Anne Sexton
Anne Gray Harvey nasce il 9 novembre 1928 a Newton, vicino
Boston, da un'agiata famiglia puritana di estrazione alto
borghese che vantava ascendenti di notevole levatura culturale
e politica. Il padre Ralf, proprietario di un cotonificio,
era un solido uomo d'affari, assente spesso per lavoro e dedito
all'alcool. La madre Mary Gray, donna bellissima e devota
al marito, mal tollerava la vivacità e l'irrequietezza
della piccola Anne, che così venne allevata da una
zia zitella, prima che la sordità e alcuni disturbi
psichici costringessero questa al ricovero. Terza di tre figli,
Anne crebbe rapidamente nella totale mancanza di affetti,
in un contesto familiare in cui si sentì sempre "quella
non voluta".
Frequentò svogliatamente le scuole della buona borghesia,
trovando difficoltà di inserimento e cercando rifugio
nei numerosi flirt che le procurarono la fama di ragazza frivola.
Nonostante il carattere irriverente ed estroso Anne, tuttavia,
aspirava innanzitutto ad una tranquilla vita familiare. Si
sposò infatti a vent'anni, dopo una fuga romantica,
con Alfred Muller (noto Kayo), facoltoso commerciante ed unico
punto saldo della sua vita. Dopo una breve esperienza di indossatrice
nel 1950-51, da cui modellò il gusto per un eleganza
ostentata che enfatizzava la sua spigolosa bellezza, presto
scopre di aver percorso la strada forzata di donna tradizionale.
Rievocando le scelte di quegli anni, affermerà in un'intervista:
"Stavo tentando l'impossibile per condurre una vita tradizionale
..ma
non si possono costruire piccole palizzate bianche per tenere
lontani gli incubi. La superficie si spezzò quando
avevo circa 28 anni. Ebbi un attacco di panico e tentai di
uccidermi ".
Il rozzo tentativo di suicidio coi barbiturici, avvenuto il
giorno prima del compleanno, seguiva alla nascita della seconda
figlia Joy, (1955), ma era stato anticipato dai numerosi ricoveri
all'ospedale psichiatrico di Westwood Lodge causati dalla
prima crisi post partum legata alla nascita della primogenita
Linda (1953).
Dopo il '55, raggiunto il limite della morte, Anne riuscì
comunque a ritornare lentamente alla vita. Un giorno confessò
al suo psichiatra, il dottor Martin Orne, di sentirsi una
prostituta, che per comporre erano per lei indispensabili
stimoli sessuali sempre nuovi, e che l'unico modo per sentirsi
viva era far sentire gli uomini sessualmente potenti. Numerosi
dunque i suoi amanti, da uno dei suoi medici al poeta G. Starburck.
Dietro suggerimento del dottor Orne, allora, tentò
di incanalare nella poesia le proprie pulsioni: intraprende
così il cammino verso la propria rieducazione intellettuale,
ma le sue fobie le impedivano di uscire di casa senza essere
colta da attacchi di panico e perciò seguiva i programmi
culturali in televisione.
Durante una trasmissione alla televisione di Boston, ascoltò
una lezione di A. Richard sul sonetto, decise di provare.
La riuscita dei primi tentativi la spinse a proseguire. Per
Anne inizialmente scrivere era solo pratica terapeutica, ma
a poco a poco divenne scelta professionale. Studia, legge
moltissimo per colmare i vuoti che pensava di avere, da Freud,
Dostoevskij, Mann, a Neruda e Rilke. Insegna poesia ai malati
di mente. Nel '57 si iscrive e frequenta per due anni il seminario
di poesia tenuto da J. Holmes, dove incontrò Maxime
Kumin, aspirante poetessa e futura collaboratrice. Nell'estate
1958 partecipa all' Antioch Summer Writer's conference, dove
ebbe modo di studiare con W.D. Snodgrass, che divenne il suo
ispiratore prediletto. In una lettera al poeta del 1958, affermava
che ciò che la colpiva di Snodgrass era il fatto che
"si mostrasse nella vera luce eliminando ogni maschera
ed ogni diaframma nei confronti del lettore".
Nell'autunno dello stesso anno fu ammessa a frequentare
il seminario tenuto da Robert Lowell alla Boston University,
tra gli iscritti figuravano Roger Starbuck e Sylvia
Plath. Anne divenne amica di entrambi. Insieme, finito
il seminario, leggevano e criticavano le loro poesie e discutevano
del reciproci processi espressivi.
Sylvia Plath divenne così la più cara amica
di Anne Sexton.
Nei loro incontri si confrontavano sulle comuni esperienze
di ricovero, sui rispettivi tentativi di suicidio e sugli
atteggiamenti personali verso l'arte. Le due poetesse tuttavia
erano caratterizzate da personalità e condizioni diverse.
