Sull’elezione del papa

Auguriamoci che possano votare in libertà e che ci possano essere uomini e donne capaci, in ogni parte del mondo, di difendere la libertà...

di Salvatore A. Bravo - sabato 26 aprile 2025 - 155 letture

Libero conclave

L’applauso è stato generale; i palinsesti televisivi sono stati cambiati; il lutto nazionale è stato proclamato. L’esperienza terrena di papa Bergoglio si è chiusa oggi sabato 26 aprile 2025. Ora comincia “la ricerca per elezione”, si spera per ispirazione divina, del successore di Pietro.

Il Conclave dovrebbe eleggere il nuovo papa in libertà; si è liberi se non si è condizionati. In questi giorni di lutto e tripudio generale si constata che i condizionamenti possono essere diretti e indiretti, è una realtà banale, ma in questo caso è evidente. Possiamo verificare solo i condizionamenti indiretti, dunque, i quali sono palesi anche se poco percepiti. L’applauso generale ad un papa che piaceva al mondo, specie alle oligarchie e ai media, in quanto aveva posto al centro della sua riflessione l’ecologia e l’emigrazione, potrebbe essere un monito al Conclave.

Ragioniamo per ipotesi, naturalmente, i cardinali che dovranno eleggere il nuovo pontefice difficilmente non sentiranno la pressione mediatica che con la sua acclamazione indifferenziata al “papa del popolo”, esigono e desiderano un erede che prosegua la linea di integrazione della Chiesa con il mondo. Il termine “papa del popolo”, molto utilizzata in questi giorni, ricalca la definizione che a suo tempo fu data a Lady Diana durante i giorni del suo funerale, “principessa del popolo”.

L’accostamento può essere errato, ma sorge spontaneo, e dato che il nostro giornalismo non brilla per originalità ciò può essere lecito pensarlo. Il dato incontrovertibile è che la società che dichiara la ”libertà” quale valore e postulato assoluto del suo fondamento, non ha la piena consapevolezza che l’ipertrofia dell’esposizione mediatica uccide la libertà, perché essa necessita di “silenzi e di misura”, affinché il libero pensiero possa configurarsi in “concetto”. Si spera, dunque, che con la tumulazione di Bergoglio, i cardinali a telecamere spente possano laicamente riflettere sul futuro della Chiesa e valutare con obiettività un pontificato che è piaciuto al “mondo”, ma non ha aumentato i fedeli in Occidente, anzi in talune circostanze le ha chiuse. La sovraesposizione e l’esaltazione rischiano anche di preparare un difficile pontificato per il successore che dovrà confrontarsi con il “papa del popolo”.

Se ci poniamo nell’ottica di un credente, si deve sperare che nel tempo sospeso e libero dai condizionamenti lo Spirito Santo possa soffiare sui cardinali e condurli verso la santa elezione. L’unico dato indiscutibile è la pressione mediatica, che in qualche modo indica la via del successore, ma per nostra fortuna sappiamo che l’essere umano è libero e la storia è il tempo dei bivi e delle sorprese.

Auguriamoci che possano votare in libertà e che ci possano essere uomini e donne capaci, in ogni parte del mondo, di difendere la libertà dal profluvio di immagini e di parole che non sono mai neutre e vorrebbero determinare il “futuro”.


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