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¡Hasta la victoria, siempre!

Care compagne e compagni, prima che lo leggiate su altre testate reazionarie e controrivoluzionarie, vi diamo una triste notizia

di Redazione - sabato 26 novembre 2016 - 3502 letture

Care compagne e compagni, prima che lo leggiate su altre testate reazionarie e controrivoluzionarie, vi diamo una triste notizia. Abbiamo tutti una certa età, ormai, e avere notizie improvvise e improvvide come questa può essere letale. Da oggi andare a Cuba sarà più doloroso.

E’ morto Fidel Castro, il padre della rivoluzione cubana. Una vita da ’lider maximo’ anti-Usa, eroe per gli amici, tiranno per i detrattori. Gli ultimi anni aveva dovuto far governare quell’ombra del fratello Raul. Il lider maximo è deceduto alle 22.29 ora locale, le 4.29 in Italia. Come da sua volontà, sarà cremato nelle prossime ore.


Documenti: RaiNews24

Fidel Castro è morto. Ne ha dato notizia sulla tv di Stato il fratello Raul. Il corpo dell’ex presidente sarà cremato, come nei suoi desideri, nelle prossime ore. Conosciuto anche come il Lider Maximo, eroe per la sinistra nel mondo e dittatore sanguinario per i nemici, è stato protagonista di una piccola isola caraibica per quasi sessant’anni, sulla scia della sua tenace battaglia contro la maggior potenza del mondo, gli Stati Uniti.

Nato il 13 agosto 1926 a Biran, figlio del proprietario terriero spagnolo Angel Castro e della cubana Lina Ruz, ha studiato prima nei collegi La Salle e Dolores di Santiago de Cuba, poi, dal 1941 al 1945, a L’Avana, nella prestigiosa scuola gesuita di Belen, periodo che incide fortemente nella sua formazione culturale, così come in quella del fratello, Raul. Qualche anno dopo la laurea in legge si candida alle presidenziali, progetto subito frustrato per il golpe del 10 marzo di Fulgencio Batista. La sua risposta è l’assalto alla Caserma della Moncada, il 26 luglio 1953. Per Fidel fu un disastro: i ribelli vennero catturati e 80 di loro fucilati. Catro è condannato a 15 anni di prigione e, nella sua difesa finale, pronuncia il famoso discorso su ’La storia mi assolverà’, in cui delinea il suo sogno rivoluzionario. Dopo il carcere, amnistiato, va in esilio negli Usa, poi in Messico: è qui che conosce Ernesto Guevara.

La revolucion con Che Guevara

Insieme al ’Che’, Raul ed altri 79 volontari, nel 56 sbarca nell’isola a bordo del ’Granma’. Il gruppo, sorpreso dalle truppe di Batista, viene decimato: in 21 riescono a rifugiarsi nella Sierra Maestra. I due anni di guerriglia mettono alle corde il dittatore. Il 1/o gennaio 1959, i ’barbudos’ entrano trionfalmente a L’Avana. Castro lo fa qualche giorno dopo. Fino al trionfo della ’revolucion’, l’isola viveva del commercio con Washington. Dopo la presa del potere di Fidel, il paese divenne un campo di battaglia della ’guerra fredda’. Cuba riesce comunque a resistere al duro embargo americano e ad un attacco militare, quello della ’Baia dei Porci’, organizzato dalla Cia formato da cubani reclutati all’estero. E’ poi stata al centro della crisi dei missili nel 1962 che ha rischiato di trascinare il mondo in una guerra nucleare mondiale.

Forte di un inossidabile carisma e affascinante capacità oratoria, Fidel è stato per decenni il ’nemico numero uno’ di Washington: con il risultato che, mentre accresceva la sua dipendenza dall’Urss, appoggiava i movimenti marxisti e le guerriglie in America Latina ed in Africa, diventando tra i leader del movimento dei Paesi non Allineati. Nel frattempo, si sposa con Dalia Soto del Valle. Hanno cinque figli: Alexis, Alexander, Alejandro, Antonio e Angel. Il ’lider maximo’, con una vita privata nella quale realtà e mito s’intrecciano, è ’sopravvissuto’ a dieci presidenti Usa e - ha più volte ricordato - a 600 attentati. Perfino nel crepuscolo del suo mandato, Fidel e il sistema politico cubano sono riusciti nel bene e nel male a resistere alla disintegrazione socialista e al crollo dell’Urss nel ’91.

Il Comandante

Per i cubani, Castro è stato il ’Comandante’, oppure semplicemente Fidel, sul quale sono state costruite tante ’storie’: "non dorme mai", "non scorda nulla", "è capace di penetrarti con lo sguardo e sapere chi sei", "non commette sbagli". Castro ha d’altro lato esibito una devozione per le cifre e dati, nascondendo caratteristiche come il pudore e lo scarso interesse, raro per un cubano, per la musica e il ballo. Ha sempre avuto una salute di ferro fino all’improvvisa e grave emorragia all’intestino avuta al rientro di un viaggio dall’Argentina poco prima di compiere 80 anni.

