Hot spot

Alfano ha scritto un nuovo libro e ha bacchettato l’Europa

di Adriano Todaro - mercoledì 16 dicembre 2015 - 33363 letture

Ho appreso una notizia che ha avuto da un lato un risvolto positivo e, dall’altro, negativo. Positivo perché, dopo aver appreso la notizia, ho un po’ più di fiducia negli uomini e negativo perché lo stesso episodio mi ha fatto litigare con mia moglie.

La notizia è che Fronte Alta ha scritto un libro, il secondo. Oramai, in Italia, quelli che non hanno mai scritto un libro, o meglio mai pubblicato un libro, sono pochi esemplari in via d’estinzione. Come il Crocidura thomensis che si sta estinguendo nell’arcipelago di São Tomé. Ange&Lino non poteva esimersi dal continuare, dopo la prima prova sulla mafia che uccide solo d’estate. Ecco allora qualcosa di più attuale e penetrante che non ha nulla a che vedere con le stagioni. Titolo dell’opera alfaniana: “Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore”.

Il titolo è intrigante e sembrano parole, quelle del titolo, scolpite nella pietra. In una riga sono condensate tantissime verità. Si parla di paura, di guerra, di libertà. Mica quisquilie e pinzillacchere. Ma lasciamo parlare l’Autore: “Questa è una guerra scatenata da uno che si chiama Califfo che vuole cancellare i confini. Di fronte a questa pretesa, abbiamo una sfida: capire perché migliaia di europei aderiscono a questa chiamata”.

Siamo nel surreale anche perché il nome non è proprio Califfo… Ma la vera sfida non è quella che cita il ministro siculo, ma è chi cazzo gli pubblica i libri a questo qua. In questo caso la Mondadori della famiglia Berlusconi. Dico questo perché quando mia moglie (e qua veniamo alla questione negativa) ha saputo del nuovo libro di Fronte Alta, ha avuto parole denigratrici nei miei confronti: “Ma come? Angelino pubblica il suo secondo libro e tu nulla? Datti da fare, alzati da quella maledetta poltrona, lascia perdere i giornali e scrivi un libro invece che scrivere cazzate per girodivite. Se ce l’ha fatta Alfano, perché mai non ce la puoi fare tu?”.

Bisogna dire che mia moglie ha ancora incredibilmente, dopo tanti anni, fiducia in me e nelle mie capacità scritturali. Io molto meno. E poi c’è anche un problema di comunicazione, di conoscenze, di ambito professionale. Pensate che dopo aver presentato il libro, Ange (e anche Lino) è stato chiamato per una Lectio Magistralis nella sala Aldo Moro di Montecitorio. Ho guardato sul dizionario cosa fosse mai questa lectio che mi sembrava il nome di una medicina per lo stomaco e ho scoperto che è invece una “lezione di particolare rilevanza e livello tecnico tenuta da un docente o personaggio dotato di notevoli competenze o fama”. Ora che Alfano sia dotato di notevoli competenze, è fuori di dubbio. Basta guardare come ha gestito la questione riguardante Alma Shalabayeva, moglie di un dissidente kazaco. Ed è anche famoso, soprattutto fra gli studiosi del cervello.

A me, invece, non mi chiama nessuno. Ricordo che una volta sono stato invitato dalla bocciofila sotto casa per parlare dell’importanza delle bocce. Dopo due notti insonni, la mattina del mio debutto, non ricordavo più nulla con salivazione del tipo Fantozzi. Mi sono ingarbugliato e non mi hanno più invitato.

Fronte Alta, invece, ha detto delle cose della massima importanza e, soprattutto, chiare, senza ingarbugliarsi: “Dobbiamo dimostrare – ha affermato – che una circolazione libera in Europa sia anche una circolazione sicura…”. Ma va? In realtà tutti quelli che circolavano in Europa non erano sicuri. Ora, invece, Alfano ha fatto uno sforzo. E qual è lo sforzo? Ma allora non capite niente! Lo sforzo, spiega magnanimo e paziente il ministro, “è saper coniugare questi due profili, libertà e sicurezza nella circolazione”. Forse a targhe alterne.

Il siculo agrigentino ha sottolineato anche altre cose. Ad un certo punto ha anche parlato dell’Unione europea: “Noi per il lavoro svolto meritiamo solo un grazie dalla Ue. Speriamo che non si apra alcuna procedura di infrazione sulla registrazione dei migranti in Italia, se ciò dovesse accadere sarebbe una scelta del tutto irragionevole e fuori del tempo e della storia”. Non ha fatto in tempo a terminare la frase che zac, ecco arrivata la procedura d’infrazione. Non stiamo lì, comunque, a sottilizzare. Soprattutto perché noi italiani “siamo già in campo con 1 dei 6 hot spot…”.

Beh, ragazzi. Questa è cultura e conoscenza delle lingue. Anche il suo capo, il boy scout Mai Eletto, parla in questo modo. Anzi, di più. Infatti, lui è capo scout mica per niente. Sui numeri degli hot spot c’è qualche discordanza ma comunque quello di Rignano ha detto: “Stiamo realizzando gli hot spot, ma non è partito il processo di relocation”. Non è meraviglioso. Un politico d’altri tempi avrebbe usato “rilocazione, spostamento, dislocamento”. E, invece, ci voleva la Leopolda. Volete mettere come fa più fine "relocation" piuttosto che il banale "spostamento"?

Intanto si aprono le porte sante e si chiudono sempre più le frontiere. I bimbi, imperterriti, continuano ad annegare nelle fredde acque marine. Malgrado i cinque hot spot promessi e la relocation, questi continuano ad affogare.

Ingrati, menefreghisti e un po’ egoisti.


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