Filone
narrativo di argomento bretone nel XII secolo
Filone narrativo di argomento bretone nel
XII secolo
L'amore è tema del Tristan, ed è
tema centrale nella "materia di Bretagna" imperniata sulla figura
leggendaria di re Artù, eroe della lotta dei bretoni contro
gli anglosassoni e dei suoi cavalieri, famosi per il fatto di
sedere attorno alla Tavola Rotonda, in posizione di paritaria
uguaglianza. Il successo di questo filone inizia con Roman
de Brut di Robert Wace (1155), che
narra le vicende di Brut, eroe eponimo dei britanni, collegato
al mondo classico per la sua discendenza da Enea. A questo filone
appartiene Chrétien de Troyes,
che portò a maturazione il filone, e in parte anche ha
influenza nei Lais di Marie di Francia.
Ideali tipicamente cortesi, gusto romanzesco dell'avventura e
complessità dei significati simbolici caratterizzano l'ampio
ciclo, che progressivamente ha inglobato altre leggende, tra cui
quella della ricerca del Graal, cioè del vaso con il sangue
di Jesus Christus che accompagna Giuseppe d'Armatea nella sua
predicazione fino in Inghilterra.
Nel XIII secolo si formò la trilogia in prosa costituita
da "Lancelot", "Ricerca del Graal" e "Artu morto".
Con il termine di Roman di Tristan si indica una famosa
trama narrativa, cui fanno riferimento una serie di opere scritte
e composte nel corso del XII e XIII secolo. Le prime di cui si
abbia conoscenza diretta sono quattro opere francesi, risalenti
agli ultimi 40 anni del XII secolo:
- 1) il breve Lai del caprifoglio, 118 versi di Marie
di Francia
- 2) il poemetto La Folie Tristan di cui ci sono giunte
due redazioni, in due codici trovati rispettivamente a Berna
e a Oxford: il codice di Berna contiene 572 versi in normanno,
quello di Oxford 998 versi in anglo-normanno;
- 3) un roman in versi di Thomas (c.1170) di cui restano solo
frammenti (3130 versi);
- 4) un altro roman in versi di Bé roul (c.1200) anche
questo in frammenti (rimangono 4485 versi).
A queste quattro opere seguirono una serie di opere di vari autori
attivi nel complesso in un'area abbastanza larga: in medioaltotedesco
scrissero Eilhart von Oberg (Tristrant und Isolde, fine XII secolo)
e Gottfried von Strassbourg (Tristan und Isolde, primo ventennio
del XIII secolo), in prosa norvegese il monaco Robertus (Tristams
Saga ok Isö ndar, 1226), in medioinglese l'ano- nimo del
"Sir Tristrem" (1294-1330), in italico l'anonimo della "Tavola
rotonda" (Tavola ritonda, c.1325-50) ecc.
Partendo dai due frammenti di Thomas e di Béroul, si possono
ricostruire due filoni delle avventure di Tristan e Isotta: il
filone "comune" ha carattere rude e arcaico, non sembra abbia
influsso dalla civiltà cortese. Ne fanno parte: Bé
roul, Eilhart von Oberg, il codice di Berna de "La Folie Tristan".
Nel filone "cortese" invece le sofferenze degli amanti protagonisti
sono inquadrate nelle concezioni dell'amor cortese. Ne fanno parte:
Thomas, Gottfried von Strassburg, il monaco norvegese Robertus,
l'anonimo del "Sir Tristrem", l'anonimo della versione di Oxford
de "La Folie Tristan", e la sezione della "Tavola rotonda" italica.
La trama concorda in entrambi i filoni. Dopo mirabili prodezze
l'orfano Tristan nipote del re di Cornovaglia Marco, conquista
Isotta, bionda principessa irlandese, affinché sposi lo
zio. Sulla nave che li porta in Cornovaglia, i due bevono per
errore il filtro magico che avrebbe dovuto legare Isotta e Marco.
Ormai Isotta e Tristan si amano. Re Marco sposa Isotta ma un giorno,
nonostante le precauzioni dei due, li sorprende e li condanna.
Tristan e Isotta riescono a fuggire, si rifugiano nella foresta
di Morrois. Qui sono scoperti dal re. Marco, commosso dal loro
casto atteggiamento - i due riposano fianco a fianco ma separati
dalla spada di Tristan - lascia la propria spada e l'anello di
nozze, e se ne va senza svegliarli. Colpiti da tanta clemenza,
i due decidono di separarsi. Isotta torna a corte. Tristan si
esilia in Armorica, dove sposa Isotta-dalle-bianche-mani. Non
dimentica però la regina: travestito da lebbroso, da mendicante,
da pazzo, torna ogni tanto in Cornovaglia per brevi incontri con
l'amata. Durante un combattimento Trista è ferito a morte:
solo Isotta potrebbe guarirlo. Il messaggero che la va a cercare
concorda con Tristan un segnale: se Isotta accetta di venire la
nave isserà al ritorno vela bianca, altrimenti vela nera.
Isotta arriva troppo tardi, Tristan è morto ingannato dalla
moglie che gli ha annunciato vela nera. La bionda regina muore
di dolore sul corpo dell'amato.
La storia di Tristan e Isotta ebbe grande successo non solo in
questo arco di secoli, ma anche dopo soprattutto nel periodo romanticista:
"Tristan" di August Schlegel, "Gli idilli del re" di A. Tennyson,
"Tristan di Liones" di A.Ch. Swiburne, "Tristan e Isolde" di Richard
Wagner ecc.
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