Malato, dopo aver delegato il potere al fratello Raul - prima in modo provvisorio il 31 luglio 2006, poi definitivamente nel febbraio 2008 - ha così cominciato il conto alla rovescia verso la fine di una vita leggendaria. L’era di Fidel si scioglie lentamente, in mezzo a una nuova Cuba ogni volta più ’raulista’, tra una serie di riforme economiche e la mano ferma del potere sul fronte politico: di sicuro una transizione, la cui portata è però difficile da capire. La data chiave della nuova era è il 17 dicembre 2014: quel giorno, a sorpresa e con la mediazione di Bergoglio, L’Avana e Washington annunciano il ’disgelo’ bilaterale.

Fidel assiste da lontano al ’deshielo’, ogni tanto scrive qualcosa ribadendo concetti quali la ’sovranità nazionale’ e il ’no all’impero’. Ma in sostanza a dettare il ritmo dei cambiamenti ormai è Raul. ’Ucciso’ più volte dalle reti sociali, e con lunghi periodi di assenza dal pubblico, i limiti al suo mandato Fidel li aveva fissati nel 2003, dirigendosi ai cubani: "Rimarrò con voi, se lo volete, finchè avrò la consapevolezza di potere essere utile, se prima non lo decide la stessa natura. Nè un un minuto prima nè un secondo dopo".

Fonte: RaiNews24


Documenti: Il Post

Fidel Castro è morto, davvero

L’ex presidente cubano Fidel Castro è morto a 90 anni nella notte tra venerdì e sabato, ha annunciato suo fratello Raúl, attuale presidente di Cuba. «Il comandante della rivoluzione cubana è morto alle 22.29 di questa sera [le 4.29 in Italia, ndt]», ha detto. Castro, che era nato il 13 agosto 1926, è stato una delle personalità più importanti del Novecento. Negli anni Cinquanta aveva guidato la rivoluzione che aveva rovesciato il regime del dittatore Fulgencio Batista, e per i quasi cinquant’anni successivi ha governato Cuba, a capo di un regime comunista spesso accusato di gravi violazioni dei diritti civili, che nella seconda metà del Novecento fu tra i principali avversari degli Stati Uniti e tra i protagonisti della guerra fredda. Castro fu primo ministro dal 1959 al 1976, e poi presidente fino al 2008: è stato il leader nazionale che ha detenuto il potere per più tempo, nel Novecento, dopo la Regina Elisabetta II.

Castro ha avuto un ruolo storico molto importante: i rapporti con Cuba sono stati al centro della politica americana per tutta la seconda metà del Novecento e questo lo ha reso molto influente nonostante le dimensioni ridotte del paese da lui governato, che ha circa 11 milioni di abitanti. Castro ha avuto inoltre una grande influenza su alcuni politici sudamericani, tra cui Hugo Chávez, presidente del Venezuela dal 1999 al 2013, e il rivoluzionario messicano noto come subcomandante Marcos.

Da tempo Castro non era in buone condizioni di salute. Più volte negli ultimi anni era girata la falsa notizia della sua morte: il fatto che non lo si vedesse spesso in pubblico, nelle cerimonie importanti, aveva fatto pensare più volte che stesse per morire, anche nella stessa Cuba. Falsi annunci sulla sua morte sono apparsi almeno una decina di volte sui media online. Nel 2006, in seguito a una grave malattia, Castro aveva delegato il potere al fratello Raúl, ma esercitava ancora una grande influenza sulla vita politica del paese. A volte scriveva degli editoriali sul maggior quotidiano del paese, Granma, ma già nel 2011 aveva ceduto al fratello anche la carica di primo segretario del Partito comunista. Lo scorso aprile aveva tenuto un raro discorso al Congresso del Partito Comunista Cubano. Raúl Castro ha detto che suo fratello sarà cremato oggi, e che ci saranno diversi giorni di lutto nazionale a Cuba.

Castro trasformò Cuba in uno degli stati protagonisti della geopolitica internazionale durante la guerra fredda: l’importanza internazionale dell’isola ebbe il suo culmine durante la cosiddetta “crisi dei missili” del 1962, il momento di massima tensione della rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica, che schierò sull’isola i suoi missili nucleari dopo un fallito tentativo di invasione degli americani. Castro aveva fatto il suo ingresso a L’Avana nel 1959 a bordo di un carro armato, in una delle immagini più famose della rivoluzione e di tutto il Novecento, e nei cinquant’anni che seguirono governò l’isola con una passione politica con pochi eguali nel mondo, che attirò sulla sua figura molte celebrazioni, insieme alle moltissime critiche e accuse per il carattere totalitario del suo regime comunista. Negli ultimi due anni, per volere di Raúl Castro e soprattutto di Barack Obama, le relazioni tra Cuba e Stati Uniti sono cambiate per la prima volta, dopo la decisione del presidente statunitense di porre fine all’embargo sull’isola e la sua successiva storica visita all’Avana.

