Le mille emergenze-sprechi della Sicilia

Qualcuno ci vuole dire perché tutti stanno correndo per diventare Governatore della Sicilia allorquando siamo già da tempo la Grecia d’Italia?

di Emanuele G. - martedì 17 luglio 2012 - 4837 letture

La Sicilia si appresta ad andare al voto anticipato in quanto il Governatore Lombardo ha deciso di rassegnare le dimissioni. Passaggio grottesco e drammatico al tempo stesso. Grottesco perché mette in evidenza il crollo generalizzato di autorevolezza dell’istituzione Regione. Drammatico per via della feroce crisi che attanaglia come non mai la nostra isola. In tale contesto ci si aspetterebbe un deciso passo indietro della politica che, conscia degli irrimediabili guasti commessi, cerca per lo meno di cambiare passo. Di dare una nuova prospettiva a una terra prostrata e in ginocchio. Invece no! Stiamo già assistendo a una corsa senza precedenti alla carica di Governatore della Regione. Vorrei proprio capire se tutti questi “politici” hanno contezza della reale situazione della Sicilia. Infatti, le candidature fino ad ora rese pubbliche denotano un deficit di responsabilità politica davvero allarmante. O si candidano in maniera singola, ma vorrei ricordare che in democrazia le candidature sono sempre collegate ai partiti. Oppure notiamo il ritorno di vecchi leoni che cercano con nuovi artifizi di far dimenticare i loro pregressi fallimenti. Pessimista? Meglio dire realista.

A scanso di equivoci vorrei ricordare a tutti noi lo stato di estremo declino – questo è il termine appropriato per definire la situazione – in cui versa la nostra terra. Da ogni parte la si guardi – mi riferisco alla Sicilia – non c’è settore immune ai morsi della feroce crisi. La crisi qui da noi esisteva da tempo a causa di motivazioni endogene storiche. I siciliani l’hanno fronteggiata dando vita nel corso degli anni a un mix letale di clientelismo e illegalità diffusa. La crisi generale non ha fatto altro che rendere finalmente manifesta una situazione che si andava trascinando da qualche decennio. Ed ora ci troviamo innanzi a mille emergenze che come i tentacoli di una piovra stanno asfissiando sempre di più la Sicilia. Emergenze che spesso significano sprechi in quanto la voracità criminale della politica e dei suoi accoliti ("società civile", ceti professionali, associazionismo e categorie produttive) ha prodotto un assalto senza precedenti ai soldi del pubblico erario come anche ai finanziamenti dell’Unione Europea. Certamente non è obiettivo del presente articolo relazionarvi in maniera puntuale su ciascuna delle emergenze in atto. Piuttosto ne indicherei tre che danno il tono alla situazione di drammatico degrado in cui siamo. Le emergenze per così dire “madri” sono le seguenti: emergenza Regione, emergenza economica ed emergenza morale.

