La guerra produce menzogne

Stefano Feltri dopo il Domani “investe” su Substack – Agenzie di stampa: difficoltà per alcune, prospettive rosee per altre – Riorganizzazione per stampa locale ex Gedi – Avanti popolo di parenti

di Adriano Todaro - mercoledì 18 ottobre 2023 - 715 letture

DEL DOMAN NON V’È CERTEZZA… – Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico non c’entra nulla. Il fatto è che dovevamo parlarvi del quotidiano Domani e allora… Come avevamo scritto a suo tempo, il direttore Stefano Feltri aveva lasciato la direzione del giornale ed era stato sostituito dal suo vice, Emiliano Fittipaldi ex inchiestista dell’Espresso, famoso per i numerosi scoop. Feltri (da non confondere con il figlio di Vittorio, Mattia Feltri) prima di approdare da direttore a Domani era vice direttore de Il Fatto Quotidiano. Le motivazioni delle sue dimissioni non sono mai state chiarite. Certo è che l’editore, Carlo De Benedetti, aveva promesso che il quotidiano sarebbe passato a una Fondazione. Cosa mai avvenuta. Inoltre anche il capitale che avrebbe dovuto essere di 10 milioni, oggi a causa delle perdite è diventato di circa 6 milioni ma circa 4 milioni, sembra non siano stati ancora versati. Per ridurre i costi si era parlato di far diventare Domani un quotidiano on line o cercare nuovi soci. Secondo l’ex direttore Feltri, il quotidiano vendeva 14mila copia giornaliere più gli abbonamenti digitali (7/8 mila). Ora Feltri, dopo aver creato una newsletter personale (Appunti) e collaborato con la Rai, con Vanity Fair e l’Università Bocconi, vuole investire su Substack, piattaforma internazionale di newsletter personali. Appunti, sempre secondo Feltri, ha circa 6 mila iscritti, ma molti articoli sono letti da 15 mila persone.

AGENZIA DIRE IN DIFFICOLTÀ – Lo scorso martedì 10 ottobre i giornalisti dell’agenzia Dire hanno scioperato contro il licenziamento di 28 dipendenti (15 giornalisti e 13 grafici). La loro richiesta non è stata, però, accolta. I redattori hanno sottolineato che i licenziamenti sono illegittimi e immotivati e la strada intrapresa dalla direzione è «incomprensibile e inaccettabile, soprattutto perché arriva a un passo dall’entrata in vigore del nuovo decreto del Governo per i finanziamenti alle agenzie di stampa».

ITALPRESS A NEW YORK – In occasione del 35° compleanno di vita, l’agenzia Italpress fondata e diretta da Gaspare Borsellino, aprirà un nuovo ufficio di corrispondenza a New York. La sede si trova in One William Street, nella sede newyorkese di Intesa Sanpaolo L’agenzia è nata nel 1988 come agenzia specializzata nell’informazione sportiva. Oggi – con 12 giornalisti in redazione e 500 collaboratori in tutta Italia – diffonde 2 mila lanci al giorno con notizie di Economia, Politica, Spettacoli, Cronaca e di settore (Motori, Energia, Ambiente, Turismo, Legalità, Salute, Immobiliare). A livello regionale, Italpress trasmette sulle sue reti notiziari dedicati alla Sicilia, al Mezzogiorno, al Lazio, alla Lombardia, al Nordovest e un Notiziario Regioni. Nel 2013 è nata Malta News Agency, agenzia di stampa di Malta, promossa da Italpress, con lanci in inglese.

NASCE LA4NEWS – Quattro agenzie di stampa si sono messe assieme e hanno creato La4News. Ha così preso vita, la prima aggregazione di quattro agenzie di stampa nazionali che, in questo modo, potranno iscriversi all’Albo delle agenzie di stampa a rilevanza nazionale, e a bandi pubblici e privati sia in Italia che in Europa. Alla nuova aggregazione lavoreranno 61 giornalisti professionisti assunti a tempo indeterminato.

