Taibo II ospite di Girodivite

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Taibo II ospite di Girodivite

Domenica 18 gennaio 2004 la redazione di Girodivite ha avuto il piacere e l'onore di ospitare Paco Ignacio Taibo II nella sede di Catania. Scrittore di fama internazionale, il più autorevole biografo di Ernesto Guevara, giornalista, romanziere, storico... Scrittore di sinistra, astemio, beve cocacola. Gli abbiamo chiesto. "Cosa non dovrebbe mai fare un uomo di sinistra?". E lui: "Bere cocacola!".

di Cesare Piccitto, pubblicato il 22 gennaio 2004 *.

Tra i suoi numerosi libri il più apprezzato dal pubblico italiano è "Senza perdere la tenerezza" considerata la biografia più completa e autentica mai scritta su Ernesto Guevara. Se invece di un'opera storica lei avesse scritto un altro dei suoi romanzi… cosa sarebbe venuto fuori?

Ci sono storie che già nel reale hanno un enorme forza narrativa, su cui è addirittura difficile poter lavorare per costruirvi un romanzo sopra… Così come sono hanno più forza ed intensità di qualsiasi romanzo uno voglia costruirvi. Ho tentato in tutti i modi, mentre lo scrivevo, di non farmi prendere dalla voglia di "romanzare", il mio problema principale è stato quello di non farmi contagiare mai dalla fantasia. Il libro ha due chiavi di lettura: la prima, un gran rigore nel lavoro e nell'esaminare qualsiasi fonte d'informazione storica; la seconda, narrare il tutto come un romanzo ma mai e poi mai di fare un romanzo. Ci ho lavorato per quattro anni ed è stato come vivere per quattro anni con il "Che" in senso figurato e non, la notte lo sognavo, ci parlavo… è un libro assolutamente ossessivo. Quindi anche per questo ho deciso di separare nettamente la mia attività di romanziere ed attenermi ostinatamente solo ai fatti documentati.

E' un libro talmente intenso che si ha voglia di poter leggere alla fine un finale diverso, nonostante il rischio di cambiare totalmente la verità storica…

Capisco ma non potevo. Penso che la mia generazione aveva il preciso dovere di raccontare alla tua generazione quella storia in modo esatto senza fantasia, così come ho fatto. Un finale diverso potete scriverlo solo voi… perchè siete più distanti e meno coinvolti.

Molto spesso si ha l'impressione che il CHE è un mito storico che sopravvive di più e in modo universale, rispetto a gli altri condottieri dell'america latina. Secondo lei è solo un'impressione?

Gli altri sono maggiormente legati al territorio in cui hanno condotto le rivolte e i popoli, ad esempio Zapata in Messico è conosciutissimo nel mondo meno… Però posso dirti che dipende anche dall'approccio storico che si ha con questi personaggi, ad esempio io ora sto lavorando alla biografia di un altro condottiero, e vedrai che quando finirò anche questo personaggio avrà la dimensione universale che merita.

Ed in riferimento ai leader delle rivolte marxiste attuali, come il sub comandante Marcos che per le mia generazione è un po' la stessa cosa era per voi il "Che", messi a confronto come vede i due personaggi?

Sono simili ma è ancora prematuro un confronto. Il mio problema con Marcos è che non posso trattarlo come personaggio storico, perchè è troppo contemporaneo, manca la necessaria distanza della storia. Ho una relazione affettiva con Marcos da contemporaneo non da storico. E' ancora realtà, presente e non storia.

Nell'attuale società, ultra tecnologica e poco propensa alla lettura, secondo lei la letteratura ha un suo ruolo o non l'ha mai avuto?

Lo ha sempre avuto, non lo va perdendo, non è in contraddizione con l'attuale società. Il libro è solo la forma non mi interessa. Come tale può essere benissimo qualsiasi altra cosa: un disco, una videocassetta, il concetto libro sopravvive. La tecnologia cambia la forma della letteratura ma non la struttura narrativa al suo interno. Personalmente non sono un feticista del libro, è un oggetto è come tale lo tratto. Figurati che i libri che leggo, sono dopo sporchi di salsiccia, cioccolato, coca cola… sono fondamentali i concetti che stanno dentro i libri. Lo considero e lo utilizzo semplicemente come trasmettitore di pensiero utopico. Il libro è concetto non forma. Se il libro non può competere con i videogiochi deve morire, dobbiamo ucciderlo! Quando mi chiedono "perchè il libri perdono lettori" io rispondo vuol dire che abbiamo scrittori scarsi che scrivono libri noiosi che nessuno legge. Per poter sopravvivere il libro deve esser ben adeguato, deve poter competere con il calcio, TV, videogiochi, ed altri moderni svaghi.

A cosa sta lavorando ultimamente?

Sto scrivendo la biografia di Pancho Villa 1887 - 1923 anche questa sarà minuziosa, dettagliata, narrativa molto narrativa… un'altra bella e appassionante storia.

*Intervista realizzata con la traduzione di Jorge Gutièrrez (corrispondente in Italia per la testata messicana "El Indipendiente")

Contesto

Paco Ignacio Taibo II

 


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