EMERGENZA REGIONE (rendiconto anno 2011 della Corte dei Conti – Sezione di Sicilia) – Sono cresciuti da 5 a 7 miliardi di euro i residui passivi. Si tratta di debiti per spese già impegnate, ma non ancora pagate della Regione siciliana. Ciò si rileva dal rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2011 che la Corte dei Conti – Sezione di Sicilia ha reso di pubblico dominio qualche settimana fa a Palermo. Il quadro che ne esce è definito "allarmante con un debito regionale in continua crescita che tra novembre e dicembre 2011 ha visto attivare nuovi prestiti per 818 milioni di euro, determinando una complessiva esposizione a fine anno per circa 5 miliardi e 300 milioni, un debito destinato a salire malgrado l’impugnativa del commissario dello Stato". il rendiconto manifesta "preoccupazione per il contributo agli obiettivi di finanza pubblica richiesto alla Regione con oneri stimati pari a circa 850 milioni per il 2012 e in circa 900 milioni per gli anni 2013 e 2014, da scontare nel patto di stabilità. L’insieme delle manovre approvate nel corso 2011 hanno comportato una correzione strutturale di 48,9 miliardi nel 2012, pari al 3,1 per cento del Pil, cifra destinata a salire a 81,3 miliardi nel 2014, pari a circa il 4,9 per cento del Pil". Inoltre "con il decreto Salva Italia è stato chiesto alle regioni a statuto speciale un ulteriore contributo di 860 milioni, e la Sicilia ha partecipato per circa il 40 per cento dell’intera somma, con un onore sulla finanza regionale di circa 310 milioni, a cui si aggiunge l’ulteriore partecipazione per 160 milioni al finanziamento della sanità da reperire con l’innalzamento dell’aliquota Irpef". Ancora “in Sicilia ci sono segnali di inarrestabile declino. Parliamo della regione che ha perso più imprese attive nel Mezzogiorno: un’erosione che tra il 2007 e il 2011 ammonta a 4500 unità". Per il presidente della Corte dei Conti – Sezione Sicilia Rita Arrigoni sarebbe "auspicabile un sostegno alla Sicilia da parte del governo nazionale, come si va prospettando in ambito europeo per gli Stati in pericolo di default". Il presidente Arrigoni continuando la presentazione del rendiconto ha lanciato un monito molto forte riguardo alla realizzazione di obiettivi di risanamento finanziario per le "società regionali, la riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, la riduzione degli enti sanitari, le norme sulla trasparenza, la semplificazione e le iniziative a contrasto della corruzione e della criminalità organizzata". Alla Sicilia la spesa del personale regionale costa un miliardo e 84 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i pensionati, quasi 17 mila al 31 dicembre 2011, e che invece costano 639 milioni di euro. Secondo quanto rilevato dai magistrati contabili, i dipendenti della regione siciliana sono, al 31 dicembre 2011, 20.288, di cui 17.218 a tempo indeterminato e 3070 a tempo determinato. I dirigenti a tempo indeterminato alla stessa data ammontavano a 1835, a cui vanno aggiunti 82 dirigenti esterni. Nel 2011 risultano andati in pensione ben 998 dipendenti, la maggior parte dei quali sono ’baby pensionati’ che hanno potuto ottenere la pensione con 25 anni di servizio nel caso in cui accudissero un parente gravemente disabile. Un privilegio definito dalla Corte realmente anacronistico e che è stato poi eliminato con l’articolo 4 della legge regionale 7 del 2012. Passando alle società partecipate esse sono 34 “e 20 di queste, con un sistema simile alle scatole cinesi – ha affermato il procuratore Coppola – detengono partecipazioni in altre società. Inoltre, delle 34 partecipate, ben 21 hanno chiuso in perdita l’ultimo bilancio di esercizio. È ancora inattuata, inoltre, la prevista riduzione a 14 delle società partecipate". È chiaro che se lo Stato non fornisce alla Sicilia "adeguati mezzi finanziari" i 5 milioni di abitanti continueranno a vivere "nell’arretratezza delle proprie vetuste risorse infrastrutturali". "Siamo ormai da diverso tempo in una situazione economica drammatica, dai risvolti internazionali e dagli esiti incertissimi – parla il procuratore Coppola – e la Sicilia in questo frangente è come il manzoniano vaso di terracotta. Senza adeguati mezzi finanziari i siciliani non potranno sottrarsi alla rassegnazione antica, che si traduce in forza di attrazione mafiosa e clientelare a disposizione dei prepotenti e dei potenti di ieri, di oggi e di sempre". Senza soldi da Roma la Sicilia "non riuscirà ad affrontare e risolvere da sola i propri molteplici problemi, dei quali la più drammatica manifestazione è rappresentata dalla mancanza di lavoro che determina uno stato di vergognosa semipovertà, che alimenta il triste fenomeno dell’immigrazione". Il governo regionale siciliano "è costretto ad operare con quello che ha, in pratica con i fondi insufficienti del proprio bilancio, cercando di limare le spese dal momento che è molto difficile incrementare le entrate".

