Proposta di estensione del contrassegno di circolazione e sosta anche ai disabili psichici

di carlo madaro - martedì 5 settembre 2006 - 2209 letture

Lo Sportello dei Diritti della Provincia di Lecce la cui delega è stata assegnata all’Assessore Carlo Madaro, su segnalazione di famiglie con a carico soggetti disabili psichici o affetti da disturbi psichiatrici nonché da alcune Associazione Famiglie di disabili Intellettivi e Relazionali, sottopone agli Uffici comunali competenti la proposta di estendere la concessione del contrassegno di circolazione e sosta anche ai disabili psichici. “L’attuale interpretazione della norma (art. 381 DPR 495/1992), che individua nei soli disabili fisici gli esclusivi fruitori di detta agevolazione, non tiene conto di tutti quei fattori collegati alla disabilità intellettiva, quali la mancanza di freni inibitori e imprevedibilità degli atteggiamenti, incapacità di attenzione nelle situazioni di pericolo, difficoltà di spostamenti logistici ecc, che comportano l’impossibilità a deambulare senza l’ausilio di un accompagnatore”. Ai fini di una corretta interpretazione della “capacità di deambulazione sensibilmente ridotta” occorre far riferimento non solo alla capacità di compiere la funzione neuromotoria della deambulazione, ma anche a quei fattori di ordine psichico che rendono il soggetto incapace di intendere e di volere ed impossibilitato, senza l’ausilio di un accompagnatore, ad una normale vita di relazione. La mancata concessione del contrassegno a persone con disabilità intellettiva, per lo più invalidi al 100%, riconosciuti in situazione di gravità ai sensi della legge 104/92, e pertanto con necessità di accompagnatore, contrasterebbe quindi con la stessa ratio per cui la norma è stata posta, ossia quella di facilitare la mobilità alle persone che, per la particolare patologia da cui sono affette, potrebbero vedere limitata, e non addirittura preclusa, ogni possibilità di circolazione. L’obiettivo della proposta è di ridurre il rischio di esclusione sociale dei soggetti disabili psichici o affetti da disturbi psichiatrici poiché la partecipazione sociale delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da affrontare, perché in essa si vengono a sommare problematiche derivanti non solo dalla condizione di disabilità del soggetto, ma soprattutto e principalmente dal contesto ambientale e culturale. Lecce, 4 settembre 2006 L’Assessore Carlo MADARO


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