Zora
Neale Hurston
Zora Neale Hurston
Nata in Alabama nel 1891, morta in Florida nel 1960,
il suo nome è legato alla "Harlem Renaissance", movimento che "si
pose il compito di raccontare e definire l'identità afro-americana,
nelle sue componenti originarie, nelle sue diversità, nei suoi caratteri
africani e americani, e non solo, in polemica con la cultura bianca
ma anche con quella nera delle precedenti generazioni. Se Hughes
stilò il manifestio del movimento (L'artista nero e la montagna
razziale, 1926), fu la Hurston, oscillando per tutta la sua vita
tra la ricerca antropologica e la narrativa, ad esserne la punta.
Allieva di Boas, scrive nel '35 "Muli e uomini", frutto di una lunga
ricerca sul campo. Il testo più famoso è "I loro occhi guardavano
Dio", un romanzo ora pubblicato da Bompiani col titolo "Con gli
occhi rivolti al cielo". Pubblicato in Italia per la prima volta
da Frassinelli nel '45 a cura di Ada Gobetti, allora vicesindaco
di Torino nell'Italia appena liberata.. Marsilio ha pubblicato tre
racconti "Tre quarti di dollaro dorati", e, sempre Frassinelli,
nel '46, uno scritto minore, "Mosé l'uomo della montagna"
"l'uomo bianco butta via il fardello e dice all'uomo
negro di raccoglierlo. L'uomo negro lo raccoglie, perché è costretto,
ma mica se lo tiene. Lo passa alle sue donne. La donna negra è il
mulo del mondo" [vedi articolo di Goffredo Fofi su "Il sole24ore"
di domenica 18 ottobre 1998].
Con gli occhi rivolti al cielo, Traduzione di Adriana
Bottini, Bompiani, pp.191, 25.000 lire "scritto in sette settimane
nell'autunno del 1936, ad Haiti, dove la Hurston, allieva dell'antropologo
Franz Boas, studiava culti voodoo, racconta una storia d'amore fra
una quarantenne e un venticinquenne sullo sfondo di Eatonville,
in Florida, la prima città autogovernata da neri in America, dove
bambina si era trasferita con i genitori. Ma è anche la storia del
lento affiorare alla coscienza di sé di una donna attraverso l'amore.
Janie Crawford, l'eroina, è un'adolescente appena sbocciata quando
la nonna che l'ha allevata, sentendosi vicina alla morte, per garantirle
una vita sicura, la sposa a un vedovo con una casa, sessanta acri
di terra e una ciambella di grasso sulla schiena. Janie non riesce
ad amarlo e un giorno lo lascia per un uomo elegante e dall'aria
cittadina che la aspetta sulla strada. Un matrimonio infelice e
ci vorranno ancora vent'anni e la morte del secondo marito per incontrare
l'amore, il giovane e allegro Tea Cake, che la porterà con sé negli
everglades, a raccogliere fagioli durante il giorno e a suonare
e ballare il blues la notte, restituendole "il linguaggio della
giovinezza". La felicità non durerà molto perché, all'apice della
perfezione amorosa, Janie sarà costretta a uccidere il giovane e
terzo marito per autodifesa. Quando uscì The Eyes were watching
God, nel 1937, i più influenti autori della letteratura afroamericana
del tempo lo giudicarono femminile e superficiale, un libro da "menestrella",
che avallava lo status quo, dando un'immagine edulcorata della terribile
condizione dei neri americani. Come poteva la Hurston scrivere dell'intensità
della passione amorosa, della musica, delle risate e dei piaceri
della vita dimostrando che esisteva anche per la gente di colore,
proprio negli anni in cui, dalle rovine della Harlem Renaissance,
luminoso periodo di produzione letteraria, poetica e teatrale esploso
negli anni Venti, quando si era levata un'ondata di rabbia e odio
razziale che doveva sfociare nella prima rivolta dei neri di harlem,
nel 1935? Ciò che accomunava tanto il romanzo di genere degli anni
Venti, che il realismo sociale degli anni trenta, e più tardi il
nazionalismo culturale del movimento delle Black Arts, era l'idea
che il razzismo avesse ridotto i neri a esseri umani patologici,
privi di cultura, in grado solo di reagire all'onnipresente oppressione
razziale, una visione che la Hurston considerava degradante, un'immagine
falsa e distorta contro la quale lottò nelle sue opere, dichiarando
già il suo primo romanzo, jonah's Gourd Vine, "manifesto contro
l'arroganza dei bianchi che presumono che le vite dei neri non siano
altro che reazioni difensive alle loro azioni". Come non bastasse,
la Hurston era guardata con sospetto per aver affondato il dito
nell'ambivalente tasto del vernacolo dei neri del sud, lingua a
cui era stato concesso fino ad allora di esprimersi solo nel blues
e che, per prima, lei riuscì ad elevare a dignità poetica, con sensibilità
di antropologa, e abilità di catturarne la capacità figurativa,
lo strano gioco di suoni e immagini, i significati nascosti e sovrapposti.
Inclassificabile, contraddittoria, orgogliosa e solitaria,
malgrado alcuni importanti riconoscimenti, Zora passò gli ultimi
vent'anni in miseria; lavorò come domestica in una famiglia bianca
di Miami, passò qualche anno in un "houseboat" navigando lungo i
fiumi della Florida e poi in una capanna sulla costa, fino a quando
morì e fu sepolta senza nome in un cimitero segregato della Florida.
Bisogna aspettare il saggio di Alice Walker In search
of Zora Neale Hurston comparso sulla rivista Ms, nel 1975, per assistere
a una sorprendente rivalutazione della scrittrice antropologa, scomparsa
per oltre trent'anni nel nulla. Le ragioni che allora le procurarono
l'ostilità degli scrittori neri suoi contemporanei sono le stesse
per le quali oggi viene riconosciuta tra i fondatori della letteratura
dei neri americani. La Walker ne loda la "salute razziale" e vede
Janie Crawford come prima eroina della tradizione letteraria afroamericana.
Da allora sono stati ristampati tutti i suoi libri (quattro romanzi,
un'autobiografia e due raccolte di materiale etnografico), di recente
anche dalla prestigiosa Library of America, nella quale è stata
la prima scrittrice donna e nera a comparire. Dal 1990 a oggi Con
gli occhi rivolti al cielo ha venduto oltre un milione di copie
e Oprah Winfrey e Quincy Jones ne hanno comprato i diritti cinematografici"
[Maria Pace Ottieri su "Il diario della settimana" 7 ottobre 1998]
Sherazade
5: Galleria del Novecento
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