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La lezione del Presidente Scalfaro

Costituzione e Parlamento: cardini del credo repubblicano dello scomparso Presidente.

di Emanuele G. - martedì 31 gennaio 2012 - 2544 letture

La morte di ogni persona che ha segnato la storia del nostro paese apre sempre un facondo dibattito per capire meglio la sua personalità e il contributo che essa ha dato all’Italia.

In riferimento allo scomparso Presidente Scalfaro vorrei rendere pubbliche alcune mie riflessioni. Riflessioni che possono sembrare rinchiudersi in una mera valutazione del singolo, ma in realtà aprono sguarci consistenti sulla storia repubblicana. Di ieri. Di oggi. Di domani.

Il Presidente Scalfaro - prima di essere un politico - è stato un magistrato. Ha esercitato tale professione giovanissimo in un periodo drammatico della nostra recente storia. Gli anni a cavallo fra l’armistizio del 1943 e quelli immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. Un periodo contraddistinto da violenze inenarrabili che pregiudicavano in maniera pesante il concetto stesso di Giustizia. In simili frangenti il Presidente Scalfaro capì subito che se una società non si da un ordinamento giuridico forte e condiviso mai potrà esserci Giustizia. Che Giustizia ci può essere quando si decide di amministrarla secondo l’arbitrio di uno o di un gruppo? La Giustizia è il fondamento della dignità dell’uomo. Sempre e comunque.

Un altro punto centrale del credo repubblicano dello scomparso Presidente è rappresentato dal Parlamento. La nostra democrazia si fonda sul Parlamento. Anzi la Costituzione sancisce in maniera suggestiva il connubbio fra democrazia e Parlamento. Tutto nasce e tutto muore in seno alla massima assise del paese. Per il Presidente Scalfaro il Parlamento era il padre degli assetti fondamentali della patria. Senza il Parlamento non ha senso proferire la parola democrazia. In esso è rappresentata la volontà del popolo. In esso si formano i governi. In esso si delinea la politica che sovrintende ai destini del nostro paese. Se non si comprende appieno che il nostro sistema democratico è parlamentare non si coglie il senso della storia repubblicana italiana. Il Parlamento per lui era un’entità inviolabile. Sacra.

Infine, la Costituzione. Assieme a Giustizia e Parlamento costituisce nell’ottica scalfariana il paradigma perfetto. E’ il documento principe che da le coordinate basilari a noi cittadini, alla politica e allo Stato. La Costituzione è il risultato di un intensissimo lavoro a cui hanno dato il contributo i migliori che l’Italia aveva designato quali deputati e senatori a seguito delle prime libere elezioni. E’ un magnifico canovaccio dove culture politiche di diverso colore hanno contribuito a stilare una Costituzione fra le più avanzate al mondo. Una Costituzione che si basa su parole chiavi come lavoro, libertà, ripudio della guerra e altri ancora validi principi. Nonostante siano passati parecchi decenni Essa possiede un’attualità e una freschezza ideale senza pari. Come il Parlamento è nostro padre, per lui la Costituzione altri non è che la madre di noi tutti. Inviolabile in quanto è il documento di sintesi dell’italianità. Perfetta perché è in possesso di una capacità impressionante di essere sempre attuale.

Io reputo che il credo repubblicano dello scomparso Presidente Salfaro sia una delle più emozionanti dichiarazioni di amore verso l’Italia mai immaginate. Cosa sarebbe l’Italia senza Giustizia, Parlamento e Costituzione? Una non nazione. Solo ripartendo da Giustizia, Parlamento e Costituzione saremo in grado di ridare fiato a un paese stremato da decenni di mala politica. Quella mala politica che ha infangato la sacralità di valori imperituri quali Giustizia, Parlamento e Costituzione.


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