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Chi se ne frega della musica, quello che non mi convince della tattica dei pinguini

Nel mondo musicale non ci sono più le pause tra un tour, un album e quello successivo, e proprio i Pinguini sono l’esempio più calzante di questa tattica di mercato

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 7 dicembre 2022 - 3174 letture

Ricordi è una canzone che parla anche di disabilità, ma nonostante questo non sono mai riuscito a godermi l’ennesimo singolo del gruppo bergamasco. Al primo ascolto di una certa strofa mi sono alzato in piedi dalla sedie, a rotelle, e non per gridare al miracolo “‘Meglio bruciare che spegnersi lentamente, l’ha detto chi non deve illuminare gli altri’” Per chi non era teenager negli anni 90 "Meglio bruciare che spegnersi lentamente" era una delle frasi più citate dalla lettera di suicidio di Kurt Cobain che, fra le altre cose, soffriva di depressione.

Era stato in coma pochi mesi prima a Roma, era da solo in una villa senza la moglie e la figlia e soprattutto si sentiva intrappolato dal business musicale dell’epoca. Album/Promozione con le solite interviste/Tour. Quello che l’allora ventisettenne ragazzo voleva dire era di non voler continuare in quel meccanismo perverso che soffocava il suo lato artistico, timoroso di non aver già più niente da dire. Fra l’altro, è la citazione di una canzone di Neil Young, che citava James Joyce.

Ecco, diciamo che leggere che "L’ha detto chi non deve illuminare gli altri" mi induce a pensare che i pinguini non abbiano capito nulla di Kurt Cobain, nonostante gli avessero già dedicato una canzone nell’album precedente. Lake Washington Boulevard. Perché è proprio l’opposto, è il sentirsi spremuto da un sistema che ti costringe a dover continuare a produrre "arte", o merce da consumo, perché è il mercato a chiederlo, il business è quello ... Anzi, era quello, oggi è sicuramente peggio. Non ci sono più le pause tra un tour, un album e quello successivo, e proprio i Pinguini sono l’esempio più calzante di questa tattica di mercato. Ogni stagione un singolo nuovo, anche se non è contenuta in nessun album. Magari una canzone deve essere inserita in una colonna sonora, un’altra è il tormentone dell’estate, un’altra fatta ad hoc per l’ennesimo tour. E non sono i soli, dal mainstream dei Maneskin al gruppo indie dei Ministri, a Jovanotti.

E come canta Caparezza, che insieme a Tiziano Ferro è uno dei pochi che cerca di resistere e sparire per un po’ dai social/palchi/classifiche "chi se ne frega della musica". Un’altra chiave di lettura di quella strofa, in linea con la tematica della canzone, è vedere quel gesto rinunciatario come egoistico, perché se hai una persona fragile accanto hai il dovere di prenderti cura dell’altro, di illuminarlo. Ma caregiver non si nasce, e non si può dare per scontato che tutti abbiano la volontà e la capacità di farlo. Kurt oltre ad avere una moglie era anche il papà di una bambina piccola, ma non è bastato a fermare la sua mano dal premere il grilletto di quel fucile il 5 aprile di 28 anni fa. Il leader dei Nirvana era un ragazzo di 27 anni che soffriva di depressione che quel giorno più di altri, citando il suo collega Eddie Vedder, ha reso tutto il suo mondo Nero. Ma forse quest’altra malattia è un po’ tropo complicata per essere la tematica dell’ennesimo singolo di musica leggerissima di un altro ventisettenne che diverse volte ha appositamente scritto dei pezzi come se ne avesse 40 di anni, perché magari commercialmente è più vantaggioso.

PS a chi trova una pesantezza infinita e ingiustificata in questa analisi non richiesta di una canzone pop vorrei ricordare che i Pinguini Tattici hanno costruito la base della propria carriera sulla “profondità nella semplicità” delle parole di pezzi pop, perché le parole sono importanti.


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