EMERGENZA ECONOMICA (relazione annuale sull’economia siciliana della Banca d’Italia) – Rallenta la ripresa economica e aumenta la disoccupazione. Sono due tra i principali fattori che rendono sempre più lontana la Sicilia dal resto d’Italia. È quanto emerge dalla relazione annuale sull’economia siciliana della Banca d’Italia presentata oggi nella sede di Palermo. ’’Il 2011 è stato un anno a due facce nel primo semestre si è registrata una parziale ripresa, mentre nella seconda parte dell’anno, a causa della crisi del debito a livello europeo, si sono creati problemi a livello nazionale che hanno avuto pesanti ripercussioni anche sulla Sicilia.” Il rapporto evidenzia che nel primo trimestre del 2011, il tasso di disoccupazione nella regione è passato dal 15 per cento al 19,5 per cento dei primi mesi del 2012. Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati Istat, in Sicilia il calo dell’occupazione è arrivato al 2,9 per cento, facendo scendere il numero di occupati di 41mila unità rispetto allo stesso trimestre del 2011. Per la prima volta il numero di lavoratori nell’Isola è inferiore al milione e 400 mila. ’’Il calo ha interessato tutti i settori, escludendo l’agricoltura – ha aggiunto Arrica – un comparto che però spesso assorbe i lavoratori con caratteristiche di precariato.” Maggiormente penalizzati i lavoratori nel settore delle costruzioni (-7,1 per cento), e del commercio, alberghi e ristoranti (-6,4 per cento). I cittadini in cerca di occupazione si sono ridotti del 3 per cento e il calo ha riguardato sia quelle persone con precedenti esperienze lavorative sia quelle in cerca di prima occupazione. Il tasso di attività è sceso per il sesto anno consecutivo, raggiungendo il 49,5 per cento. E ancora: la percentuale delle imprese che hanno chiuso l’esercizio in utile si è ridotta, rispetto al 2010, di circa 9 punti percentuali, al 52 per cento. Per quanto riguarda gli scambi con l’estero, nel 2011 le esportazioni siciliane sono aumentate del 15,5 per cento dopo la forte ripresa del 2010. L’andamento riflette una tendenza positiva registrata nel primo semestre dell’anno, a cui è seguita, invece, una variazione negativa nell’ultimo semestre. Ma al netto dei prodotti petroliferi raffinati, che incidono per oltre il 70 per cento sul totale, le esportazioni siciliane sono diminuite dell’1,4 per cento, a fronte di un incremento sia a livello nazionale (11,3 per cento), sia nel Mezzogiorno (9 per cento). Sempre secondo la relazione della Banca d’Italia, in Sicilia diminuiscono anche i consumi delle famiglie: dal 2007 al 2010 la spesa media mensile si è ridotta di circa il 9 per cento, raggiungendo il valore minimo dal 2002. Tale contrazione, superiore a quella registrata nella media italiana (-4 per cento), ha portato a un ampliamento del divario tra la Sicilia e il resto del Paese. A partire dal 2008 tutte le principali voci di spesa hanno registrato una contrazione. Il calo è stato particolarmente intenso per i trasporti, l’abbigliamento, i ristoranti e gli alberghi. Unici segnali positivi quelli che provengono dal turismo, settore nel quale si è registrata una ripresa dei pernottamenti degli stranieri con un aumento della spesa ad essi associata, dopo tre anni di calo. Il peggioramento della congiuntura, invece, si è riflesso anche nella debolezza della domanda di credito, in concomitanza con un inasprimento delle condizioni di offerta da parte degli intermediari bancari. Ne è derivato un rallentamento dei finanziamenti bancari all’economia regionale che si è manifestato a partire dalla seconda parte del 2011, decelerando sia i prestiti alle famiglie, sia quelli destinati ai settori produttivi. Il tasso di interesse sui prestiti a breve termine è salito nel corso dell’anno di 1,4 punti percentuali, attestandosi a dicembre al 7,4 per cento. Peggiorano anche le condizioni sui nuovi finanziamenti a medio e a lungo termine. Nel primo trimestre 2012 i tassi di interesse sui prestiti sono ulteriormente aumentati. Ristagna il credito al consumo delle famiglie. Nel clima di incertezza economica sono lievemente diminuiti i depositi bancari, in particolare quelli detenuti dalle imprese nella forma tecnica dei conti correnti. Le esigenze di contenimento dei costi e la difficile congiuntura economica hanno frenato anche la diffusione degli sportelli bancari sulla rete territoriale, stimolando piuttosto canali alternativi di interazione con la clientela, come i punti operativi automatizzati e i servizi di ’homè e ’corporate banking’. Non va meglio nel credito alle imprese, settore nel quale anche i mutui (che rappresentano i tre quarti dei finanziamenti totali alle aziende) hanno rallentato. Secondo l’indagine della Banca d’Italia nel 2011 solo la metà delle imprese che hanno richiesto nuovi finanziamenti ha ottenuto l’intero importo, rispetto ai due terzi nel 2010. La debolezza della dinamica del credito ha riguardato in particolare il comparto delle costruzioni, riflettendo un ulteriore peggioramento congiunturale soprattutto nell’edilizia residenziale. A dicembre i finanziamenti alle imprese edili si sono ridotti del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Maglia nera alla Sicilia, inoltre – sempre secondo il rapporto della Banca d’Italia – anche per quel che riguarda l’istruzione. Nell’isola si registra una bassa scolarizzazione. Il numero di diplomati e laureati è inferiore alla media nazionale e quella del Mezzogiorno. In base ai dati Istat, nel 2010 l’incidenza dei laureati tra i residenti in Sicilia di 25-64 anni era del 12,3 per cento, rispetto al 14,8 per cento della media nazionale. La quota dei residenti della stessa classe di età con almeno un titolo di studio secondario era del 46,1 per cento, una delle più basse fra le regioni italiane.

