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I tanti Raggi di Roma

Breve rassegna stampa sulla vicenda della giunta comunale romana del M5S. Ognuno tragga le proprie conclusioni.

di Redazione - venerdì 2 settembre 2016 - 3830 letture

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Il Fatto Quotidiano

Roma, Raggi perde pezzi. Via il capo di gabinetto e il “super-assessore” Minenna. Lasciano anche vertici di Ama e Atac

LA GIORNATA AL CAMPIDOGLIO - A due mesi dalla vittoria la prima crisi della sindaca M5s. Lasciano in cinque. Prima il "superassessore", dirigente Consob voluto da Di Maio, e la magistrata nominata capo di gabinetto. La prima cittadina racconta che la decisione è stata sua dopo un parere dell’Anac, ma il giudice dice che se n’è andata lei. "Lo stipendio non c’entra, credevo di garantire la legalità, ma la verità è un’altra". Poi abbandonano anche i manager delle aziende dei rifiuti e dei trasporti. Taverna: "Un duro colpo"

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La Stampa

Topi, rifiuti, pressioni: i 70 giorni di Virginia Raggi, divorata dalla capitale
 Dalla vittoria alle polemiche sugli stipendi d’oro. La sindaca paga l’assenza di empatia con i romani

Il problema della portavoce perfetta è che non c’è più la voce. Virginia Raggi era stata scelta da Gianroberto Casaleggio per ragioni non strettamente politiche: bella presenza, capacità di parlare, buona inflessione (a differenza del rivale interno, Marcello De Vito, di sfacciato timbro romanesco), e poi è donna, particolare che fa tanto modernità. In Raggi sorprende la totale mancanza di empatia coi cittadini della cui volontà dovrebbe essere sommo custode, e con cui dovrebbe vivere in comunione: ieri alle cinque di mattina ha comunicato via Facebook le dimissioni del capo di gabinetto, e poi più nulla. Non una parola nemmeno sulle dimissioni successive, rassegnate a catena, non una riga sul sito istituzionale del Comune e nemmeno su quello di propaganda di Grillo, che in apertura ha conservato per tutto il giorno le invettive contro la campagna per la fertilità del ministro Beatrice Lorenzin. È il paradigma di come Internet, lo strumento della democrazia diretta, diventa con una magica giravolta lo strumento della lontananza.

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l’Espresso

Virginia Raggi in crisi, la fuga è iniziata
 Si dimettono Raineri, capa di gabinetto, e Minenna, assessore al bilancio. La sindaca aveva revocato la nomina alla giudice su indicazione dell’Anac. Pronto all’addio anche Rettighieri, dg di Atac

Era pesantemente nell’aria, adesso è arrivata. La prima crisi della giunta Raggi, a meno di tre mesi dalla vittoria elettorale, ha il volto di Carla Romana Raineri, capa di gabinetto, e di Marcello Minenna, assessore chiave con delega al Bilancio. Si sono dimessi ieri sera. A far precipitare una situazione già tesa, secondo le prime ricostruzioni, la scelta della sindaca Raggi di revocare la nomina alla Raineri, dopo le osservazioni dell’Anac sulla illeggittimità della sua nomina.

“Ma le dimissioni non sono dovute a motivi retributivi o contrattuali, spiegherò le mie ragioni”, precisa la giudice. L’ennesima tegola, e forse la più grave, che si abbatte sulla amministrazione pentastellata proprio nelle ore in cui anche il dg di Atac, Marco Rettighieri rassegna le proprie dimissioni (“non c’erano i presupposti per continuare”), provocando, a quanto pare, anche l’uscita dell’amministratore unico, Armando Brandolese. Uno scenario per lo meno complicato, che fa parlare il Pd di “capolinea” e “giunta a pezzi”, e Storace di “fuga a ostacoli” dal Campidoglio.

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Il Messaggero

Roma, lite della Raggi con Taverna: «Così o lascio»
 ROMA «Vai, pubblica». Sono le 4.45 di notte, le luci nell’ufficio di Virginia Raggi sono ancora accese, nemmeno un’ora e il sole spunterà da dietro ai Fori. Al primo piano del Campidoglio però si tira alle lunghe, è in corso bagnata dai caffè una riunione ristrettissima: ci sono, tra gli altri, Daniele Frongia, l’inseparabile braccio destro, e Raffaele Marra, il contestato vicecapo di gabinetto. Sono appunto le 4.45 quando la sindaca dà il via libera al suo portavoce: «Ok, Teo, pubblica il post sul mio profilo Facebook». L’ora è inusuale per chi frequenta i social e lo status che sta per essere condiviso non è uno come tanti: si parla della revoca della nomina del capo di gabinetto Carla Romana Raineri dopo lo stop dell’Anac (la notizia è già nota, in quanto anticipata da Il Messaggero).

LO SCONTRO
 E’ l’inizio di una giornata lunghissima, con pezzi da novanta della Capitale che si dimetteranno, saltando come tappi di lambrusco. Giudici e «professori», politici e manager. Raineri, e Marcello Minenna, il sindaco ombra, e poi i vertici di Atac e Ama. E’ l’inizio di un nuovo corso, «la guerra d’indipendenza», ma anche di un isolamento che si fa plastico, per «Virginia». L’unico big che l’avvocato pentastellata incontra è la senatrice Paola Taverna, poco prima di pranzo. Il faccia a faccia, per chi conosce la Taverna e la sua proverbiale schiettezza, non è difficile da immaginare. In Comune si racconta di urla. «Ti stai facendo il vuoto intorno, Virginia. Stai danneggiando Roma e soprattutto il M5S. Ho parlato anche con Beppe. Queste sono due perdite gigantesche». La risposta della sindaca suona così, piatta e abbastanza impostata come ormai vuole apparire la grillina. «Rispetto la trasparenza e soprattutto le nomine dei miei collaboratori le faccio io. Altrimenti mi dimetto». Ecco, questo è un concetto che la Raggi farà trapelare anche durante la riunione di maggioranza allargata ad assessori e presidenti dei municipi.

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Il Blog delle Stelle

Trasparenza in Campidoglio
 Trasparenza. È uno dei valori che ci contraddistingue e che perseguiamo. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un parere all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, su tutte le nomine fatte finora dalla Giunta. Una richiesta per garantire il massimo della trasparenza: il "palazzo" deve essere di vetro, tutti i cittadini devono poter vedere cosa accade dentro. Questo è il M5S. Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto "la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL" e "l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria". Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l’ordinanza di revoca.


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