Stesìkhoros

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Stesìkhoros


Stesìkhoros visse in Sicilia, a Imera (forse la sua città natale), tra il VII e il VI secolo (-). Sappiamo poco di lui e della sua opera.
Una tradizione leggendaria voleva che i Dioscuri lo avessero punito con la cecità perché aveva diffamato Elena: recuperò la vista solo quando, con la "Palinodia", affermò che non Elena ma il suo fantasma aveva seguito Paride a Troia.
Della sua opera, in dialetto dorico, che gli alessandrini raccolsero in ben 26 libri, a noi restano scarsissimi frammenti. Si sa che i componimenti di Stesikhoros avevano in buona parte carattere epico-lirico, erano assai ampli e destinati alla recitazione. I temi erano derivati dai cicli homerici e epici ("Elena", "La presa di Ilio", "Oresteia", "I giochi in onore di Pelia" sulla leggenda degli Argonauti), da leggende locali ("Erifile") o avevano carattere erotico ("Calice", "Dafni", "Ràdine"). Ebbe grandissima influenza sui greci e latini. Notevole anche la sua influenza sull'arte figurativa greca arcaica.


Policentrismo greco arcaico

[1997]



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