - 1910 letture

Il 2 ottobre 2010, giornata internazionale della nonviolenza (e anniversario della nascita di Gandhi, avvenuta il 2 ottobre 1869) siamo stati a Messina. Qui, la manifestazione pacifica e colorata di alcune migliaia di persone, nell’indifferenza dei media. Contro il progetto Ponte di Messina.

E’ stato un modo attivo e concreto di festeggiare la non violenza, assieme a persone che la non violenza la praticano tutti i giorni. Unendo pratica e pensiero attorno a un problema concreto. Le migliaia di ragazzi, ragazze, gente di tutte le età i sessi e le provenienze etniche e politiche uniti assieme per ricordare e ricordarci che se ci deve essere sviluppo esso non passa attraverso le opere faraoniche e la cementificazione.

Abbiamo ricordato i 37 morti dell’alluvione dei Paesi del messinese. Famiglie travolte dal fango in nome della cementificazione e delle ferite che sono state inferte alla montagna, un modo sbagliato e criminale di abitare il luogo, pensando di poter fare a meno delle leggi della natura e della sostenibilità ambientale.

Siamo arrivati a Messina col treno da Catania. Un "regionale" sporco e malmesso - giacché è questa la politica di Trenitalia in Sicilia. Noi della piccola redazione di Girodivite - la minuscola testata con cui da quindici anni a questa parte cerchiamo di dare visibilità alle voci e alle cose delle città invisibili.

Con noi Piero e Orazio, che vivono nei Paesi del messinese che sono stati colpiti dall’alluvione. E a Messina i compagni e le compagne che da anni si battono - con la forza del pacifismo e delle idee - contro l’affarismo del Ponte, i poteri forti che a tutti i costi lo vogliono - contro l’evidenza stessa dell’utilità di un impiego così ingente di risorse e di cemento. Saro Visicaro che ho reincontrato dopo un bel po’ di anni - sempre attivo, punto di riferimento per tutti noi. E tutti i ragazzi e le ragazze provenienti da Palermo, da Ragusa, da tutte le province dell’isola. Maria Merlini appena tornata da Haiti, Pina La Villa e Barbara Crivelli attive nella scuola, Luca Cangemi e Gabriele Centineo da Catania.

Un corteo pieno di musica, di palloncini colorati, di striscioni. Sapendo noi tutti che non stavamo solo lottando contro un Ponte inutile, ma che contemporaneamente stavamo dimostrando la nostra opposizione civile e collettiva contro la malvagità della TAV, i progetti di espansione della base di Vicenza, il progetto nefasto dell’aereoporto di Viterbo. Perché è in tutti noi che stiamo appresso al problema concreto, quello che ci unisce, c’è anche la consapevolezza che ogni problema esiste nello stesso modo e nelle stesse forme anche nelle altre città, anche se non si chiama Ponte sullo Stretto di Messina.

E che esiste una storia che ci portiamo appresso, e che noi vogliamo unire: dalle lotte contro i missili a Comiso alle uccisioni mafiose (per noi è stato Pippo Fava, cui Girodivite deve molto della propria ragion d’essere). Credo sia stato davvero uno splendido modo, per tutti noi, di festeggiare il 2 ottobre.

PS: alla stazione di Messina abbiamo anche scoperto a che punto è la privatizzazione dell’acqua. La sera, in attesa del treno per il ritorno, alla ricerca di acqua per dissetarci abbiamo scoperto come tutte le fontanelle un tempo pubbliche sono state disattivate. Al loro posto, distributori a pagamento di bottigliette in plastica, sul sesto binario. Due euro per un litro di acqua. I bagni, anch’essi a pagamento. Piccole cose? Non è forse attraverso queste piccole cose che cambia la civiltà e il rapporto tra le persone? Grazie Trenitalia.


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