Ercolano

Passeggiare tra le strade millenarie di un’altra "vittima" illustre del Vesuvio.

di Piero Buscemi - mercoledì 13 dicembre 2023 - 1156 letture

Vogliamo credere che questa città sia stata realmente fondata da Ercole, personaggio epico dalle mille risorse e dalla forza incontenibile. Sarà sicuramente più facile credere a questa ricostruzione da leggenda dello storico Dionigi di Alicarnasso, rispetto a una più probabile fondazione della città ad opera degli Osci, stirpe sannita, o dagli Etruschi come seconda ipotesi storica.

Ancora più complicato sarebbe credere di riuscire a percorrere un giorno l’intero tratto della Salerno-Reggio Calabria senza alcun cantiere aperto e le chilometriche "unica corsia" che ancora caratterizzano questa autostrada.

Verrebbe da dire che se la mitologia antica sia riuscita a passarci in eredità miti e leggende che ancora affascinano, anche l’uomo moderno erede di questo patrimonio fantasioso, con le realtà sicuramente più drammatiche riesce a trasmettere ai suoi contemporanei e a chi verrà dopo quelle chimere architettoniche che lasciano ampio spazio alle interpretazioni sulla loro reale utilità.

Comprendere meglio quanto stiamo provando a descrivere con umiltà, occorrerebbe che molti personaggi della nostra politica, del passato o del presente, abbiano l’occasione di provare di persona le difficoltà e i disagi di usufruire di vie di comunicazione che, per assurdo, escono sminuite nei confronti di quanto hanno saputo realizzare in tema di strade e architetture varie da parte dei nostri antenati.

Soffermandoci in qualche area di servizio della su citata autostrada, ci è capitato di ascoltare diversi discorsi da strada, o da bar se preferite, che pur avendo i connotati del cuttigghiu, o dello scambio ingenuo di opinioni tra utenti che condividono gli stessi disagi, celano delle piccole grandi verità.

E se qualcuno si è spinto oltre, chiedendosi apertamente se il ministro Salvini, fautore e sostenitore convinto della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, abbia mai percorso quegli oltre 400 km che, nella migliore delle ipotesi, vengono percorsi ad una media non superiore ai 90km/h, trova la sua legittimità se ci si avventura su questa autostrada per raggiungere le varie località della Magna Grecia, del Sannio o dell’Impero Romano e apprezzarne le magnificenze delle loro testimonianze storiche.

Per inciso, qualche altro commento sulla questione evidenziava come l’auspicata durata a livello umano dell’intero tragitto di questa autostrada, faccia apparire superflui i tempi di attesa per il traghettamento da e per la Sicilia che, abbiamo constatato più volte, si allungano soltanto in certi periodi dell’anno, legati alle vacanze lunghe o corte che siano.

Ma ritorniamo alla meta che da il titolo al nostro articolo. Quando si parla dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. è spontaneo il collegamento con Pompei, più rinomata e blasonata rispetto a Ercolano, Oplontis o Stabia, coinvolte anch’esse dal risveglio del vulcano. La stessa maggior pubblicità del sito, grazie anche a molti eventi ospitati dal suo Anfiteatro, vedasi uno dei nostri articoli "David Gilmour at Pompei", ha contribuito a risaltare Pompei rispetto agli altri siti.

Proprio per cercare di rilanciare la fama di Ercolano, in parte adombrata da quella pompeiana, ci siamo recati al Parco Archeologico dell’antica Resina, nome utilizzato fino al 1969. Non faremo confronti tra i due siti protagonisti principali, vittime dell’eruzione del 79 d.C. come attesterebbe una lettera attribuita a Plinio il Giovane, perché certe meraviglie non rientrano in alcuna competizione di stampo moderno, preferendo collocare un’eventuale disputa nella gloria e nello splendore di antiche gare di olimpionica memoria, tra esibizioni atletiche prettamente maschili a quelle più armoniose del gentil sesso che ci collegano al famoso mosaico della Villa del Casale a Piazza Armerina in Sicilia, conosciuto in tutto il mondo con le raffigurazione delle ginnaste in bichini che tanto sorpresero gli archeologi che lo riportarono alla luce.

Attraversare le strade che intersecano le case, gli opifici, le ville e quanto la copertura di fango e materiale lavico seppero conservare ai posteri, è un’esperienza imperdibile. Ripercorrere la Storia di questo luogo, tra un mosaico ancora abbagliante, le fornaci di un panificio, le fontane agli angoli delle strade, le terme e le palestre, gli oggetti votivi alle divinità del tempo, le statue, i gioielli e le monete, diventa un passaggio obbligato per comprendere la società di oggi e, sotto certi versi, prendere coscienza che gli artisti, gli architetti, gli ingegneri, i politici, i filosofi già duemila anni fa avevano posto le basi per il mondo moderno nel quale, in vari campi, ci ritroviamo ad essere indegni copiatori.

Per chi si volesse recare al Parco Archeologico di Ercolano, obbligatorio l’ingresso al museo attiguo che conserva oggetti vari che testimoniano la quotidianità dei abitanti e, in modo particolare, la sala che ospita la barca rinvenuta il 3 agosto 1982 e molto simile a un gozzo marinaro dei nostri tempi. Di seguito qualche immagine che abbiamo catturato durante la visita..

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