Castro era figlio di un proprietario terriero di origine spagnola, Fidel Alejandro Castro Ruz. Da giovane studiò giurisprudenza e all’inizio degli anni Cinquanta fece praticantato per diventare avvocato in uno studio legale, coltivando intanto la passione per la politica. Quando nel 1952 Batista realizzò un colpo di stato, dopo la sua mancata rielezione a presidente, Castro prima lo denunciò per aver violato la Costituzione, e poi organizzò un assalto armato alla caserma della Moncada, a Santiago. L’attacco non ebbe successo ma diede il nome al gruppo di Castro e dei suoi sostenitori: da allora si chiamarono “Movimento del 26 di luglio”, dal giorno in cui avvenne l’attacco fallito.

Dopo l’assalto alla caserma della Moncada, Castro fu arrestato e condannato a 15 anni di carcere, ma grazie a un’amnistia nel 1955 poté uscire di prigione e andare in esilio, prima in Messico e poi negli Stati Uniti. Mentre era in Costa Rica, incontrò Che Guevara, che in quel periodo stava viaggiando tra i paesi dell’America Latina. Castro tornò a Cuba nel 1956: lui e gli altri organizzatori della rivoluzione, tra cui lo stesso Che Guevara, arrivarono sull’isola a bordo di una barca chiamata Granma, da cui prese il nome il più importante quotidiano di Cuba. La lotta del gruppo contro la dittatura di Batista avvenne principalmente grazie ad azioni di guerriglia: la base dei combattenti era nelle montagne della Sierra Maestra. Dopo due anni di scontri, Castro e il suo gruppo di guerriglieri, che nel tempo arrivò a essere composto di circa 800 persone, entrarono vittoriosi a L’Avana. Batista fuggì da Cuba il giorno di Capodanno del 1959.

Castro era famoso per essere un abile oratore (anche non conoscendo lo spagnolo, lo si capisce facilmente ascoltando alcuni dei suoi discorsi che erano noti anche per essere molto lunghi), ma anche per le sue doti militari che gli permisero di vincere contro l’esercito di Batista, oltre che di sventare numerosi attentati alla sua vita nel corso del tempo. Portò Cuba fuori dall’influenza politica ed economica degli Stati Uniti, dopo aver smantellato l’esercito tradizionale – quello contro cui aveva combattuto durante gli anni di guerriglia – e avere nazionalizzato le terre e le raffinerie, che erano di proprietà di aziende statunitensi. Era chiamato anche Líder Máximo (cioè “Condottiero Supremo”) da quando, nel 1961, sventò un tentativo degli Stati Uniti di mettere fine al suo governo a Cuba: nell’aprile di quell’anno, infatti, ci fu la famosa invasione fallita della baia dei Porci, dopo la quale quale i rapporti tra Cuba e Stati Uniti si interruppero e Cuba cominciò a ricevere aiuti economici e militari dall’Unione Sovietica.

Il governo di Castro si trasformò in breve in una dittatura comunista, anche se all’inizio non era questo l’orientamento politico di Castro, tanto che gli Stati Uniti avevano subito riconosciuto il nuovo esecutivo come legittimo. Ogni forma di dissenso politico fu repressa e la stampa cominciò a essere fortemente controllata dal governo. Almeno negli anni degli aiuti dall’Unione Sovietica, Castro mantenne un ampio consenso grazie alle conquiste sociali realizzate dalla rivoluzione. Negli anni Cuba è stata accusata più volte da organizzazioni e governi occidentali di non rispettare i diritti umani e civili fondamentali. Fin dal 1959, i rivoluzionari processarono diverse persone accusate di appoggiare Batista, che furono imprigionate o giustiziate. Lo storico Thomas Elliot Skidmore ha calcolato che ci furono 550 esecuzioni durante i primi sei mesi del 1959.

Castro ebbe sempre l’appoggio del Partido comunista cubano (PCC, che nacque dalla fusione del “Movimento del 26 di luglio” con il Partido Socialista Popularm che esisteva prima della rivoluzione) e negli anni Settanta consolidò il suo potere: fu sempre confermato come segretario del Partito e dal 1976, quando fu approvata la nuova Costituzione, fu eletto presidente del Consiglio di Stato e del nuovo Consiglio dei ministri. In questo ruolo fu riconfermato nel 1981 e nel 1986; in quel periodo iniziarono però per Cuba gli anni più complicati, legati alla fine degli aiuti sovietici.

