XIII secolo: aree extraeuropee

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XIII secolo: aree extraeuropee


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La Siria

In Siria è la produzione cristiana rinnovata. Operano in questo secolo il giacobita Gregorio Abù al-Farag, detto "Barhebreo", il più fertile e multiforme degli scrittori siri. Nato a Malatia [Eufrate] nel 1226 (morto a Maragha [Persia] nel 1286) scrisse in siriaco un commento alla Bibbia, opere di varia erudizione e poesie religiose e profane. In arabo scrisse una "Storia delle dinastie" e una serie di aneddoti.
Un nestoriano è 'Abdisho', detto "Ebedjesu" (morto nel 1318), l'ultimo grande scrittore siro. Sappiamo che fu vescovo nestoriano di Soba (Nisibi) dal 1290. Scrisse anche un catalogo in versi di scrittori nestoriani, fonte importante per la conoscenza della produzione siriaca. La decadenza definitiva della produzione letteraria cristiana di questa regione è segnata dalla dominazione turca e dalle invasioni mongole.

Georgia

Dai centri culturali della chiesa georgiana, aderente a quella greco- ortodossa, sono il poema Il cavaliere con la pelle di pantera di Sotha Rustaveli, capolavoro della letteratura georgiana; il poema epico Visramiani di Sargis; l'opera cavalleresca Abdulmesia di Giovanni Savteli.
Di Sotha Rustaveli, o Asot Rust'veli (1172\1216), abbiamo notizie incerte e spesso leggendarie. Fu forse gran dignitario della regina Thamar (1184- 1212) e da questa mandato in missione a Gerusalemme dove morì . Il suo poema cavalleresco, "Il cavaliere con la pelle di pantera" fu stampato per la prima volta nel 1712 (a Tiflis): è l'epopea nazionale dei georgiani. Si tratta di circa 1600 strofe, ciascuna formata da quattro versi di 16 sillabe rimanti tra loro. Celebra l'amore e le virtù cavalleresche attraverso una fantastica vicenda ambientata in Arabia. Il titolo si riferisce al fatto che, a un certo punto della vicenda, il protagonista (il principe Tariel) si ritira a vivere come un selvaggio in una foresta, coperto solo da una pelle di pantera. Lo stile del poema possiede grande musicalitàe intensità espressiva.
Alla metà del XIII secolo inizia la decadenza, causata dalle invasioni mongole.

Persia

In Persia continua la fioritura del secolo precedente, con due tra i tre maggiori poeti di questa letteratura (ad Hafiz accenneremo poi): Sa'di che affida la sua gloria al ghazal e alla prosa d'arte; e Rumi, il più grande dei mistici persiani.

Sa'di è lo pseudonimo di Muslih al-Din 'Abdullah. Nato a Shiraz nel c.1184, terminò i suoi studi a Baghdad. Durante il suo apprendistato si iniziò al misticismo sufico. Nel 1226, al momento dell'invasione mongola, si diede a una vita vagabonda, toccando paesi lontani: India, africa, e vari pellegrinaggi alla Mecca. Fatto prigioniero in Siria dai crociati, fu riscattato da un commerciante di Aleppo che gli diede in sposa la figlia. Nel c.1256 tornò a Shiraz e visse in ritiro, venerato da tutti, fino alla morte che lo colse ultracentenario, nel 1291.
La sua opera è una specie di enciclopedia dello spirito persiano dell'epoca. Maestro nell'ode panegiristica (qasida), ma anche nel lirico ghazal e in altre forme poetiche, tutte raccolte nel Canzoniere (Divan). Eccelse nel poema a rime baciate (il masnavi) e nella prosa d'arte, in cui compose il suo capolavoro, il Roseto (Golestan): si tratta di una raccolta di brevi racconti didascalici, spesso autobiografici. Una prosa tersissima, mista a versi che commentano e sottolineano, talvolta con umorismo, gli svariati aneddoti del testo. Il suo stile fu definito dagli studiosi persiani "facilità inaccessibile".

Gialal ad-Din Rumi nacque a Balkh [Khurasan] nel 1207. Vagò esule fin dall'infanzia in varie località dell'altopiano iranico fino a quando si stabilì definitivamente a Konya [Anatolia], dove fondò la confraternita sufi dei dervisci mewlewi (cioè i dervisci di "nostro signore": Rumi era infatti chiamato "Mawlana"). Morì a Konya nel 1273. Rumi studiò prima matematica, fu poi discepolo del grande maestro mistico Shams-e Tabrizi (morto nel 1247). Compose un Canzoniere (Diwan) di circa 50 mila distici, e il Poema spirituale in più di 26 mila versi. In essi fonde l'ardore estatico con l'astratta limpidità. Varcando i confini della poesia classica persiana coeva, contiene alcuni dei brani più belli della poesia mistica di tutti i tempi.


La Cina nel XIII secolo

Il dominio mongolo sulla Cina, con la dinastia Yüan, dura dal 1279 al 1368. Con la perdita di potere dei letterati si sviluppano i generi non colti: la poesia-canzone popolare nella nuova forma dei ch'ü, la narrativa e il teatro (derivato dalle narrazioni dei cantastorie e dai canti ch'ü). In campo teatrale è il pei-ch'ü(teatro del nord). In questo stile vari elementi di rappresentazioni sceniche preesistenti si fondono per la prima volta a formare uno spettacolo teatrale vero e proprio. Lo stile è detto anche "teatro Yüan" proprio perché apparve sotto questa dinastia mongola, nel XIII secolo. I primi testi drammatici cinesi che ci sono pervenuti appartengono a questo stile. Sono in gran parte testi in 4 atti, a cui a volte è aggiunto un prologo. Il recitativo, che può essere in prosa o in versi, si alterna a sequenze cantate su motivi famosi, cui vengono adattate parole nuove. La regola è che canti solo uno dei due attori che svolgono i ruoli principali: non si hanno quindi duetti né cori. I ruoli principali erano il Cheng-mo (maschile) e la Cheng-tan (femminile); vi era inoltre il ruolo Ching per personaggi anziani o malvagi, e il ruolo Ch'ou, comico.
Tra gli autori principali di teatro si ricorda Kuan Han-ch'ing (c.1220\c.1300), Wang Shih-fu (vissuto tra XIII e XIV secolo), Ma Chih- yüan, e Po P'u (nato nel c.1300).

Ma Chih-yüan è famoso per il dramma Il sogno del miglio giallo in cui descrive la conversione al taoismo di LüTung-pin. Altrettanto famoso è il dramma Autunno al palazzo degli Han che trae spunto dall'episodio storico del matrimonio politico della principessa Wang Chao-chün con il re degli unni.
Capolavoro del teatro d'epoca mongola è considerato il dramma Ricordo del padiglione occidentale di Wang Shih-fu, storia d'amore contrastato di due giovani.
Kuan Han-ch'ing scrisse una sessantina di drammi. Ne rimangono 18, interessanti per lo sfondo sociale. Tra essi: Il risentimento di Tou O, Il padiglione sul fiume, Il sogno della farfalla.

I testi narrativi ci sono pervenuti in versioni della successiva epoca Ming, mentre possediamo numerose opere teatrali dell'epoca propriamente Yüan.


Contesto storico

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