EMERGENZA MORALE – In questo campo la Sicilia da il meglio di sé. Da decenni. Qui le regole della decenza e della responsabilità politica sono considerate delle seccature. Che ci facciamo della decenza e della responsabilità? Non si mangia. Meglio sviluppare tutta una serie di atti e comportamenti di sublimazione dell’interesse privato in atto di ufficio. E chi ci dice qualcosa è solo un “cornuto”. Per non dire di peggio… Nell’ultimo periodo abbiamo registrato tre episodi davvero significativi. I° EPISODIO) Il Governatore Lombardo sta accelerando all’inverosimile su una montagna di incarichi. Incarichi dati naturalmente a persone di fiducia. La competenza? Suvvia… Lo sperpero di denaro pubblico? Quanto la facciamo difficile… E’ accaduto che dovendo nominare uno dei membri del collegio sindacale della Sicilia E-Servizi, una delle tante partecipate della Regione, la scelta è caduta su un commercialista di Burgio, tale Eugenio Trafficante. Che cognome! Però c’era un piccolo problema. Il fortunato vincitore della lotteria delle nomine era in carcere per molestie sessuali. Per caso in Sicilia bisogna essere pregiudicati per vedersi riconosciute gratifiche e prebende? II° EPISODIO) Il Ragioniere Capo della Regione ha dichiarato che non ci sono più soldi e quindi l’Ars dovrà promulgare provvedimenti che non comportano alcuna spesa. E invece cosa mi combinano sia l’Ars che la Regione? La prima assume sette nuovi collaboratori dei gruppi parlamentari al fine di sostituire quelli andati in pensione. Mentre l’Assessorato all’Agricoltura decide di far ricorso alla preziosa opera di consulenza di esperti in supporto tecnico alle attività agricole. Si vede che le elezioni sono vicine e pertanto bisogna creare l’opportuna base elettorale. Come li prendiamo i voti se non promettiamo nulla? III° EPISODIO) L’Assessore all’Agricoltura Francesco Ajello – ex Sindaco di Vittoria e storico membro del Pci – ha nominato a capo della sua segreteria particolare l’ex Onorevole Mario Bosco di Lentini. Una prima riflessione che emerge è la seguente: ma allora anche a sinistra c’è qualcuno che sostiene Lombardo? Mi pare una riflessione ben più che legittima. Ma la riflessione più pesante e calzante è un’altra. L’On.le Bosco è un dirigente di una grossa cooperativa di produzione e commercializzazione della filiera agroalimentare. Ciò fa sorgere il dubbio che ci sia un latente conflitto d’interesse. In soldoni, siamo sicuri che il nuovo Segretario Particolare dell’Assessore all’Agricoltura non farà valere la sua carica per determinare scelte in favore dell’impresa agroalimentare della quale è dirigente? E’ un quesito plausibile e non ci vedo nulla di male nel porlo al giudizio dei nostri lettori. In democrazia il conflitto d’interesse rappresenta una delle più scottanti tematiche poiché attiene al principio di trasparenza da parte di chi assume cariche pubbliche. Vorrei ricordare che Bloomberg, uno dei maggiori imprenditori americani, nell’atto di insidiarsi alla carica di Sindaco di New York ha firmato un rigorosissimo disciplinare anti conflitto d’interesse che se non rispettato la fa decadere automaticamente dalla funzione.

Da quanto avete potuto capire la Sicilia è allo sbando. In tutti i campi. Da noi la crisi esisteva già da tempo. Poi è arrivata quella mondiale e… In Sicilia la Grecia non è vicina solo per ragioni geografiche, ma per molti aspetti siamo già come quella nazione. Pertanto, mi sapete dire candidati alla carica di Governatore della Sicilia le reali motivazioni per le quali volete così fortemente Palazzo D’Orleans?


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