Dopo il 1989, la fine della Guerra Fredda e la fine dell’Unione Sovietica, il paese rimase infatti in una situazione di isolamento economico internazionale e di grande crisi. Nel 1993 l’economia cubana si era contratta del 40 per cento. Castro proseguì nell’affermazione di un modello di economia pianificata di stampo socialista: rafforzò il controllo dello Stato, nazionalizzò ulteriormente l’industria e collettivizzò l’agricoltura. Poi però si decise ad aprire in qualche modo il paese all’economia internazionale, ad esempio favorendo lo sviluppo del turismo creando degli accordi con alcune catene di hotel di lusso. Nel 2006 Castro lasciò per la prima volta l’incarico di presidente al fratello perché dovette farsi operare all’intestino; l’avvicendamento al potere in seguito divenne definitivo. Raúl è ora al suo secondo mandato: è stato eletto il 24 febbraio 2008 e poi riconfermato il 24 febbraio 2013.

Fonte: Il Post


Documenti: BBC news

Fidel Castro, Cuba’s leader of revolution, dies at 90

Cuba’s former president Fidel Castro, one of the world’s longest-serving and most iconic leaders, has died aged 90. His younger brother and successor as president Raul Castro announced the news on state television. Castro toppled the government in 1959, introducing a Communist revolution. He defied the US for decades, surviving many assassination plots. His supporters said he had given Cuba back to the people. Critics saw him as a dictator.

Ashen and grave, President Castro told the nation in an unexpected late night broadcast on state television that Fidel Castro had died and would be cremated later on Saturday. "The commander in chief of the Cuban revolution died at 22:29 hours this evening (03:29 GMT Saturday)," he said. There is to be several days of national mourning on the island. Raul Castro ended the announcement by shouting the revolutionary slogan: "Towards victory, always!"

Barring the occasional newspaper column, Fidel Castro had essentially been retired from political life for several years. In April, Fidel Castro gave a rare speech on the final day of the country’s Communist Party congress. "I’ll soon be 90," the former president said, adding that this was "something I’d never imagined".

"Soon I’ll be like all the others, "to all our turn must come," Fidel Castro said. Castro was the longest serving non-royal leader of the 20th Century. He temporarily handed over power to his brother in 2006 as he was recovering from an acute intestinal ailment. Raul Castro officially became president two years later. News of his death left some in Havana stunned. "I always said it couldn’t be," said one woman, a government employee. "Even though they said it now, I say it can’t be."

Fidel Castro’s key dates

1926: Born in the south-eastern Oriente Province of Cuba

1953: Imprisoned after leading an unsuccessful rising against Batista’s regime

1955: Released from prison under an amnesty deal

1956: With Che Guevara, begins a guerrilla war against the government

1959: Defeats Batista, sworn in as prime minister of Cuba

1961: Fights off CIA-sponsored Bay of Pigs invasion by Cuban exiles

1962: Sparks Cuban missile crisis by agreeing that USSR can deploy nuclear missiles in Cuba

1976: Elected president by Cuba’s National Assembly

1992: Reaches an agreement with US over Cuban refugees

2006: Hands over reins to brother Raul due to health issues, stands down as president two years later

How he defied the US

Throughout the Cold War, Fidel Castro was a thorn in Washington’s side. An accomplished tactician on the battlefield, he and his small army of guerrillas overthrew the military leader Fulgencio Batista in 1959 to widespread popular support. Within two years of taking power, he declared the revolution to be Marxist-Leninist in nature and allied the island nation firmly to the Soviet Union. Yet, despite the constant threat of a US invasion as well as the long-standing economic embargo on the island, Castro managed to maintain a communist revolution in a nation just 90 miles (145km) off the coast of Florida. Despised by his critics as much as he was revered by his followers, he outlasted 10 US presidents and survived scores of attempts on his life by the CIA.

How has the world reacted?

Latin American leaders have been quick to pay tribute. Mexican President Enrique Pena Nieto said Castro was a "great friend" of Mexico, while to Ecuador’s President Salvador Sanchez Ceren he was an "eternal companion". Venezuela’s President Nicolas Maduro said "revolutionaries of the world must follow his legacy".

The former Soviet leader Mikhail Gorbachev said: "Fidel stood up and strengthened his country during the harshest American blockade, when there was colossal pressure on him". But in Miami, where there is a large Cuban community, there have been celebrations in some parts of the city. A Cuban exile group, the Cuban Democratic Directorate, said Castro left "legacy of intolerance" and had set up a "vicious totalitarian regime".

Fonte: BBC



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