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Kossovo: mancata protezione e giustizia ostacolata per le vittime di violenza domestica

Nonostante i sempre più forti appelli della società civile e un grave aumento dei femminicidi negli ultimi anni, le autorità del Kossovo non stanno contrastando efficacemente la violenza domestica, non forniscono la necessaria protezione alle donne e alle ragazze e non abbattono le numerose barriere che ostacolano l’accesso alla giustizia e alle forme di sostegno.

di Redazione - mercoledì 6 settembre 2023 - 710 letture

Di recente, le autorità del Kossovo hanno fatto passi avanti per rafforzare la legislazione e per venire meglio incontro ai bisogni delle sopravvissute alla violenza domestica. Nel marzo 2023 il parlamento ha approvato, in prima lettura, una proposta di legge sulla prevenzione e la protezione dalla violenza domestica, dalla violenza contro le donne e dalla violenza di genere.

Persistono tuttavia, secondo le ricerche di Amnesty International, numerosi ostacoli per quel che riguarda l’accesso a risarcimenti e alimenti e mancano servizi adeguati in favore di coloro che lasciano i centri-rifugio.

Ci sono anche altri problemi: il pregiudizio degli agenti di polizia, il lavoro eccessivo a carico delle operatrici sociali e la mancanza di informazioni sui diritti, l’assistenza e le forme di riparazione per le sopravvissute.

Va peggio alle appartenenti ai gruppi minoritari (serbi, rom, ashkali e kosovaro-egiziane) e alla comunità Lgbtqia+ a causa della discriminazione intersezionale di cui sono vittime.

A completare il quadro ci sono anche gli ostacoli di natura socio-economica, che impediscono alle donne di allontanarsi da contesti violenti e di vivere libere dalla paura. Nel 2017 solo il 17 per cento delle donne era formalmente assunto contro il 50 per cento degli uomini; nel 2021 solo il 18 per cento delle donne era proprietaria di un bene contro il 79 per cento degli uomini. Spesso le donne sono escluse dalle eredità familiari e la divisione dei beni in caso di divorzio tende a favorire gli uomini.

Quando cercano di allontanarsi da situazioni di violenza, se sono fortunate le donne ricevono forme di protezione e di sostegno di breve durata per poi essere lasciate sole a cercare di ricostruire le loro vite.

Le campagne informative statali si limitano quasi esclusivamente a incoraggiare le donne a denunciare le violenze alla polizia. Ma quando ciò accade, capita che gli agenti di polizia chiedano perché intendono sporgere denuncia o le colpevolizzino.

“Cosa dovrebbero fare le istituzioni? Far sapere alle donne, prima che accada qualcosa, che se succederà avranno le porte aperte e pieno sostegno da parte dello stato: che non dovranno preoccuparsi dei figli, che non dovranno capire da sole dove andare; che, anche se le loro famiglie non le sosterranno e non le rivorranno a casa, le istituzioni saranno dalla loro parte”, ha dichiarato ad Amnesty International una sopravvissuta di Pristina.

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