RIORGANIZZAZIONE QUOTIDIANI LOCALI EX GEDI – Oggi, mercoledì 18 ottobre, dovrebbe partire la riorganizzazione del Tirreno che la Gedi (Agnelli-Elkann) il 15 dicembre del 2021, ha venduto alla Sae Sardegna assieme alla Gazzetta di Modena, La nuova Ferrara, Gazzetta di Reggio. La riorganizzazione trova l’opposizione del Comitato di redazione perché si teme l’indebolimento del quotidiano toscano considerato che si vuole diminuire le edizioni con la conseguente «riduzione progressiva dei giornalisti e della cassa integrazione destinata con ogni probabilità a durare nel tempo».

BAMBINI DECAPITATI? – «La prima vittima di una guerra è la verità». Lo diceva già Eschilo nel VI secolo a.C. Lo abbiamo visto in tutte le guerre sino a quella in Ucraìna. La cosa si ripete con i recenti scontri fra Hamas e Israele e le varie accuse reciproche. Una delle notizie più orribili è stata senza dubbio quella di 40 bambini decapitati da Hamas che comincia a girare il pomeriggio di martedì 10 ottobre. La prima a farci sapere dell’orrore è la corrispondente di I24News, un canale israeliano, Nicole Zedeck. Subito le agenzie di stampa italiane danno la notizia. Ansa. Adnkronos, Agi. Tutte con la notizia dei 40 bambini decapitati. Nessuno ha visto i bambini decapitati, ma i giornali italiani, il giorno dopo, 11 ottobre, “sparano” in prima pagina l’orrore: Corriere della Sera, Repubblica, Domani, Avvenire, hanno tutti il virgolettato sui neonati decapitati. I quotidiani di destra sono sulla medesima lunghezza d’onda (uno per tutti, Libero: «Hamas decapita i bimbi, la sinistra critica Israele. Le prime testimonianze dell’orrore nel kibbutz al confine con Gaza». Un ristretto numero di giornalisti di testate internazionali hanno avuto il permesso di accedere nel kibbutz per documentare l’accaduto. Tutti parlano di evidenti tracce di una carneficina, ma nessuno vede i corpi dei bambini decapitati. La corrispondente dal Medio oriente per The Indipendent, Bell Trew, precisa su X (ex Twitter): «Ai media stranieri è stato detto che donne e bambini sono stati decapitati ma non ci hanno mostrato i corpiquesta è la mia risposta alla notizia sui 40 bambini decapitati diventata virale. Il titolo del mio pezzo fa solo riferimento al fatto che bambini sono stati uccisi». Mercoledì 11 ottobre iniziano le smentite. Prima Hamas che parla di «calunnie» poi un portavoce dell’esercito israeliano che all’agenzia turca Anadolou così si esprime: «Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma su questo». Il giorno dopo, giovedì, il Jerusalem Post fa sapere di avere visionato le foto che confermano quanto detto da I24News, foto fatte vedere anche ad Antony Blinbken, segretario di Stato Usa. Sono tre immagini che mostrano corpi di neonati uccisi o carbonizzati, con la didascalia: «Ecco alcune delle foto che il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha mostrato al segretario Usa». Indubbiamente foto terribili ma che non mostrano corpi decapitati. In Italia, il 13 ottobre, solo Il Corriere della Sera e Il Giornale continuano a titolare sui bimbi decapitati.

AVANTI POPOLO SENZA RISCOSSA – Aveva invitato il marito, intervistandolo, al debutto della trasmissione “Avanti popolo”. Un fiasco. Ma la Rai continua a spendere i nostri soldi distribuendoli fra parenti e amici. D’altronde è così anche nel governo e sottogoverno. Ora si apprende che anche la sorella è impegnata in “Avanti popolo”. Si tratta di Graziana che è nella redazione di “Avanti popolo”. Certo lo stipendio di Graziana non lo paga la Rai, ma la società di produzione del programma che, ovviamente, riceve i soldi dalla Rai: 200 mila euro a puntata. La comparsata del pregiudicato Fabrizio Corona ci costerà fra gli 8 e i 10 mila euro dopo che ha ricevuto 24 mila euro per le interviste a “Belve” e “Domenica in”. Quando ci sarà la riscossa del popolo?


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