Dopo i Tiggì? Vespa ovviamente

Garante privacy su Messina Denaro ‒ Odg contro pene inasprite per giornalisti che pubblicano intercettazioni ‒ Gli sponsor di Sanremo ‒ Canali Tv su YouTube ‒ Premiata giornalista de Il Fatto

di Adriano Todaro - mercoledì 25 gennaio 2023 - 2857 letture

DOPO IL TIGGÌ ‒ L’immarcescibile Bruno Vespa non pago di essersi dato da fare per portare il messaggio di Zelensky alla canora Sanremo (mentre la popolazione ucraìna è massacrata), ora vuole una striscia quotidiana dopo il TG della 20. Una striscia di 5 minuti avendo in mente Il Fatto di Enzo Biagi. Il sindacato dei giornalisti ha protestato perché la Rai si affida, ancora una volta, a un esterno e ricorda che Vespa ha un contratto con la Rai da “artista” e non da giornalista. Inoltre la “striscia” si scontrerà col TG2Post e con un’altra “striscia”, quella di Marco Damilano,” Il cavallo e la torre” in onda alle 20,40 su Rai3. Considerato che Vespa vuole apparire tutte le sere, anche Monica Mggioni direttrice del TG1 si agita e ha chiesto una seconda serata su Rai1 al posto di Porta a porta. Vedremo. Vespa ha un ottimo rapporto con Giorgia Meloni. Ma va? Ce l’aveva anche con Forlani, Andreotti…

GARANTE ANCHE PER MESSINA DENARO ‒ Il Garante della privacy in un comunicato chiarisce che non è giustificata la pubblicazione dei referti medici di Matteo Messina Denaro. Poi così continua: «Anche in casi di vicende di assoluto interesse pubblico, riguardanti persone che si sono macchiate di crimini orribili, la pubblicazione integrale di referti, o la diffusione di dettagli particolareggiati presenti nelle cartelle cliniche relativi a patologie, non appare giustificata». Il Garante «richiama l’attenzione di media, siti web e social media al rigoroso rispetto del principio di essenzialità, fissato dalle regole deontologiche per l’attività giornalistica».

ODG CONTRO PENE INASPRITE ‒ Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, intervenendo in Commissione Giustizia al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’uso e le pubblicazioni delle intercettazioni ha definito «paradossali inasprire le pene contro i giornalisti che pubblicano intercettazioni quando queste sono pubbliche, una censura in piena regola». Poi ha così continuato: «Per fare solo qualche esempio, pensiamo al rilievo per l’opinione pubblica delle intercettazioni nell’inchiesta relativa al crollo del ponte Morandi di Genova, oppure le conversazioni registrate durante il terremoto dell’Aquila. O, ancora, le intercettazioni rese pubbliche sui colloqui dei mafiosi coinvolti nelle stragi di Falcone e Borsellino. Sarebbe ben difficile spiegare ai cittadini per quale motivo, su casi di tale rilievo, possa essere imposto il totale silenzio, una sorta di censura… Mentre la stampa internazionale sugli stessi casi potrebbe liberamente continuare a dare notizia di intercettazioni di rilevante interesse pubblico».

GLI SPONSOR DI SANREMO ‒ Fra poco inizierà il tormentone del Festival di Sanremo appuntamento nazional-popolare per antonomasia. Ci sarà in collegamento con il presidente della Ucraìna e si sono conosciuti gli sponsor. Sino ad ora sono cinque: Plenitude (Eni), Costa Crociere e Suzuki in qualità di partner istituzionali oltre a Dyson, haircare partner e VeraLab, skincare partner.

YOUTUBE E LO STREAMING DEI CANALI TV ‒ Youtube sta sperimentando di trasmettere lo streaming dei canali Tv. Il servizio sarà gratuito ma sarà supportato dalla pubblicità. Secondo quanto scritto sul Wall Street Journal, YouTube tratterebbe direttamente con chi gestisce i canali televisivi, offrendo a questi la possibilità di trasmettere sulla piattaforma e guadagnare mediante pubblicità, trattenendo però il 45% dei profitti.

PREMIO MIMMO CANDITO ‒ Il premio dedicato a Mimmo Candito inviato di guerra de La Stampa, morto nel marzo 2018, è stato assegnato a un’inchiesta sugli abusi sessuali sulle suore. L’inchiesta, di Federica Tourn, è stata pubblicata su Millennium, mensile del Fatto Quotidiano. Questa La motivazione dell’inchiesta inchiesta dal titolo “Quel prete è uno stupratore”: «Sugli abusi sessuali subiti dalle suore e non di rado coperti dalle autorità ecclesiastiche, ha il pregio di trattare un argomento raramente riportato sulle prime pagine dei media, soprattutto in Italia, e il vantaggio della completezza delle testimonianze. Una indagine vecchio stile, che si basa sulla forza del racconto, un meticoloso uso delle fonti e la capacità di scrittura e che, in questo caso, non può, per ovvie ragioni, essere sostenuta da immagini e testimonianze video. Sullo sfondo il tema delle discriminazioni di genere nella Chiesa Cattolica e in particolare nelle missioni africane. Perché un’inchiesta sulla Chiesa Cattolica è per sua natura globale e coinvolge culture e aree geografiche molto lontane tra loro. Di particolare interesse le testimonianze delle suore che, dall’interno della Chiesa, cercano di denunciare gli abusi e provano a modificare lo stato di cose esistenti. Un ottimo lavoro che merita il premio a un giornalismo d’inchiesta disposto a raccontare verità scomode. Anche quelle di fede». La Giuria del premio era composta dal Presidente Paolo Griseri (La Stampa), Marina Forti (Internazionale), Simona Carnino (vincitrice della prima edizione) e Vincenzo Vita (il Manifesto).


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