Pupi Avati

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Pupi Avati

Giuseppe Avati è nato a Bologna nel 1938. Di famiglia borghese, a 12 anni perde il padre, frequenta la facoltà di Scienze politiche a Firenze, suona il clarinetto in un complesso jazz (di cui fa parte anche il giovane Lucio Dalla).

Inizia la carriera di regista cinematografico con un curioso horror grottesco: Balsamus, l'uomo di satana (1968) cui segue il fallimentare Thomas... gli indemoniati (1969). Si trasferisce a Roma, e inizia a lavorare in maniera pił decisa nel cinema. Le sue prime prove sono: La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974), Bordella (1975), La casa delle finestre che ridono (1976), Le strelle nel fosso (1978). Dopo questa serie, scopre il suo stile di regista e il proprio mondo: sono storie, nella fase finalmente matura di Avati, sospese tra nostalgia per un mondo passato, piccolo, appartato, e l'aspro pessimismo: Una gita scolastica (1983) patetico, gli dà il sucecsso di pubblico. Seguono: Noi tre (1983) simpatico cammeo mozartiano, Impiegati (1985), Festa di laurea (1985), Regalo di Natale (1986) feroce e dissacratorio (e con due attori che Avati "scopre": Carlo Delle Piane e Diego Abatantuono). Grazioso e patetico, tutto borghese è Storia di ragazzi e di ragazze (1989).

Nel 1991 gira a Davenport (Iowa) una biografia del jazzista Beiderbecke: Bix: un'ipotesi leggendaria (1991). Mentre a Saint Louis gira la saga familiare di Fratelli e sorelle (1992). Tornato in Italia, si dedica al crudo medioevo con Magnificat (1993) in cui esprime il suo radicale pessimismo sulla sorte umana.

 

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