Gli equilibristi della TAV

Parliamo di Prodi e di Chiamparino: entrambi per vincere hanno dovuto passare attraverso le forche caudine del progetto TAV.

di Marco Cedolin - mercoledì 19 aprile 2006 - 8879 letture

Romano Prodi e Sergio Chiamparino sono attori (non registi, che i registi si sa albergano in ben altre stanze) di due commedie così ricche fra loro di consonanze da farle somigliare ad un’unica rappresentazione. Prodi sta per insediarsi, o meglio lo farà quando tutti i controlli delle schede elettorali contestate ne sanciranno la vittoria, a capo del governo, grazie ad una maggioranza di voti talmente risicata da far si che perfino l’esiguo numero degli elettori che vivono in Valle di Susa avrebbe potuto risultare determinante, nel caso i valsusini avessero deciso di non recarsi alle urne.

Chiamparino ad un mese dalle elezioni può considerarsi già virtualmente il “nuovo” sindaco di Torino, dopo aver incassato l’adesione di Rifondazione Comunista e di conseguenza superato l’unico scoglio che si frapponeva fra lui ed una rielezione praticamente scontata.

Entrambi hanno vinto, o se preferite vinceranno, aggiudicandosi la poltrona più ambita, ed entrambi per vincere hanno dovuto passare attraverso le forche caudine del progetto TAV.

Un progetto in virtù del quale verranno dissipate risorse inestimabili, nell’ordine dei 130 miliardi di euro (ma nessuno ad oggi è in grado di stimare con precisione l’esatto esborso monetario che comporterebbe il completamento dell’Alta Velocità/Capacità in Italia) a fronte di un’opera sostanzialmente inutile in grado di devastare l’equilibrio socio/ambientale di vaste zone del nostro Paese.

Entrambi appoggiano praticamente da sempre il progetto, poiché i loro registi sono le persone deputate a spartirsi larga parte di quei 130 miliardi di euro, che avrebbero potuto se usati diversamente, risolvere molti problemi riguardo al cuneo fiscale o alla detassazione. Entrambi per vincere avevano bisogno dell’appoggio di quelle poche forze politiche (o meglio degli elettori delle stesse) che si erano dichiarate contrarie al progetto TAV. Entrambi per coniugare ciò che in realtà non era coniugabile sono ricorsi ad un esercizio alchemico di grande raffinatezza, deputando alle parole (fredde e razionali) tutto ciò che avrebbe dovuto competere alle idee (infuocate e coinvolgenti) fino a raggiungere il risultato voluto.

Romano Prodi, riducendo il senso delle parole ad un mero esercizio sillabico è riuscito a proporre un “programma” sostanzialmente imperniato sulle “Grandi Opere” e votato alla sistematica cementificazione del territorio, nell’ottica di trasformare l’Italia in una piattaforma di movimentazione merci, ma lo ha fatto riuscendo a non nominare mai per nome l’asse Torino - Lione che fra le Grandi Opere risulta di gran lunga il punto più caldo. Ha confermato pubblicamente che la Torino - Lione “si farà punto e basta” casomai i registi dovessero prendersela a male, ma il suo sforzo di equilibrismo sillabico è stato premiato dalla condivisione del programma da parte di Rifondazione Comunista, dei Verdi e dei Comunisti Italiani che attraverso i loro elettori ne hanno consentito la vittoria, ottenuta al fotofinish anche attraverso la “manciata” di voti dei NO TAV valsusini.

Sergio Chiamparino, il “sindaco olimpionico” fra i più accaniti sostenitori del TAV, insieme ai compagni di merenda Bresso e Saitta, per vincere facile (forse l’avrebbe spuntata lo stesso) aveva bisogno dei voti di Rifondazione Comunista, rinvigorita dall’ottimo risultato elettorale di pochi giorni fa in Valle di Susa. Anche in questo caso si trattava di due posizioni antitetiche praticamente inconciliabili. Anche in questo caso ampio spazio all’equilibrismo della parola scritta che millanta e illude, senza mai costringere a prese di posizione “scomode”.

