Amelia
Rosselli
Amelia Rosselli
"Amelia Rosselli nasce a Parigi nel 1930 da Marion
Cave e Carlo Rosselli, che viene ucciso nel 1937 insieme al fratello
Nello in un attentato organizzato dai servizi segreti fascisti.
Nel 1940 si trasferisce con la madre e i fratelli a Londra, e
poi negli Stati Uniti. Studia New York e, nel Vermont, frequenta
gli ambienti quaccheri e lavora in campagna. Nel 1946 rientra
in Italia e trascorre alcuni mesi a Firenze, presso la nonna paterna,
ma sceglie poi di tornare a Londra, dove inizia a studiare musica
e composizione. Nel 1948 è di nuovo a Firenze, presso la nonna
paterna, e qui apprende la notizia della morte della madre, restata
a Londra. Trova lavoro come traduttrice presso le edizioni di
Comunità e si trasferisce a Roma. Qui stringe nuove amicizie (Rocco
Scotellaro, Carlo Levi, Niccolò Gallo, Renato Guttuso…) e si dedica
allo studio (letteratura, filosifia, matematica) e alla ricerca
musicologica, pubblicando saggi su "Diapason", "Civiltà delle
macchine", "Il Verri". Intanto scrive poesie - tra cui, nel 1958,
il lungo poemetto "La libellula" (che pubblicherà solo nel 1983
da Se). Nel 1963 Pier Paolo Pasolini ne presenta alcune su "Menabò".
L'anno seguente esce da Garzanti la sua prima raccolta poetica:
"Variazioni belliche". Seguiranno "Serie ospedaliera" (Il Saggiatore,
1969), "Documento 1966-1973 (Garzanti, 1976), "Appunti sparsi
e persi 1966-1977" (Aelia Laelia, 1983) , "Diario ottuso 1954-1968
(ibn,1990) e "Sleep. Poesie in inglese"(Garzanti,1992). Nel 1979
cura l'"Epistolario familiare" del padre, nel 1980 raccoglie per
Guanda i propri "Primi scritti 1952-1963, nel 1981 pubblica il
poemetto "Improntu" (Edizioni San Marco dei Giustiniani) e nekl
1987, da Garzanti, una scelta delle sue poesie, "Antologia poetica2.
Per tutta la vita soffre di gravi disturbi pscichici. Muore suicida
nel 1996.
Eraldo Affinati, in "Campo di sangue" (Mondadori,
1997, pp.121-122), ha scritto: "L'11 febbraio 1996, lo stesso
giorno di Sylvia Plath, Amelia rosselli si getta dalla finestra
della sua vecchia casa di via del Corallo, nel centro di Roma:
il suo corpo sfonda una chiostrina e finisce nella parte dell'edificio
raggiungibile solo attraverso i negozi che, essendo domenica,
sono chiusi. Dopo diverse ore, i vigili del fuoco ne recuperano
la salma. Poeti e narratori, pur evocando il silenzio, lavorano
sul linguaggio: assomigliano a negromanti, in bilico fra vita
e ignoto, il cui gesto espressivo ottunde tale distinzione. Ogni
loro parola si trascina ancora dietro il vuoto dal quale, per
contrapposizione vitalistica, deriva. Il progresso scientifico
del ventesimo secolo, moltiplicando le possibilità dell'esistenza,
sembra lasciar brancolare nel buio che, come lo scrittore, abita
nel discrimine, alla frontiera della finitudine". "Difficile la
collocazione della poesia della R. nel panorama italiano: una
scrittura piena di "errori", neologismi, barbarismi, francesismi
e anglismi, dà vita a una "lingua del privato", funzionale a ritrarre
il fluire continuo dell'esistenza, da cui si isolano ricordi,
emozioni, associazioni mentali imprevedibili, figure oniriche
e sentimenti quotidiani" [el g]
Sherazade
5: Galleria del Novecento
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