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Italia – Scozia 13-6

Evitato il cucchiaio di legno al Torneo delle Sei Nazioni di Rugby.

di Orazio Leotta - lunedì 19 marzo 2012 - 3454 letture

Ci sono premi che nessuno vuole ricevere. Uno di questi (anche se solo simbolico, ma davvero poco gradito lo stesso) è il “Cucchiaio di legno” (Wooden Spoon) che nel rugby viene assegnato alla squadra ultima classificata nel celeberrimo Torneo delle Sei Nazioni (ex delle Cinque Nazioni, ex Home Championship).

Dal 2000, cioè da quando l’Italia vi prende parte, le cenerentole del torneo sono sempre le stesse: o l’Italia o la Scozia, centrocampocon la sola parentesi del Galles nel 2003. Nove volte l’ha vinto l’Italia (su tredici partecipazioni) e tre volte la Scozia, compreso quello maturato sabato 17 Marzo all’Olimpico di Roma (entrambe erano a zero punti), davanti a settantatremila festosi spettatori, molti dei quali giunti da oltremanica con annessi kilt, birra, cornamuse e tipici cappelli.

Il declino della Scozia nel torneo, coincide con l’entrata in gioco dell’Italia (anno 2000) e i rispettivi matches, spesso sono assurti a indimenticabili eventi. Come ad esempio l’esordio assoluto nel torneo degli azzurri: stadio Flaminio di Roma, 5 Febbraio 2000, risultato 34-20 per l’Italia con un grande Diego Dominguez, autore di 29 punti; come il 18-10 per gli scozzesi nel 2005, per non parlare del 37-17 rifilato da Mauro Bergamasco e compagni, in quel di Murrayfield nel 2007, quando i nostri realizzarono la prima meta dopo 17 secondi ed altre due entro i primi cinque minuti.

Un avvio devastante per gli scozzesi (parziale di 0-21), complice uno sciagurato Cusiter, davvero in giornata no. Seimila italiani festanti ad Edimburgo e prima vittoria in trasferta. Una sola invece la meta nel 13-6 per gli azzurri all’Olimpico (lo stadio scelto dalla nostra federazione per il torneo del 2012): quella di Venditti, la trequarti-ala di Avezzano, al quarto minuto del secondo tempo (poi trasformata da Burton); per il resto un calcio piazzato di Mirco Bergamasco (ma anche due errori) e un drop dello stesso Burton. Per gli scozzesi due punizioni andate a segno per Laidlaw, a fronte di un solo errore.

L’Italia, a dispetto dei pochi punti, ha tuttavia dominato l’incontro, lottando strenuamente con tutti i giocatori ed in ogni settore del campo, fase di giocoin mischia come in touche, con un Castrogiovanni (poi eletto Man of the Match) indemoniato, in mischia come nelle sue reiterate percussioni centrali, nonostante il problema alle costole. Particolari note di merito per l’avanti Canale e per Burton, suo il rassicurante drop a tre minuti dal termine. Brunel ha dovuto più volte inventarsi qualcosa per il ruolo di mediano di mischia schierando prima Gori, poi Botes, che s’infortuna, ed infine Toniolatti, spostando Favaro centrale.

Da segnalare, fra l’altro, come a differenza delle ultime uscite, la squadra non è calata alla distanza. Due i “gialli” comminati agli uomini di Robertson (De Luca e Hamilton), una a Zanni per l’Italia. Ha arbitrato l’irlandese Rolland. Ongaro, alla sua ultima partita in nazionale, era il più commosso della comitiva. Alla fine della contesa, pubblico e giocatori hanno cantato all’unisono, sulle note di “Il Cielo è sempre più Blu”, il celebre pezzo di Rino Gaetano. I 22 azzurri, i 15 partiti titolari e i sette entrati poi dalla panchina, hanno fatto il giro del campo, portando sulle spalle proprio Ongaro, 81 presenze in dodici anni d’azzurro. La festa è poi continuata nello Stadio dei Marmi, per un gigantesco terzo tempo (sessantamila presenti).

Il film della partita

Terzo Tempo Tifosi in Festa Cornamusa Cornamuse Scottish folk Italia pre-partita Avvio partita Vantaggio Italia Preparazione alla mischia Mischia Pareggio scozzese Lorenzo Cittadini Meta italiana Pausa Festeggiamenti vittoria


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