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L’insostenibile visione degli Impiccati

Lo scandalo a Milano per i "bambini impiccati" di Maurizio Cattelan.

di Redazione - mercoledì 12 maggio 2004 - 10956 letture

L’installazione artistica di Maurizio Cattelan, posta in piazza XXIV Maggio a Milano e raffigurante tre bambini impiccati, ha suscitato orrore , scandalo e una certa dose di rabbia. Facendosi valoroso interprete dello sdegno dei suoi concittadini, un uomo, armato di scala a pioli e di seghetto, ha addirittura messo a repentaglio la sua vita per arrampicarsi sull’antico albero che ospitava le tre sagome, mosso dalla ferma intenzione di rimuovere quella inguardabile scultura moderna.

I cittadini applaudono: non se ne poteva piu’ di quello scempio. Gli articoli di giornale si sprecano, e non mancano le interrogazioni parlamentari.

In questo senso l’installazione di Cattelan è espressione artistica di rara purezza: non è arte per sua struttura e fattura, ma lo diventa a causa dell’effetto provocato. Non è un oggetto intrinsecamente artistico, ma un’esperienza che prende vita nel contesto spazio-temporale in cui viviamo.

In defintiva, quello di Cattelan è un esperimento riuscito. Ecco che succede quando l’orrore dell’infanzia negata arriva sotto casa, anzichè restarsene li’ buono in Uganda o in Sudan, in Iraq o in Palestina.

Perchè non c’e’ uguale indignazione e sgomento per i bambini "impiccati" dall’industria della prostituzione thailandese? Perchè le notizie dei piccoli rapiti e mandati alla morte dalla Lord’s Redemption Army in Uganda non meritano neppure una banalissima interrogazione parlamentare?

Quando salta in aria un uno scuolabus israeliano i milanesi non schiacciano il piede sul freno dell’auto per gridare allo scandalo. E quando tre bambini palestinesi muoiono colpiti da un proiettile di carro armato, non è forse come fossero stati impiccati all’albero piu’ vicino?

I bambini di Falluja avrebbero il diritto che qualcuno sentisse il bisogno impellente di tagliare la corda che li tiene appesi per il collo. Anche a costo di farsi male a una caviglia. Lo stesso vale per i piccoli Congolesi, Ceceni o Afghani: e’ ora di smetterla di lasciarli penzolare.

Occhio non vede cuore non duole? Non è vero: li vediamo tutti benissimo. Le distanze, nel mondo globalizzato e interconnesso, non sono più una scusante valida. L’opera di Cattelan lo ribadisce: l’orrore è qui, proprio dietro l’angolo. E’ a un tiro di schioppo, a poche ore di viaggio. E’ li’, dove abbiamo appena caricato il petrolio per fare il pieno alle nostre auto; è proprio li’ dove abbiamo comprato l’ultimo carico di cacao da spolverare sul cappuccino alla mattina. Lo trovi comodamente a portata di telecamera o di satellite per telecomunicazioni, sulla prossima strada del minuscolo villaggio globale.

Indignarsi è sacrosanto: l’opera esposta a Milano è orrenda. Tuttavia, quelli appesi all’albero altro non erano che manichini. E’ triste pensare che, per i tanti bambini in carne e ossa nella stessa situazione, si trovino cosi’ poche persone disposte ad arrampicarsi sull’albero per tagliare la corda.


Editoriale di Paolo Oddone (Ultimo aggiornamento sabato, 08 maggio 2004 00:56 ), per www.warnews.it


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> L’insostenibile visione degli Impiccati
18 maggio 2004, di : DokB.

Ma quanta retorica! Se - come si vuol dire - l’installazione ha un valore simbolico di rimprovero (oltre a quello palese di attrarre i riflettori sul sedicente artista e far salire le sue quotazioni), perché si presume che i suoi destinatari se lo meritino?Perché imputare a migliaia di persone, ordinari cittadini, la colpa di infischiarsene dei problemi dell’infanzia nel mondo? Probabilmente fra le persone giustamente inorridite dallo scempio di Cattelan ve ne erano molte attivamente occupate in opere di socialità, magari orientate al mondo dell’infanzia. Il Cattelan vuole *veramente* scuotere la pubblica attenzione per farla rivolgere ai problemi dell’infanzia? Bene, sia lui il primo: che devolva in beneficienza i proventi derivanti dai suoi scempi.
    > L’insostenibile visione degli Impiccati
    27 maggio 2004, di : Cristina

    ...tolleranza...!!!!! E’ sempre facile giudicare chi fa qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica su atrocità ed abusi che vengono fatti ai minori.... Sicuramente chi non fa nulla non sbaglia mai vero???
      > L’insostenibile visione degli Impiccati
      4 giugno 2004, di : Daniele

      un pò di sana rabbia di cristina, cui mi associo, ci allontanerà dalla rabbia del valoroso coglione che si è arrampicato per togliere i manichini
> L’insostenibile visione degli Impiccati
4 giugno 2005, di : Walter Kurtz

"...in defintiva, quello di Cattelan è un esperimento riuscito. Ecco che succede quando l’orrore dell’infanzia negata arriva sotto casa, anzichè restarsene li’ buono in Uganda o in Sudan, in Iraq o in Palestina..."

Non credo che i milanesi siano le persone da sensibilizzare. Se Cattelan e fans hanno veramente le palle e non sono bravi solo a scrivere o riempirsi la bocca di buone intenzioni, vadano là dove c’è bisogno di sensibilizzazione. Sono disposto a seguirli.