Max
Jacob
Max Jacob
Nato a Quimper [Bretagna] nel 1876 (morì
nel campo di concentramento di Drancy nel 1944), fu personaggio
di spicco nella bohème letteraria dell'inizio di secolo.
Amico di Picasso, di Apollinaire e dei cubisti, ebbe il suo primo
successo con Saint Mato rel (1911), un romanzo autobiografico.
Con La costa (La côte, 1911), una raccolta di canti bretoni,
rivelò la sua ricca vena poetica. Di origine ebraica, si
convertì al cattolicesimo nel 1914. Lasciata nel 1921 Paris,
si ritirò nei pressi del convento in rovina di Saint-Benoît-sur-Loire,
dove scrisse e disegnò. Dopo un periodo di viaggi in Italia
Spagna Bretagna, rientrò per qual che tempo a Paris. Tornato
a Saint-Benoît, nel 1944 fu catturato dai tedeschi e internato
nel campo di concentramento di Drancy dove morì.
Nella sua scrittura, caratterizzata da un
singolare virtuosismo verbale, si mescolano realismo e fantasia,
humour e mistici smo. Tra le sue altre opere sono da ricordare:
Il bussolotto per dadi (Le cornet à dés, 1917),
raccolta di prose poetiche che ispirò i surrealisti. Il
laboratorio centrale (Le laboratoir cen tral, 1921), I penitenti
in costume rosa (Les pénitents en mail lots roses, 1925),
Ultime poesie in versi e in prosa (Derniers poèmes en vers
et en prose, 1945), Meditazioni religiose (Médita tions
religieuses, 1945).
[1997]
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