Saul
Bellow
Saul Bellow
Nato
a Lachine [Quebec] nel 1915, figlio di ebrei russi di recente
immigrati in Canada, nel 1924 si trasferì con la famiglia
a Chicago, che da allora divenne la sua città d'elezione.
Si laureò a Chicago in antropologia e sociologia. Alterna
insegnamento e attività letteraria. Nel 1976 il premio
nobel con questa motivazione:
"for the human understanding and subtle analysis of contemporary
culture that are combined in his work". Bellow aveva vinto
anche il Premio Pulitzer e tre National Book Awards. Bellow ha
avuto una vita sentimentalmente movimentata, con cinque mogli
(e quattro divorzi), oltre a numerosissime amanti. E' morto il
6 aprile 2005 nella sua casa di Brookline, nel Massachusetts,
con accanto la moglie e la figlia.
Nel primo romanzo, L'uomo in bilico (Dangling
man, 1944), definì lo stato d'animo di impotenza e di alienazione
diffuso tra i giovani nordamericani negli ultimi anni della guerra.
Ne La vittima (The victim, 1947) analizzò
gli effetti delle tensioni cui la moderna realtà urbana
sottopone la coscienza del singolo, riducendolo alla paranoia,
a non distinguere più in sé stesso il perseguitato
dal persecutore. Romanzo a struttura aperta e di modi picareschi
è Le avventure di Augie March
(The adventures of Augie March, 1953): il protagonista percorre
gli Stati Uniti, il Messico, l'Europa, intento a quella metafisica
ricerca della verità cui si dedicano in varia misura tutti
gli eroi di Bellow. In Afferra il giorno
(Seize the day, 1956) Bellow tornò allo studio della complessa
infelicità dell'individuo nella metropoli moderna.
Il romanzo successivo, Henderson il re della
pioggia (Henderson the rain king, 1959) inaugurò
inaspettatamente una esuberante fantasia allegorica, centrata
sul personaggio di un nordamericano delle classi alte che si reca
in un'Africa immaginaria alla ricerca di verità elementari
sul mondo e su sé stesso. Protagonista di Herzog
(1964) è un intellettuale ebreo che si salva dalla follia
propria e altrui instaurando un grandioso, ironico dialogo mentale
con sé stesso e con i protagonisti, vivi o morti, della
cultura occidentale. Moses Herzog ha 45 anni, è professore
universitario, autore di uno studio sul romanticismo, vive una
grave crisi esistenziale: Madeleine, la seconda moglie, lo ha
lasciato. I figli sono lontani, gli impegni accademici diventano
insopportabili. Per capire la confusione che lo circonda Herzog
inizia un carteggio sterminato, lettere mai spedite che sono una
mappa del suo inconscio. I suoi interlocutori sono redattori di
giornali e case editrici, amici, filosofi, politici, Dio e infine
sé stesso. In lotta contro un mondo polimorfo, Herzog si
appiglia a destinatari inesistenti per spiegare, riflettere, colpevolizzarsi.
Mentre la memoria tenta di riordinare l'eccesso di stimoli esterni,
Herzog discute con l'avvocato della tutela dei figli. Durante
un viaggio a Chicago dove si reca per vedere la figlia, viene
coinvolto in un incidente e arrestato: ha con sé una pistola
con cui voleva uccidere Valentine, l'amico di Madeleine. Umiliato,
Herzog torna alla fine nella sua casa del Massachusetts, abbandona
l'epistolario e con esso il tentativo di interpretare e tradurre
la realtà in parole. Riesce così a riconciliarsi
con sé stesso, sciogliendo almeno parzialmente la nevrosi
che lo vedeva in bilico tra follia e integrazione.
Il Pianeta di Mr Sammler (Mr Sammler's
planet, 1970) propone il tema della vecchiaia come veggenza. Un
tema riecheggiato anche ne Il dicembre del decano
(The dean's december, 1982). Nel Dono di Humboldt
(Humboldt's gift, 1975) Bellow traccia un duplice ritratto di
artista nordamericano: il maledetto, ricalcato sul poeta Delmore
Schwarz, e l'integrato. Ritratti dell'artista come clown, teatrante
in una società dello spettacolo, manipolatore del linguaggio
in una cultura plurisegnica, sono i racconti che compongono Quello
con il piede in bocca (Him with the foot in his mouth,
1984).
Scrittore di infinite risorse stilistiche, capace di dare voce
a ogni fluttuazione di pensiero dei suoi personaggi, e di evocare
in tutta la sua corposità la realtà materiale che
li circonda, Bellow è considerato da alcuni come il maggiore
narratore nordamericano dopo Hemingway e Faulkner. Interprete
dei mutamenti antropologici del nostro secolo.
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