L’Osservatorio di Palazzo Chigi, creato da Gianni Letta ad uso e consumo di coloro che vogliono imporre il TAV, si trasforma così da ectoplasma allo stato embrionale a organismo super partes pregno di saggezza e in grado di tutelare gli interessi di tutti i valsusini. Rifondazione incassa un paio di papabili poltrone, rimette tutta la propria avversità contro il progetto TAV nelle mani “dell’Intoccabile responsabile dell’Osservatorio”, che deciderà egli solo la posizione in cui tenere il pollice, ringrazia il popolo per i suffragi deputategli e monta soddisfatta sul carro del vincitore.

A tutti noi ora non resta altro che perderci in infinite discussioni sul significato delle parole, che quando sono prive di un senso intrinseco rischiano di non significare nulla, poiché la realtà delle cose spesso non alligna in ciò che è scritto bensì in ciò che è sotteso, ma nel “detto” spesso non si ritrova strada alcuna per giungere al “non detto” ed occorre ricominciare da capo.


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Grandi opere: 1000 LIRE AL GIORNO l’uno, di interessi (per sempre)
20 aprile 2006

La TAV è un argomento che riconduce al trasporto merci.

Difatti, per turismo non si spendrebbe tanto (impossibile recuperarlo)

Mi pare si parli di quell’annoso problema del trasporto su gomma di merci.

Qualcuno disse che bisognava fare dei vagoni cargo, in grado di caricare direttamente sopra i tir (e mi sembra una cosa utile).

Ora chiedo a tutti, cosa c’entra l’alta velocità con tale progetto?

Mi viene il sospetto che l’alta velocità sia vissuta come una forma di diletto, un’autoesaltazione per gente annoiata.

Se qualcuno ne sa di più, risponda..

Salvo

    Tav ? si grazie !
    21 aprile 2006

    la supposta inutilità della TAV è un argomento campato per aria, sarebbe come dire che il canale di Suez è inutile perchè, in fondo, basterebbe circumnavigare l’Africa per arrivare nell’Oceano Indiano ! Ma vi immaginate voi se a Suez o a Panama ci fossero stati i comitati no-global e anti-Tav a protestare perchè questa opera deturpa il paesaggio ????? In un paese normale sarebbero stati cortesemente invitati a levarsi dalle scatole, nel nostro paese invece sono delle icone dell’anti-modernismo, un assurdo sforzo campanilista provinciale. Pensate a quante assurdità questi movimenti ci portano : i Verdi bloccarono la costruzione delle centrali eoliche (ecologiche! ) perchè deturpano il paesaggio. Allora io dico: se per ambientalismo dobbiamo intendere un ritorno alla preistoria o una rinuncia al progresso io non sono ambientalista. Se per ambientalismo intendiamo un modo di risolvere problemi legati allo sviluppo, allora io sono ambientalista. Si alla TAV !
Voli ed evoluzioni del cuculo
22 aprile 2006, di : il senno del poi, ora uccide !!!!!!!

Vorrei ricordare che il sud soffre per il fatto di non aver mai avuto in seno una rivoluzione industriale.

Al momento giusto, venne la legge Bucalossi che postulava la ormai raggiunta ricchezza di noi terroni (per capire il senso di tale parola, bisogna vederla come i lombardi, che già puntarono sulla tecnologia).

In realtà, in questo modo, per realizzare un’attività, LA BUROCRAZIA ha messo tutti i bastoni possibili.

Difatti, non sempre chi "costruisce", lo fa per abitarvi o per metterci dentro i tini.

Quindi, lo Stato ha impedito l’artigianato, e molte attività produttive non agricole.

La paura è stata che la gente costruisse case in tutti i posti..

Il percolo, devo concludere era che magari la gente ci entrasse e facesse cose proibite..

CIOE’ LONTANO DALLA LUCE DEL SOLE !!

I Verdi, centrano e non centrano (manco esistevano)

Ora io dico ai Verdi: Attenti, che a furia di fare i malati ben vestiti non ci facciano il funerale.

(Intanto il nord, nell’epoca del vapore, non badava ad altro che realizzare dei sistemi produttivi super efficienti ed economici)

 Conclusione:
 Molti uomini amarono la politica, come un dolore di stomaco forte.. (o no?)