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Apologo (C) dio

Questo apologo è pubblicato sotto copyright (C) dio, 2015.

di Victor Kusak - domenica 7 giugno 2015 - 5285 letture

“Salve, scusi se disturbo ma venivo per il pagamento...”

“Il pagamento di cosa, scusi? telefono, luce, affitto…?”

“Pagamento per la sua vita”

“Mio padre e mia madre mi hanno dato la vita, a lei io non debbo niente”

“Sì ma grazie a me sono stati generati suo padre e sua madre, e tutte le cose che lei ha fatto e detto, o anche solo pensato...”

“Anche le cose brutte, le cose sbagliate?” “Beh, quelli sono errori di programmazione”

“Le dovrei fare causa, allora, per aver messo in circolazione un software pericoloso e pieno di bugs”

“Beh, per intanto lei mi deve un bel po’ di soldi per l’uso che sta facendo del mio software”

“Non si fa pagare ai fumi della macchina il fatto di essere stato prodotto dalla combustione del motore della macchina”

“Sì, ma lei non è un prodotto di scarto, è un software che si avvale della programmazione originaria per avere dei servizi, la vita che vive, i pensieri che ha, le parole che adopera...”

“Una tassa sulle parole?”

“Anche su quelle, dato che tutte le parole che utilizza sono prodotte con un software di mia invenzione”

“Io parlo e tutte le cose che dico sono sottoposte a tassazione? Anche lei è da considerarsi un prodotto di ciò che io vedo e immagino all’interno di ciò che il suo software ha prodotto. Dovrei pagare una tassa anche su di lei?”

“E’ il mondo del business, ragazzo, nessuno ha mai detto che è un mondo giusto”

“Sì, lei ha sviluppato questo software che produce servizi. Ma… dov’è il contratto che avrei firmato e che mi informava su tutta questa cosa? Non ci vuole un contratto, un consenso preventivo scritto?”

“Ho appena creato un software che produce una legge universale che esonera il creatore - cioè me - di far firmare alcunché: si chiama diritto di mungitura delle vacche. Ovviamente è una legge con valore retroattivo”

“E dopo tutto questo dovrei anche morire?”

“Fa parte del software, una questione di economia di materiale, dato che il materiale non è illimitato”

“Insomma, lei ha creato un sistema che permette di generare all’infinito individui, tramite il suo software, che sono tenuti a pagare una tassa d’utilizzo. Poi il software stesso li ammazza, in modo che nascano nuovi individui che sono tenuti a pagare la tassa. Un ciclo continuo”

“Si chiama obsolescenza programmata. Non è geniale?”, sorrise tutto soddisfatto il vecchio ometto, sfregandosi le mani.


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