La politica ambientale del Comune di Lentini - intervista con l’Assessore Maenza

Il governo dell’ambiente è una delle poche reali possibilità che hanno i comuni per assicurare lo sviluppo sostenibile del territorio.

Vediamo qual’è la situazione del Comune di Lentini e le relative priorità

di Emanuele G. - mercoledì 16 aprile 2008 - 2787 letture

Da tempo il Coordinamento Locale per lo Sviluppo Sostenibile ha intrapreso un vivace dialogo con l’amministrazione comunale. Lo scopo è di avere una visione la più esatta possibile della situazione ambientale di Lentini e del suo territorio.

Ma l’obiettivo di fondo non può essere il semplice quanto necessario dialogo. Infatti, è venuto il momento di governare sul serio il territorio producendo progetti da realizzare concretamente.

Fino ad oggi si è individuato uno strumento di partecipazione attiva su queste tematiche, mi riferisco a Agenda 21, e due argomenti davvero fondamentali: i rifiuti e l’acqua.

Sui rifiuti abbiamo posto alcune domande all’Assessore Angelo Maenza che ci delinea il presente e il futuro della gestione dei rifiuti a Lentini.

D- Qual è la situazione ambientale del territorio di Lentini? R. La situazione ambientale nostra non è diversa da quella di tante altre realtà meridionale: conferimento in discarica della quasi totalità dei rifiuti indifferenziati, micro discariche abusive nelle aree periferiche dell’abitato, qualità dell’aria a rischio per la vicinanza all’area industriale di Priolo.

D. Ci può indicare le priorità della politica ambientale del Comune di Lentini? R. L’obiettivo più importante è il potenziamento della raccolta differenziata e la riapertura del centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati in contrada Armicci.

D. Il servizio di raccolta dei rifiuti ha alcune criticità. Ce li può illustrare? Cosa sta facendo il Comune per migliorare il servizio? R. I punti di criticità del sistema sono rappresentati da una ridotta presenza di contenitori sparsi nel territorio urbano, da una ancora poco estesa area servita dalla raccolta porta a porta, dal costo di conferimento alle piattaforme di stoccaggio autorizzate del rifiuto differenziato. In questi ultimi mesi si è consumata senza risultato, non per responsabilità del Comune, l’attesa di una iniziativa dell’ATO SRI che potesse dare una svolta all’attuale sistema di gestione del servizio. Questo è il compito che il legislatore ha assegnato agli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO): la integrazione al massimo livello possibile del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti, con la riduzione progressiva dei rifiuti conferiti in discarica e l’aumento delle percentuali di differenziata conferita per il riuso. Con il risultato di abbassare i costi del conferimento indifferenziato (per l’utente e per il Comune) e registrare entrate dai rifiuti differenziati per la quantità di essi conferiti presso piazzole di stoccaggio o impianti di selezione. La mancata assunzione da parte dell’ATO della gestione del servizio, pone ancora una volta il Comune nella difficile condizione di dover provvedere isolatamente, rispetto ad un piano capace di garantire omogeneità all’intero sistema su scala territoriale più ampia, alla nuova definizione degli obiettivi del servizio con un potenziamento della raccolta differenziata il costo del quale graverà interamente sul bilancio comunale (dalla campagna di informazione a tappeto, all’acquisto e alla collocazione di nuovi contenitori, al conferimento presso piattaforme), nonostante l’Agenzia Regionale disponga di ingenti risorse per far fronte alle spese derivanti da piani d’ambito articolati e funzionali pe>- gruppi di comuni.

D. Quale ruolo gioca la raccolta differenziata nell’insieme della politica ambientale del Comune? R. Vorremmo che la raccolta differenziata non fosse più intesa come un fatto di sensibilità personale, ma rappresentasse una cultura diffusa nell’intera comunità per i benefici che apporta all’ambiente e all’economia (anche domestica). Per questa ragione stiamo verificando la possibilità di intraprendere una collaborazione con il limitrofo ATO del Caratino, per utilizzare anche per Lentini gli impianti che garantiscono a questo comprensorio la trasformazione della frazione organica in compost per l’agricoltura e la selezione della frazione secca (vetro, plastica, lattine e carta) per la vendita a riutilizzatori.

D. Cosa significa far parte di Agenda 21? Forse un nuovo modo di concepire lo sviluppo del territorio? R. L’esperienza appena avviata con l’adesione del Comune di Lentini ai coordinamenti nazionale e regionale di Agenda 21 Locale, non è altro che un primo passo per la costruzione di un piano realistico e realizzabile di interventi sul territorio che migliorino la qualità dell’ambiente a partire da una più diffusa partecipazione democratica e da una più matura consapevolezza della interdipendenza tra le scelte politiche e i comportamenti collettivi e individuali. In questo quadro lo sviluppo del territorio cessa di essere inteso esclusivamente in termini di crescita economica (a qualsiasi prezzo) e diventa ricerca di tutte le opportunità di riduzione degli sprechi, di incremento delle risorse naturali, e di occupazione orientata alla salvaguardia dell’ambiente.

D. Esiste una sensibilità ambientale nella Città di Lentini? R. Solo una parte della comunità lentinese si mostra interessata a questi temi e sviluppa comportamenti conseguenti. La scuola sta svolgendo e deve continuare a svolgere il compito più importante. All’Amministrazione spetta assumere scelte coraggiose e, se necessario, costose, per investire su un nuovo modello di sensibilità ambientale, per costruire una cultura dell’ambiente che sia tutt’una con la cittadinanza, con la partecipazione attiva alle scelte strategiche che riguardano il futuro della città. In sintesi, c’è una realtà non certo esaltante, anzi problematica, e il lavoro da compiere sembra complesso e realmente difficoltoso. Anche in considerazione del fatto che l’Ato Rifiuti non sta assumendo atti e decisioni operative tali da supportare l’attività del Comune di Lentini.


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