Henri
Bergson
Henri Bergson
Henri
Bergson nacque a Paris nel 1859 (morì nel 1941), inse gnò
dal 1899 al Collède de France, nel 1914 divenne accademico
di Francia e nel 1928 gli fu dato il nobel
per la letteratura. La sua importanza per la letteratura riguarda
l'influenza che ha avuto il suo pensiero. Tra le sue opere sono
il "Saggio sui dati immediati della conoscenza" (Essai sur les
données immédiates de la conscience, 1889), "Materia
e memoria" (Matière et mémoire, 1896), "L'evoluzione
creatrice" (L'évolution créatrice, 1907). Cruciale
in Bergson è il concetto di tempo, riferito sia all'evoluzione
materiale e biologica sia agli stati di coscienza. Bergson rifiuta
il tempo «spazializzato» della meccanica e oppone a esso la concreta
esperienza interiore come «durata», in cui gli stati di coscienza
si compenetrano in una amalgama in continua evoluzione. Notevole
rilievo Bergson dà alla memoria, che caratterizza la vita
profonda della coscienza. Il pensiero di Bergson ha esercitato
una profonda influenza, specie su Proust e su Péguy, e
nel campo della critica letteraria. L'interesse dello stesso Bergson
per i problemi relativi a natura e funzione dell'arte è
testimoniata dall'importante saggio sul comico "Il riso" (Le rire,
1899).
Le motivazioni del premio nobel: "in recognition
of his rich and vitalizing ideas and the brillant skill with which
they have been presented".
Francia 1890-1917
[1997]
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