I cittadini di Viareggio indifferenti?

Lettera ad un politico che accusa di indifferenza i cittadini assenti alla celebrazione della liberazione di Viareggio dai nazifascisti.

di Antonio Carollo - sabato 22 settembre 2007 - 2404 letture

Caro Roberto Alessadrini, è difficile non essere d’accordo con Gramsci, a parte l’accentuazione della partigianeria, per quanto mi riguarda (si tratta di un pezzo sugli indifferenti riportato dagli scritti di Gramsci); però mi dispiace constatare che tu vai ad aggiungerti inopinatamente ad un politico, il Vice Sindaco, nell’accusare ingiustamente di indifferenza la popolazione viareggina. Non sono d’accordo. La sensibilità di un cittadino non si può misurare dalla presenza o meno ad una cerimonia commemorativa, ufficiale, terribilmente formale.

In una città in cui le iniziative popolari sui problemi della comunità sono contrastate, sbeffeggiate, banalizzate, oggetto di malignità e sospetti, da parte di chi avrebbe il dovere istituzionale di ascoltare e approfondire con disponibilità le questioni sollevate, è ben singolare che si accusi di indifferenza i cittadini assenti ad una cerimonia. Non pensi, piuttosto, che la causa di tali assenze possa risiedere in certi comportamenti discutibili, lontanissimi dagli interessi della gente, tenuti proprio da quei politici che pretendono, per giunta, di essere gli esclusivi (e retorici) protagonisti di eventi in cui il sincero amore del popolo per gli eroi adorati come Ghittò dovrebbe, invece, avere il massimo risalto?

Antonio Carollo

Risposta, non dovuta ma necessaria, ad Antonio Carollo

Mi dispiace che Antonio Carollo, del quale apprezzo la cultura e la personalità letteraria, mi associ al non-pensiero del ViceSindaco sui cittadini e in particolare sui Comitati. Chi mi conosce sa benissimo cosa io pensi in merito, oltre ad averlo scritto, sostenuto e dichiarato e non da oggi, ma da anni.

Mi sembrava, nel mio intervento, di aver sottolineato l’assenza del SINDACO e, aggiungo, anche del ViceSindaco, oltre a un’indifferenza generale riguardo alla commemorazione della Liberazione di Viareggio.

La domanda che Carollo mi rivolge sui "politici che pretendono, per giunta, di essere gli esclusivi (e retorici) protagonisti di eventi" dovrebbe rivolgerla innanzi tutto proprio al ViceSindaco che, a quello che mi risulta, è esponente autorevole del partito della Margherita a cui anche lui appartiene. Così come dovrebbe rivolgerla ai componenti di questa maggioranza amministrativa del quale, appunto, il partito della Margherita è parte integrante.

Dal ViceSindaco, dalle sue affermazioni sui cittadini, dalla pratica politica e ideale sono lontano anni luce, così come da molti di quelli che siedono in Consiglio comunale o ricoprono ruoli amministrativi e istituzionali in Giunta. Ho un’altra concezione dell’attività politica nel quadro e nel rispetto dellla Costituzione italiana, tanto per sgombrare il campo da ecquivoci.

La sensibilità e l’impegno sociale, civile e anche politico non si misura in base ’all’occasione’ sia essa istituzionale o episodica. Sono altri i parametri e i comportamenti che rendono partecipata, dal basso, una democrazia. Non mi interessano le derive populiste o qualunquiste ma nemmeno la ’repressione’ sia essa intellettuale o politica. Così come non mi piacciono gli atteggiamenti e i comportamenti di chi, ricoprendo un ruolo istituzionale, si sente al di sopra di tutto e di tutti.

Ma sottolineo anche che i cittadini, come molti lo stanno facendo i questi ultimi tempi, dovrebbero interessarsi di più dei fatti amministrativi e politici di questa città. Basterebbe assistere a un Consiglio comunale per verificare come non vi sia la presenza di chi è il diretto interessato alle decisioni che si prendono in quell’assise. I cittadini non possono pensare che l’esercizio della democrazia si riduce solo a un diritto di voto alle elezioni. E i partiti dovrebbero garantire a loro questo esercizio e il controllo dell’azione amministrativa e politica.

Se oggi i cittadini sono delusi, sfiduciati, allergici al potere forse le cause, caro Carollo, vanno ricercate nel modo, autoreferenziale e ipocrita, con cui molti partiti e loro esponenti hanno ’usato’ le istituzioni e la democrazia occupandone ’militarmente’ i luoghi e gli spazi, impedendo il confronto e la discussione, costruendo consenso in base a interessi sempre più personali e sempre meno collettivi.

con partigianeria, Roberto Alessandrini

Caro Roberto, il tuo rilievo sulla presunta indifferenza dei cittadini in occasione di cerimonie come quella della liberazione di Viareggio dal nazifascismo e della commemorazione di Ghittò, eroe viareggino della Resistenza, proprio perché conosco te e le tue idee, mi ha sorpreso. Ti ho accomunato al Vice Sindaco semplicemente perché anch’egli è caduto sulla stessa accusa di indifferenza verso i cittadini in occasione di un episodio di cronaca. So benissimo quali differenze vi dividano. Questo non significa che il Vice Sindaco abbia la lebbra e tu no. La passione e il rigore che contraddistingue il tuo fare politica certamente ti fa onore. Ma può un politico (lo sei anche tu anche se non ricopri cariche istituzionali) ergersi a giudice della cittadinanza? Riflettici un attimo. Ti dico questo anche perché nella risposta alle mie parole perseveri in questo atteggiamento insegnando ai cittadini come comportarsi. Lo fai con le migliori intenzioni, lo so; però commetti ugualmente, a mio parere, l’errore di sottovalutare l’intelligenza politica dell’elettorato. Quanto alle allusioni a derive populiste e qualunquiste non posso non considerarle lievi scivolate di tono perché è lungi da me l’attribuire anche a Roberto Alessandrini il cattivo, furbesco e trito vezzo di certi politici di squalificare in tal modo le critiche al loro operato.

Con inalterata stima, ringraziandoti per le gentili espressioni nei miei confronti, ti saluto cordialmente.

Antonio Carollo


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