Il nord della provincia di Siracusa: un territorio abbandonato

Breve sintesi di un pomeriggio ferragostano passato ad osservare la triste condizione di un territorio sempre più lasciato al suo destino

di Emanuele G. - lunedì 26 agosto 2013 - 3307 letture

Mi ero ripromesso di vagare in lungo e largo per il nord della provincia di Siracusa per comprendere lo stato di salute di quel territorio. Il tempo – eterno tiranno – non faceva altro che rimandare il mio proponimento. L’occasione del Ferragosto mi parve un’occasione più che appropriata per dar corso al “viaggio”. Pertanto, armato di macchina mi incammino alla scoperta dei luoghi dove vivo.

L’impressione che ho ricevuto è per lo più negativa. Al fine di avere una visione la più leggibile possibile della situazione ho accorpato le mie riflessioni in brevi paragrafi didascalici.

RIFIUTI OVUNQUE – E’ la prima cosa che colpisce il viaggiatore. Non c’è città o strada che non sia invasa dai rifiuti. Bel biglietto di visita per il turista che decide di passare qui le ferie! La problematica dei rifiuti non è più una questione di civiltà, bensì economico. Quanto ci costa mantenere un sistema che fa chiaramente acqua da tutte le parti? In tale settore è necessario passare – e alla svelta – ad un vero sistema di raccolta differenziata. Non solo faremo un servizio all’ambiente, ma potremo creare una fonte di finanziamento a favore dell’intero territorio.

STRADE DISSESTATE – Da quanti anni non esiste una seria programmazione tesa alla manutenzione delle strade? Eppure vagando ci si accorge quanto siano degradate le strade del nord della provincia di Siracusa. Dissestate. Prive del manto stradale. Nessuna segnaletica efficiente. Mancanza assoluta di misure atte alla sicurezza. Con il risultato che si registra un numero sempre maggiori di incidenti. Con l’abolizione delle province chi si occuperà delle strade?

CENTRI URBANI INDECOROSI – Le stesse città riflettono tale stato di abbandono. Non c’è ne una che curi con particolare piglio il proprio decoro. Tutto sembra lasciato all’incuria più aberrante. I marciapiedi sono divelti. Pochissimi banchi. Illuminazione fioca o spesso assente. Case non rifinite. Assenza di verde pubblico. E tanto altro ancora. Questi centri urbani danno l’impressione che non ci sia nessuno ad amministrarle. Con indubbi riflessi sulla qualità stessa della vita di ognuno dei cittadini.

ABUSIVISMO EDILIZIO – E’ incredibile il numero di case oggetto di costruzione abusiva. Si è così distrutto un territorio che per la varietà climatologica e ambientale non ha paragone nell’intera Sicilia. Tutto questo abusivismo edilizio da una nota di squallore indicibile a tutto il territorio. Esso – mi riferisco al territorio – appare oltraggiato da una colata di cemento volgare e distruttrice. Abbiamo voluto la casetta a mare? Ecco i risultato. Abbiamo costruito negli anni un ambiente oramai invivibile.

TRAFFICO IMPAZZITO – C’è un traffico micidiale. Migliaia di macchine che percorrono ovunque ogni anfratto del nord della provincia di Siracusa incidendo negativamente sulla salute di noi tutti. I centri urbani scoppiano letteralmente in quanto assediati da un numero abnorme di automobili. Un traffico regolato e regolare? Viepiù un sogno. I piani di circolazione messi in atto dalle amministrazione comunali cadono vittime di una strisciante e dilagante inciviltà che sta raggiungendo livelli allarmanti. Non c’è zona dove si possa godere del circondario esssendo l’intero territorio militarizzato dalla tirannica presenza della dea macchina.

INTERE ZONE INVASE DA CATTIVI ODORI – Anche la qualità dell’aria è scadente. Si ha la sensazione che l’aria pulita sia un ricordo ingiallito dal tempo nel nord della provincia di Siracusa. Ci sono zone invase da cattivi odori che quasi tramortiscono chi si avventura in quei paraggi. Ciò è dovuto all’eccessiva antropizzazione dei territori. Attività umane non controllate adeguatamente. Immondizia data alla fiamme. La vicinanza della zona industriale. Insomma, le fonti di cattivi odori sono plurime. A quando un piano di sanificazione dell’aria?

ORDE DI CANI – Le amministrazioni comunali ripetono come un karma infinito che stanno combattendo in maniera decisa il fenomeno del randagismo. Niente di più falso. Provate a girare le strade dei centri urbani e vedrete orde di cani che più di una volta attentano all’incolumità pubblica. Anche questo dettaglio fa capire quanto sia abbandonato il territorio della provincia di Siracusa.

CONDIZIONI IGIENICHE DUBBIE – Un territorio così poco curato da adito a dubbi legittimi sulle condizioni igieniche del medesimo. E’ da troppi anni che si è inquinato a più non posso infischiandosene della salute collettiva. Possibile che nessuno prenda la briga di capire quali conseguenze sulla salute possa scatenare per via del fatto che suolo, acque e aria appaiono seriamente compromessi nei loro parametri regolamentari? E poi ci si domanda come mai si registrano centinaia di casi di neoplasie tumorali…

ABUSIVISMO COMMERCIALE – Ad ogni angolo di strada si vendono alimenti di dubbia origine. Ci sono bancarelle che vendono di tutto. Si vedono c.d. “bed & breakfast” che sembrano un modo qualsiasi per abbindolare il turista. Si somministrano cibi e bevane prodotti e conservati in condizioni molto precarie. In breve, si ha la sensazione che tutto sia consentito. L’importante è guadagnare subito visto la crisi imperante. Chi controlla sull’abusivismo commerciale? Ho l’impressione nessuno.

PRESENZA DELLO STATO NULLA – A parte le solite guardie mediche e sporadiche quanto rare volanti il territorio non sembra opportunamente vigilato. Quindi, chi ha intenzione di commettere un reato può farlo in maniera del tutto tranquilla oppure chi ha un problema da risolvere si trova nell’impossibilità di farlo. Capisco che lo stato non abbia soldi, ma controllare un territorio in maniera preventiva costa molto di meno che risolvere quando accadono i problemi.

ASSISTENZA AI TURISTI INESISTENTE – Povero turista! E’ abbandonato a se stesso. Non c’è ombra del benché minimo sistema di informazione. Si va alla cieca. Vedi turisti che vagano sconsolati da un capo all’altro del territorio alla ricerca di una strada, di un ristorante, di un albergo o di qualche zona dove svagarsi. Ma chi li può informare? C’è davvero il deserto. E poi parlano di incentivare il turismo… Così come siamo messi, piuttosto, se la scappano a gambe levate.

Brevissima nota conclusiva. Siamo riusciti a costruire nel corso degli anni un territorio che è più simile a UNA FOGNA che a UN PARADISO. Quel paradiso che era prima dell’avvento di sprazzi di progresso materiale che ci ha rincitrulliti tutti quanti. La colpa non è mica degli altri o è da ricercare altrove oppure nel classico "destino baro e cieco". La colpa è solo nostra che abbiamo buttato alle ortiche la nostra millenaria civiltà per incamminarci senza una destinazione certa. Il benessere privato e non per tutti ha ucciso il nostro territorio. Su tale narrazione di fondo poi ci hanno ricamato le amministrazioni pubbliche distintesi per un livello di governance del territorio pari allo zero. Il Ministro Trigilia dice che i territori devono attivare quello che hanno, ma se si è distrutto tutto cosa fare allora?


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