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Il declino dello stato centrale

Sembrava un’entità immortale. Ora nutriamo più di un dubbio sul suo futuro.

di Emanuele G. - martedì 9 agosto 2011 - 2800 letture

Lo stato centrale – a partire dalla Rivoluzione Francese – era assunto a massimo traguardo della civiltà in quanto avrebbe permesso agli esseri umani di raggiungere quello stato di felicità da sempre fine ultimo di innumerevoli scuole filosofiche e religiose. Il passare del tempo, dopo i trionfi ottocenteschi e del secolo c.d. “corto”, ha messo in evidenza una situazione del tutto diversa rispetto al passato. Non si era previsto, principalmente, il manifestarsi di nuove dinamiche storiche e l’insorgenza di criticità al suo interno. Il quesito che ci dobbiamo porre è questa: quali ostacoli ne stanno minando in profondità l’autorevolezza? Oserei aggiungere la sua stessa motivazione ad esistere. Ne indicherei due: la globalizzazione e la burocrazia.

La globalizzazione rappresenta una “diminutio” del concetto di potere esclusivo degli stati. Lo ha compresso, ecco. Per certi versi la globalizzazione ha scavalcato le prerogative degli stati. Vi ricordate la frase “il consesso degli stati”? Non ha più nessun significato reale. La globalizzazione ha determinato nella realtà dei fatti che decisioni in precedenza di esclusiva pertinenza degli stati siano adottate da organismi non statuali. Mi riferisco alle multinazionali o al sistema bancario internazionale. Su un altro versante gli stati si sono visti restringere ulteriormente l’area del proprio potere decisionale in favore della creazione di strutture sovranazionali quali le organizzazioni internazionali. Ad esempio l’Unione Europea.

Dal punto di vista per così dire interno gli stati hanno iniziato ad appalesare degli appesantimenti dinamici che alla fine ne hanno compromesso – in maniera seria – la capacità operativa. Come mai tutto questo? Gli stati per esercitare la propria autorità hanno costruito nel tempo delle strutture aventi l’obiettivo di permettere il raggiungimento del succitato obiettivo. In altre parole, la burocrazia. Burocrazia che è sempre più un peso in grado di condizionare l’azione degli stati. In origine, la burocrazia doveva facilitare i rapporti fra lo stato e la società. Ora questa struttura di intermediazione assume i caratteri di processo generalizzato di asfissia in riferimento all’operatività dello stato. Anzi, per certi versi, è diventata un corpo estraneo allo stesso stato che drena immense risorse solo per perseverare nella sua esistenza. Favorendo, di conseguenza, l’insorgenza di gravissime dinamiche corruttive e clientelari.

Non solo questo vi è per quanto riguarda la problematica afferente al declino dello stato. E’ da considerare massimamente il fallimento delle ideologie che hanno plasmato l’idea di stato nel corso degli ultimi secoli. Faccio riferimento al pensiero liberale e al socialismo. Si sono rivelate ingannevoli e fallaci. Il pensiero liberale avrebbe dovuto significare il rispetto della persona in quanto entità singola. Invece, è stato scavalcato da un’idea parossistica dell’individuo che sottomette ai suoi interessi quelli generali di tutti i cittadini. In sintesi, prima ci sono io e poi gli altri. E cosa dire del socialismo che intendeva porre in evidenza la superiorità delle masse come principale soggetto delle dinamiche storiche? Si è visto come è finito. Il socialismo ha creato la dittatura delle strutture sovra-individuali a scapito del rispetto dell’individuo e del popolo nella sua interezza. Favorendo di fatto gli interessi parziali di gruppi organizzati. La crisi dello stato centrale è figlia, per dunque, del fallimento delle succitate ideologie che hanno reso lo stato una variabile dipendente da altrui interessi. Avevano combattuto il c.d. “ancien regime”. Ad oggi sono loro “ancien regime”. La storia, spesso, ci delizia con particolari giochi paradossali.

La domanda finale che ci si deve porre è la seguente: il declino dello stato centrale è da considerare definitivo o momentaneo in quanto legato alle presenti contingenze storiche? Io credo che sia definitiva poiché è in atto nel mondo un profondo cambiamento che sta portando a considerare non più funzionali quell’insieme di “item culturali” prodotti a seguito della scomparsa dell’“ancien regime” per opera della Rivoluzione Francese. Fra i quali annoveriamo lo stato centrale. Certamente lo stato del futuro sarà ben diverso da quello che abbiamo conosciuto. Mi riprometto di ritornare sull’argomento con un articolo specifico.


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