Anne Sexton che a differenza di Sylvia Plath non soffriva
di depressione, cadeva in trance per ore, si imbottiva di
psicofarmaci ed era vittima di un etilismo devastante. Sylvia
Plath, timida, insicura, perennemente in difficoltà
economiche, Anne, invece, era una vera poetessa vamp, sempre
chic, accuratissima nel trucco, vestiva di rosso e tacchi
a spillo, costantemente seguita da uno staff di collaboratori,
tra l'infermiera, la governante, la segretaria. Nelle sue
apparizioni pubbliche, che venivano pagate a peso d'oro, arrivava
sempre in ritardo, barcollante, e già si capiva il
suo stato, lanciava le scarpe al pubblico a procedeva nella
lettura delle sue opere con voce sensuale.
Come Erica Jong, Anne Sexton rappresenta una autentica paladina
della libertà sessuale femminile: basti pensare a componimenti
come La ballata della masturbatrice solitaria. Con la Sexton
si attua in poesia ciò che in narrativa si verificò
con Virginia Woolf: l'emancipazione
del linguaggio poetico femminile.
La poesia di S. Plath e R. Lowell, A. Sexton venne definita
confessionale, definizione con cui si pone in rilievo l'uso
della scrittura quale strumento di conoscenza e di trasformazione
di avvenimenti traumatici, e come elemento di connessione
tra l'esperienza psichica e l'espressione poetica. Come la
stessa Sexton afferma: "Ciascuno ha la capacità
di mascherare gli eventi di dolore. La persona creativa non
deve usare questo meccanismo. Scrivere è vita in capsule.
Lo scrittore deve sentire ogni gonfiore graffiato fino al
dolore in modo da conoscere le vere componenti di queste capsule".
In quegli anni Anne aveva già composto numerose poesie;
nel '59 consegnò all'editore H. Miffin "Al manicomio
e parziale ritorno" (To bedlam and part way back), due
anni dopo pubblicò il 2° volume di "All my
pretty ones". Seguì una fase di stabilità
psichica legata al successo poetico. In quel periodo le venne
assegnata una borsa di viaggio dall'American Academy of arts
and letters che le permise di trascorrere tre mesi in Europa.
Sempre nello stesso anno ottenne dalla Ford Foundation un
finanziamento per la realizzazione del testo teatrale Tell
me your answer true che venne rappresentato all' American
place di New York col titolo di Mercy strett; Anne aveva lavorato
al progetto per diversi mesi ma non permise mai venisse pubblicato.
Nel 1966 vince il premio Pulitzer con la terza raccolta"Vivi
o muori" (Live or die), opera che fu scritta nel mezzo
di un periodo di ricadute e ricoveri.
Dal 1972 Anne precipitò in uno stato di insicurezza
estrema, la lotta tra il desiderio di vivere e di morire si
faceva sempre più strenua. L'appello alla religione
quale speranza per esorcizzare la morte si ritrova nelle ultime
opere "Il libro della follia" (The Book of folly,
1972), The death notebooks ('74), The awful toward god, concluso
poco prima di morire.
Anne Sexton si definì "poetessa primitiva",
nessuno schermo intellettuale infatti sembrava filtrare la
rappresentazione poetica, essa appariva finalizzata al recupero
psicologico dell'infanzia individuale e culturale tramite
l'utilizzo di ritmi infantili, della simbologia magica delle
fiabe, di ritornelli da ballata. Per Anne Sexton il bisogno
di verità coincide col riesame del duro rapporto coi
genitori che sembrava impedirle un processo di maturazione
consapevole. Il bisogno di raggiungere ciò che Jung
chiama "individuazione", vale a dire l'affermazione
del sé come esistenza autonoma, è alla base
dei rapporti familiari e della esperienza onirica e visionaria,
molla ispiratrice della poesia di A. Sexton. Come Edipo ostinatamente
persevera nella ricerca dell'origine del proprio trauma, come
Giocasta è lucidamente consapevole della tragedia che
può nascerne.
Il 4 ottobre del 1974, anno del suo divorzio, Anne Sexton
scende in garage accende il motore della sua macchina e si
toglie la vita col gas di scarico.
Bibliografia
To bedlam and part way back (1960)
All my pretty ones (1962)
Selected poems (1964)
Love poems (1969)
Transformations (1972)
The book of folly (1972)
The death notebooks (1974)
The awful rowing toward god (1975)
Mercy Street (postumo)
Racconti per bambini in collaborazione con M. Kumin:
Eggs of thighs (1963)
More eggs of things (1964)
Lettere di A. Sexton raccolte e commentate dalla figlia
Linda, notevolmente decurtate in:
A.S. A self portrait in letters, Boston, Houghton Mifflin,
1977.
(Scheda a cura di Luisa Nieddu)
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